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arte
Mariano Mirone
Created on November 26, 2023
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Transcript
ETÁ TARDO IMPERIALE
LA ROTTURA DELL'EQUILIBRIO
Dopo l'età di Adriano e Marco Aurelio, alla fine del II secolo, l'impero entra in una lunga fase di declino, sebbene Roma rimanga il centro del potere imperiale. L'arte del III secolo registra questa condizione attraverso un graduale distacco dalle forme classiche di derivazione greca. I rilievi si fanno densi e plastici, con effetti di profondo chiaroscuro ottenuti attraverso l'uso del trapano.
Con Diocleziano, al termine del III secolo, l'impero viene diviso in quattro parti governate da due imperatori (gli Augusti) e due successori designati (i Cesari). Viene istituita così la tetrarchia.
Monumento ai Tetrarchi
Sarcofago grande ludovisi
La produzione architettonica di questo periodo esibisce lo stesso gigantismo già osservato nella fase finale dell'arte greca: impianti termali, basiliche e palazzi imperiali assumono un'imponenza sempre più marcata. Fallito l'esperimento della tetrarchia, dopo Massenzio il potere passa a Costantino. Con l'editto di Milano del 313, Costantino concede libertà di culto ai cristiani. Lui stesso si converte al Cristianesimo e realizza le prime chiese ispirandosi al modello delle basiliche civili. Da questo momento la tradizione artistica romana confluisce nell'arte paleocristiana per scomparire del tutto intorno al VI secolo, con l'avvento dell'arte bizantina, un linguaggio dia metralmente opposto a quello romano imperiale.
Il gruppo scultoreo in porfido rosso dedicato ai tetrarchi riassume visivamente i cambiamenti stilistici in atto i corpi hanno perso le proporzioni naturali e i dettagli anatomici per diventare sempre più essenziali e ieratici; le pose sono rigide e ripetitive. Prima d’ora si erano manifestati solo nell'arte plebea si estendono adesso anche all'arte ufficiale.
Si manifesta per la prima volta l'hor-ror vacui (letteralmente "paura del vuoto"), una tendenza a riempire completamente la superficie con le figure, tipico della decorazione dei sarcofagi che tornerà spesso nei rilievi medievali.
le terme di diocleziano
la cura del corpo tra marmi pregiati
Romani iniziarono a costruire impianti terma. Ben tal ll secolo a.C.Si trattava inizialmente di strutture per fare i bagni presso sorgenti natura: i di acqua calda. Con l'inizio dell'età imperiale sisviluppano le terme urbane, grandi complessi pubblici dove ci si recava quotidianamente per lavarsi e rigenerarsi. Progettati secondo una precisa sequenza di ambienti, erano alimentati dalle acque dei numerosi acquedotti e riscaldati attraverso appositi forni. Nello schema più diffuso le terme erano costituite da un insieme di sale, piscine, portici e spogliatoi disposti in maniera simmetrica rispetto a un asse centrale e racchiusi all'interno di un grande recinto. Erano ambienti eleganti e lussuosi. Il più grande impianto termale dell'antichita è il complesso delle Terme di Diocleziano. Costruito a Roma tra il 298 e il 306 su un'area di 13 ettari , presenta lo schema tipico di queste architetture.
Di questa immensa architettura è rimasto quasi intatto il frigidarium perché fu trasformato nel la Chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri nel 1561 su progetto di Michelangelo.
Come in tutte le terme, il percorso inizia dal calidarium, una grande sala riscaldata con piccole vasche perimetrali. Per riscaldare l'acqua e l'intera sala i pavimenti venivano sopraelevati sulle suspensurae , colonnine di mattoni che creavano un vuoto in cui far cir colare l'aria calda proveniente dalle fornaci esterne, Dal calidarium si passa al tepidarium, una sala tiepida in cui ci si prepara a entrare nel frigi darium, un ambiente maestoso con temperatura molto bassa, e infine alla natatio, una monumentale piscina all'aria aperta
il palazzo di diocleziano
una cittadella per abitare
Originale sintesi tra una villa e un castrum (ac campamento fortificato), il palazzo costruito da Diocleziano a Spalato , nell'attuale Croazia, era una vera fortezza sul mare. Circondato da mura su quattro lati, aveva porte sui tre prospetti verso terra e torri sugli stessi tre lati. Il fronte verso il mare, invece, era percorso da un lungo loggiato. Lo spazio interno era diviso in quattro da un cardo e un decumano. Nella zona meridionale, verso il mare, stavano gli appartamenti imperiali, in quella settentrionale erano alloggiati i soldati e la servitù ed erano collocati i magazzini . Nella corte d'onore, alla fine del cardo, viene in rodotto un nuovo motivo architettonico: un timpano interrotto da un arco centrale affiancato da due porzioni laterali di architrave. Sui lati lunghi prosegue la sequenza di archi su colonna. un abbinamento insolito nell'architettura romana che troverà invece grande applicazione in età paleocristiana per avvicinarsi lentamente a uno spirito più orientale, raffinato e fantasioso.
Nel VII secolo il complesso fu occupato dagli abitanti di una città vicina distrutta dai barbari e da quel momento si trasformò in un centro abitato. Oggi il palazzo costituisce il centro storico della città di Spalato. Oltre al cortile d'onore e al mausoleo, restano le tre porte e lunghi tratti di mura.
la basilica di massenzio
uno spazio multidirezionale
uno spazio multidirezionale iniziata nel 308 nel Foro Romano da Massenzio (che si contendeva con Costantino la guida dell'impero), l’immensa basilica venne completata da Costantino nel 312. La sua struttura riprende il modello tradizionale di basilica civile con tre navate longitudinali, del le quali quella centrale più larga e più alta delle laterali so voluto da Massenzio era sul lato corto, attraverso un portico. Sulla parete opposta si apriva un'abside, un grande muro semicilindrico La struttura delle navate presenta una novità: quella centrale, fiancheggiata da otto monumentali colonne, è coperta da tre immense volte a crociera realizzate in calcestruzzo, mentre quelle laterali da altrettante volte a botte cassettonate disposte perpendicolarmente alla navata centrale. Ad aumentare questa multidirezionalità del lo spazio si aggiunse anche il nuovo ingresso voluto da Costantino sul lato maggiore e la relativa abside sulla parete di fronte (quest'ultimo lato è tutto ciò che rimane dell'imponente costruzione). Ad aumentare questa multidirezionalità del lo spazio si aggiunse anche il nuovo ingresso voluto da Costantino sul lato maggiore e la relativa abside sulla parete di fronte (quest'ultimo lato è tutto ciò che rimane dell'imponente costruzione). Nell'abside in fondo alla navata, invece, fece collocare una statua colossale che lo ritraeva seduto La luce entrava da grandi finestre ad arco ricavate sotto le volte a crociera e da altre aperture lungo le pareti delle navate laterali ma, considerate le dimensioni e l'articolazione delle strutture, l'interno doveva essere piuttosto in penombra. Sui profondi cassettoni ottagonali, in particolare, si formava un chiaroscuro molto contrastato che ne evidenziava l'insolita forma. Questa costruzione è l'ultima basilica civile ro-mana. Con la conversione di Costantino al Cristianesimo saranno chiamate basiliche le chiese di nuova edificazione, perché ispirate al modello a navate.
l'arco di costantino
un monumento eclettico
un celebrare la vittoria nella battaglia di ponte Vilvio contro Massenzio, avvenuta nel 312, C santino fece erigere lungo la Via Triumphals accanto al Colosseo, un enorme arco di trionio acto). è il più grande arco romano sopravvissuto. •Dotato di tre fornici divisi da colonne corinzie ¿decorato da una grande quantità di rilievi. Questi, tuttavia, non appartengono tutti all'epoca di Costantino: le statue e i pannelli del'attico e i tondi sui fornici minori sono opere di spoglio, sottratte cioè a costruzioni di epoche precedenti. In particolare sculture risalenti all'epoca di Traian, di Adriano e Marco Aurelio. La differenza stilistica con i rilievi costantiniani è enorme. Confrontando un tondnoo adrianeo con uno dei fregi sui fornici minori si scorge tutta la distanza tra il linguaggio classicheggiante del primo e quello popolare del secondo. Nel fre gio costantiniano, infatti, le figure sono tozze e schematiche, la loro disposizione, di tipo paratat-tico, è tale da riempire completamente lo sfondo, le loro proporzioni variano in base al grado gerar-chico. Il modellato, ottenuto anche con il trapano, crea un chiaroscuro profondo che rende le figure leggibili anche a distanza. Nel tondo con scena di sacrificio ad Apollo , invece, si può osservare il naturalismo idealizzato di matrice ellenistica. sfondo. I rilievi costantiniani, dunque, scelgono la semplificazione e la comprensibilità, abbandonando un linguaggio aulico e raffinato ma meno accessibile agli osservatori. La scelta di inserire questi antichi rilievi, così diversi dallo stile prevalente, è dettata dalla necessità per Costantino di legittimare il suo pote-te, ottenuto con la forza e non per via dinastica, ricollegandosi idealmente ai più grandi imperatori del passato: Traiano, Adriano e Marco Aurelio.
le statue di costantino
austero e colossale
Anche le statue di Costantino sono molto differenti da quelle degli imperatori a cui si ispirava. Una delle più interessanti è quella colossale che stava in origine dentro l'abside occidentale della Basilica di Massenzio . Alta 12 metri, raffigurava l'imperatore seduto, con un lungo scettro nella mano destra e un globo nella sinistra. Probabilmente si tratta di un acròlito, cioè una statua le cui uniche parti in marmo sono quelle scoperte (testa, mani e piedi), mentre il resto del corpo è formato da una struttura lignea coperta da tessuti (ma è possibile che in questo caso le vesti fossero in bronzo). Delle membrature in marmo rimangono solo la testa, una mano, i piedi e pochi altri frammenti . Rinvenuti nel 1487, so. no esposti nel cortile del Palazzo dei Conservato-ri. all'interno dei Musei Capitolini . Il volto, frontale e severo, è caratterizzato dal naso aquilino, dai grandi occhi spalancati e dalla capigliatura che forma una calotta rigida. Lo sguardo verso l'alto esprime contemporaneamente superiorità morale e trascendenza divina. Apparteneva a una statua colossale (alta circa 9 metri) anche un'altra testa di Costantino, stavolta in bronzo dorato. Ma, nonostante questi elementi naturalistici, alcune deformazioni del volto, come gli occhi grandi e incava-ti, rimandano al gusto per il linguaggio plebeo già osservato nei fregi dell'arco di trionfo. Con Costantino si chiude la grande stagione dell'arte romana e si apre quella paleocristiana. Inizialmente le differenze sono poco evidenti ma nei secoli seguenti la romanità lascerà definitivamente il posto al Medioevo.
i mosaici
dipingere con le pietre
Il termine mosaico (opus musivum) deriva probabilmente dalla parola greca musaikòn, cioè "opera delle Muse", le divinità protettrici delle arti. Il mosaico vero e proprio nasce in Grecia intorno al IV secolo a.C. come composizione di ciottoli disposti a formare delle immagini. Nel mondo romano appare intorno al III secolo a.C. come rivestimento per pavimenti, senza alcuna pretesa artistica. Ma intorno al I secolo a.C., grazie all'influenza dei mosaici greci, anche quelli romani diventano dei capolavori figurativi. Uno degli esempi più antichi è il mosaico del la Battaglia di Isso , un enorme pavimento musivo rinvenuto nella Casa del Fauno a Pompei, che raffigura lo scontro tra Alessandro Magno e il generale persiano Dario III avvenuto nel 333 a.C. La scena, ritmata dalle linee oblique delle lance e fitta di personaggi che si muovono in ogni direzione, è carica di dinamismo. La profonditàè ottenuta con la disposizione di scorcio del cavallo centrale (cioè visto in modo radente) e con le ombre proiettate al suolo. I dettagli estremamente accurati sono ottenuti con l'opus vermiculatum, un mosaico di tessere piccolissime capaci di ripro durre effetti pittorici. stava soprattutto nell'emblema, un riquadro con elementi figurativi al centro di un mosaico geometrrico. L'emblema con pesci proveniente dalla Casa dei Mosaici Geometrici di Pompei mostra ventuno animali marini riprodotti con la precisione di un naturalista e il talento di un pittore.
dipingere con le pietre
I mosaici continueranno a decorare le domus e le ville sino all'età tardo imperiale. Un complesso musivo di questo periodo è quello della Villa del Casale a Piazza Armerina, in Sicilia. Uno dei mosaici più conosciuti è quello della stanza delle palestrite [ (chiamato anche mosaico delle "ragazze in bikini"). Le giovani donne sono impegnate in attività ginniche e competizioni sportive. In basso a sinistra c'è anche un momento della premiazione. Tutta questa varietà di temi e di stili sarà de stinata a tramontare nel Medioevo, quando si far strada il mosaico bizantino a tema sacro, con for do oro e figure sacre frontali e ieratiche.
i mosaici
arte paleocristiana
l'arte romana diventa monoteista
Il Cristianesimo arrivo a Roma sin dalla metà del I secolo attraverso la predicazione dei primi disce poli di Gesù. Fino all'età di Costantino, non diede però luogo a nessuna specifica produzione artistica a eccezione delle catacombe, cimiteri sotterranei diffusi soprattutto nelle città di Roma, Napoli e Siracusa. L'arte paleocristiana ha inizio dunque con Co stantino, che fa del Cristianesimo uno strumento politico. L'imperatore promuove la realizzazione di chiese a Roma (e sua la prima Basilica di San Pietro), Nel 325, inoltre, Costantino indice il primo concilio di Nicea, nel quale vengono stabiliti diversi dogmi (principi assoluti e non discutibili) tra i quali la natura divina di Cristo. Tali principi, puramente teologici, avevano in realtà un obiettivo político: riunire la composita identità culturale cristiana sotto un unico credo ufficiale. Arte paleocristiana mantiene le sue forme sa do romane fino all'incontro con le influenze biza tine provenienti dall impero romano d'Oriente le le forme classiche toreranno più volte nel com dell'Alto Medioevo: ogni volta che un regnante ce cherà legittimazione nella tradizione del grande impero romano.
LE cATACOMBE
lE CITTÁ SOTTERANEE PER I DEFUNTI
cristiani di Roma seppellivano i propri defun. inelle catacombe, immensi cimiteri sotterrane pollocati fuori dalle mura e scavati direttamente nel tufo. La pratica dell'inumazione era nie esaria in quanto, secondo il credo cristiano,. corpi non potevano essere inceneriti (come avve! niva fra i pagani ma andavano conservati in atte sa della resurrezione. All'interno delle catacombe i defunti eras no deposti dentro i loculi, nicchie di forma al ungata scavate su più livelli nelle pareti degli ambalaeri, cioè i lunghi corridoi che costituiva no le catacombe [a.s]. Lungo il percorso, l'ambulacro poteva diramarsi in un cubicolo, una stanza quadrangolare dedicata a un'intera famiglia. Generalmente qui si trovavano le tombe ad arcosolio, un'ampia nicchia ad arco dentro cui venivano deposti i defunti delle famiglie più abbienti [8.10]. La ricchezza è evidente anche nelle decorazioni: mentre i loculi sono circondati dalla nuda roccia, gli arcoso-lieicubicoli sono elegantemente affrescati. Le catacombe paleocristiane sono state usate per la sepoltura fino al V secolo. Da quel momento in poi, essendo terminate le persecuzioni dei secoli precedenti, i cimiteri sono stati realizzati all'aperto. Le catacombe hanno continuato a essere frequentate fino al IX secolo solo come luogo di devozione, in cui venerare i martiri seppelliti al loro interno. Nella sola città di Roma si possono contare 40 catacombe con un'estensione complessiva di 150 kilometri.
DOMUS ECCLESIAE
lE CASE PER L'ASSEMBLEA
Le case per l'assemblea Per molto tempo si è creduto che, prima di ottenere la libertà di culto, i cristiani si riunissero dentro tro le catacombe anche per pregare e per celebra re clandestinamente i loro riti. Questa ipotesi a stata abbandonata nel momento in cui si è sco perta l'esistenza delle domus ecclesiae (letteral. mente "case per l'assemblea"), domus ecclesiae doveva essere molto complessa [a.13]: conteneva una stanza da pranzo dove si svolgeva l'eucarestia, un cortile per i catecumeni (coloro che non erano ancora battezzati), un battistero dove impartire il batte simo, una stanza per depositare oggetti sacri e offerte e una per l'insegnamento della dottrina cri-stiana. Il piano superiore era, invece, una vera e propria abitazione.
EDIFICI SACRI
DALLA BASILICA ALLA PIANTA LONGITUDINALE
Nel momento in cui l’imperatore Costantino procede con la libertà di culto si cristiani fa erigere lui stesso le prime chiese. Queste non si ispirano ai luoghi di culto greci e romani per due ragioni: il tempio con la sua piccola cella buia non era funzionale per la riunione di più persona nella chiesa poiché nella chiesa potevano entrare tutti. Mentre nei templi solo i sacerdoti.Inoltre la sua forma era troppo legata ai culti pagàni, che i cristiani rinnegavano. Quindi venne ripreso il modello a pianta longitudinale della basilica romana.Luogo in cui si amministrava la giustizia. La basilica cristiana però ha l’abside,cioè la parete semicilindrica che circondava l’altare. Rigorosamente sul lato corto davanti all’abside si estende il presbiterio, una zona rialzata di qualche gradino e riservata al clero. In genere il presbiterio è separato dal resto della chiesa con L’iconostasi. Una transenna piú o meno elaborata. Sopra l’abside si trova il cantino absidale, una struttura a forma di quarto di sfera generalmente decorata con mosaici o affreschi.
EDIFICI SACRI
DAL nifeo alla pianta centrale
L’altare può essere sormontato da un ciborio un tempietto a quattro colonne che di se colo in secolo assumera proporzioni sempre più un piccolo vano porticato, appogziato a un lato monumentali. A fianco dell'altare o lungo la na dell'edificio. ata cè l'ambone , una piccola tribuna rial Il battistero generalmente è collocato di fron zata usata per la lettura dei testi sacri. te o accanto alla basílica, mentre il mausoleo e chiese paleocristiane presentano generalmente spesso lungo il fianco di una chiesa, come una cappella laterale. In alcuni casi la pianta centra te anche il transetto, un braccio trasversale che ta glia le navate formando in pianta la sagoma di una le è stata adottata anche per le chiese. croce [- box). Il transetto e la navata sono separati da un grande arco chiamato arco trionfale . Davanti all'ingresso della chiesa si trova il qua-driportico, un cortile porticato quadrato. Il braccio porticato adiacente alla facciata (la cui parte superiore emerge dal quadriportico) funge da ingresso alla chiesa stessa ed è chiamato nartece. Questa era la zona da cui i catecumeni seguivano le funzioni. Al contrario del tempio greco, la basilica cristiana presenta quasi sempre la facciata verso Ovest e l'abside a Est, in direzione del sole nascente. Dal Ninfeo alla pianta centrale I mausolei (cioè tombe monumentali) e i battisteri (edifici in cui si impartisce il battesimo) si ispirano invece alla pianta centrale del ninfeo romano, padiglione per lo svago tipico delle ville suburbane [- p. 304]. La loro struttura prevede un'aula centrale più alta, con cupola e finestre , e un corridoio estero anulare, detto deambulatorio, separato da un colonnato ]. Il perimetro esterno può esere circolare oppure ottagonale. Nel battistero la zona centrale è occupata interamente dal fon-le battesimale , una grande vasca in marmo dove il battezzando si immergeva completamente. . ata cè l'ambone , una piccola tribuna rial Il battistero generalmente è collocato di fron zata usata per la lettura dei testi sacri. te o accanto alla basílica, mentre il mausoleo e chiese paleocristiane presentano generalmen- ge spesso lungo il fianco di una chiesa, come una cappella laterale. In alcuni casi la pianta centra te anche il transetto, un braccio trasversale che ta glia le navate formando in pianta la sagoma di una le è stata adottata anche per le chiese.
san pietro costatiniana
la piu grande la piu importante
Tra le tante chiese edificate da Costantino, la piú grandiosa era la Basilica di San Pietro a Roma. E anche la più importante dal punto di v sta simbolico, perché sorge nel luogo di sepolta ta dell'apostolo Pietro, primo papa della Chi sa cristiana. Iniziata intorno al 324, venne terminata ne 350, dopo la morte dell'imperatore. Le dimensioni della basilica erano straordinarie: lunga 119 met larga 63 e alta 37. Per realizzarla Costantino avero fatto abbattere l'immenso circo di Caligola (risa lente al I secolo a.C.), risparmiandone solo l'obe lisco, e aveva inglobato unintera necropoli (che adesso si trova sotto la navata centrale). Se si consi dera anche il quadriportico antistante, il comples so arrivava alla straordinaria lunghezza di circa 230 metri . Di quella chiesa però oggi non resta più nul. la perché è stata demolita gradualmente nel cor so del XVI secolo per far posto all'attuale Basilica di San Pietro. Le due chiese hanno in comune so. lo la posizione dell'altare, posto in corrisponden. za della tomba di Pietro [8.28]. Tuttavia, la chiesa realizzata tra il 1506 e il 1626, su progetto di Dona to Bramante prima e Michelangelo poi, è talmen te più vasta che avrebbe potuto contenere l'intera basilica costantiniana al suo interno.
san pietro costatiniana
uno spazio semplice
La basilica costantiniana aveva cinque navate terminanti nel transetto alto quanto la navata centra-le, dunque era una basilica a croce commissa . Un'illustrazione del XV secolo che raffigu ra l'incoronazione dell'imperatore Carlo Magno in San Pietro (episodio realmente accaduto nell'anno 800) mostra i monumentali interni originali (8.29): la navata centrale, decorata con affreschi [, era separata da quelle adiacenti da colonne corinzie con architrave, mentre le navate più esterne erano divise tra loro con archi su colonne . Le due coppie di navate laterali erano coperte da un'unica falda che non consentiva di dare luce a quelle adiacenti alla navata centrale . Questa, invece, essendo più alta delle altre, era illuminata dalle finestre superiori . Cinque finestre si aprivano anche nell'abside, il cui catino era decorato con un mosaico. Il soffitto era composto da semplici capriate lignee, strutture triangolari rigide sulle quali poggiavano le due falde del tetto. La facciata seguiva la forma delle falde. Era forata da sei grandi inestre su due ordini e da oculo sommitale. La superficie era rivestia un mosaici si incurvavano in avanti nella da di aureriore per migliorarne la visibilita dal basto Questo dettaglio e ancora visibile nel particolare. Qui affresco di Rallaello del 1514 (8.3o) e si può Osservare nella facciata della chiesa Romana di Santa Maria in Trastevere . a vasto quadriportico antistante conteneva una fontana centrale per le abluzioni. La sua facciata, visibile anch'essa nell'afresco di. Raffaello era riccamente decorata. Un’affresco di fine Cinquecento, tuttavia, mostra già la demolizione in corso [8.32): la navata interrotta a metà da un tramezzo con porta mo numentale issato nel 1535, il cosiddetto muro farnesiano; dietro si stava costruendo la nuova abside michelangiolesca. Nel 1609, quel che restava della vecchia basilica venne definitivamente abbattuto.