La Follia
Alessandro Filosi
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Transcript
alessandro e leonardo
1500-OGGI
La Follia
riquadri interattivi
Cosa ci ha Colpito
Confronto
Nella Letteratura
La Mutazione Sociale
Don Chisciotte
Bibliografia
Nell'Arte
L'OrlandoFurioso
La Follia nei Secoli
indice
riquadri interattivi
- nell'Era Moderna
La Follia nella Storia
- nei Classici
- nell'Età della Controriforma
- nel Medioevo e Rinascimento
- nei Padri della Chiesa
Nel corso dei secoli la visione della follia è mutata drasticamente; dalla credenza antica che fosse opera del demonio ad una percezione a livello psichico e scientifico, è spesso stata diagnosticata in chiave medica o religiosa e spesso era associata all'amore.
Trasformazione nella concezione
Esempio e forse primo esponente del mito "le cime le scorla", affermazione della fragilità mentale degli elementi geniali.Per trovare un poema perfetto e che seguisse un canone impossibile Tasso alterò una lucidità mentale già debole. Può essere considerato un esempio del risultato del clima di terrore e controllo causato dalla controriforma,
torquato tasso
La follia, a partire dal tardo Medioevo, è spesso fonte di ispirazione per molti scrittori. Andrea Cappellano col "De Amore", gli stilnovisti, Dante e Petrarca trattano di una follia amorosa, con effetti tanto catastrofici quanto inevitabili. Questa visione "furiosa" della follia è per lo più tipica del tardo Medioevo, ad eccezione dell'"Orlando Furioso".Nel tardo Rinascimento invece la follia prende più un aspetto di squilibrio mentale e trasfigurazione della realtà, come nel "Don Chisciotte" o nell'arte di Bosch.
come tema lettrario
La follia
L'Orlando Furioso è un poema "epico" in cui domina il tema dell'ironia, molto presente, e della follia, in particolare furore d'amore e centrale nel poema. Questo è caratterizzato dal vorticare di vicende e personaggi in un continuo movimento,paragonabile al vorticare e muoversi della società. Ariosto vuole dunque intendere che la società è cambiata e, che con essa, anche il mito della perfezione ideale non può più esisstere, poichè, Orlando, il paladino ideale e perfetto di Carlo Magno, impazzisce. Per Ariosto, che vede sfaldarsi il contesto cortigiano, in cui vive, i vecchi valori non possono più esistere in un mondo ormai mutato, come i grandi poemi epici non funzionano più in una società disunita, in movimento e che non ha unici e grandi ideali.
L'orlando furioso
Ludovico Ariosto
che per amor venne in furore e mattod'uom che sì saggio era stimato prima se da colei che tal quasi m'ha fatto che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima
Miguel de Cervantes, scrittore spagnolo, è famoso per aver scritto “Don Chisciotte”. L’opera parla di nobile, Alonso Quixano, che ad un certo punto della sua vita impazzisce e inizia ad immedesimarsi in un cavaliere, creandosi il proprio mondo utopico.
miguel de cervantes
don quijote
Ludovico Ariosto, scrittore di corte seicentesco, vive il declino della realtà cortigiana, riflesso nel poema, dove domina l'ironia e il tema della follia d'amore, furor, che colpisce il paladino Orlando. Il messaggio è che tutti possono impazzire e la causa di ciò è ironicamente l'amore.
ludovico ariosto
orlando furioso
Torquato Tasso, grande scrittore italiano ed apice della letteratura controriformista, accusava di gravi squilibri mentali alternati con momenti di lucidità, dedicati alla scrittura.Il suo poema è forse lo scritto più fedele al canone della Controriforma.
torquato tasso
gerusalemme liberata
confronto
della follia tra gli autori
immagine interattiva
Hieronymus Bosh (1450-1516) fu un pittore olandese rinascimentale, a noi noto per i dipinti surreali e allegorici. I suoi dipinti lasciano ampio spazio per l’interpretazione di essi, ma analizzandoli nel dettaglio molti di essi sembrano affrontare il tema della follia: “Il giardino delle delizie”, “La nave dei folli”, o “L’estrazione della pietra della follia”. Questi quadri sembrano mostrare l’interesse di Bosh nel’analizzare nel profondo la follia, a livello psichico, e non vederla soltato dal punto di vista superstizioso.Associava i mostri all’irrazionalità e sfidava la realtà con paesaggi surreali e misteriosi, soffermandosi quindi sull’aspetto umano della malattia e sui sintomi.
Hyeronimus bosch
Riferimento artistico
Cervantes scrive di un povero nobile posseditore di alcuni appezzamenti terrieri che, appassionato di romanzi cavallereschi, si prosciugò il cervello a forza di leggerne e decide di diventare cavaliere. Intraprende così buffe avventure insieme al saggio contadino Sancio Panza. Chisciotte vive però una realtà non surreale, ma logica e razionale, ma trasfigurata dal mondo reale. Il libro sembrerebbe proporre una visione tutta sua di follia, riconoscendola come un modo per sfuggire dalla realtà, troppo dura o troppo monotona. Cervantes, forse, voleva dirci che il problema non è la pazzia, ma la società che la rende inevitabile, affermando che i vecchi, come la cavalleria, ormai sono estinti, ma dovrebbero ancora esistere in rapporto ai nuovi tempi.
don quijote
Miguel de Cervantes
"Quando l'amore, la fatica e la fame dominano, non c'è spazio per la ragione, e la follia sembra il solo rifugio."
Erasmo da Rotterdam (1466-1536), filofoso e teologo umanista, trattò a livello sociale la tematica della follia con il saggio “Elogio della follia”. In quest’opera l’autore voleva rivendicare coloro che venivano definiti pazzi, criticando una società troppo razionale che tendeva ingiustamente a discriminarli e ad allontanarli. All’interno del saggio infatti ci fa capire che ognuno di noi presenta interiormente dei tratti di follia e che quindi non bisogna vederla come una malattia, ma come un qualcosa di intrinseco all’uomo.
elogio dalla follia
riferimento storico-sociale
Con il passare del tempo non c'è una singola cosa che rimane statica, e così nè il tessuto sociale nè il modo di vedere le cose. La mutazione della società, cosa estremamente plasmabile dal tempo, cambia anche il modo di considerare, trattare la follia e la follia stessa, poichè i disturbi mentali seguono il tramutare della società stessa.
La follia in rapporto con la società
La Mutazione sociale
Mi ha colpito il come gli avvenimenti storici, comei folli sulle navi mercantili, influenzino le arti, come nella "nave dei folli" di Bosch
Leonardo
Mi ha colpito il pensiero innovativo di Ariosto e Cervantes nell'affermare che, cambiando i tempi devono cambiare anche gli ideali principali, oppure essere reinterpretati i vecchi.
alessandro
Le Donne, i Cavalier, l'Arme, gli Amori
cosa ci ha colpito
della follia
THANK YOu
I padri della Chiesa condividevano la teoria degli umori classica, con la malinconia come scompenso di bile nera. La malinconia e il mal d'amore erano dunque considerati un male medico, ma interpretati con una lettura morale, un allontanamento della virtù, e curabili solo con la Charitas e l'Agape, cioè l'amore per dio
La follia per la Chiesa
I padri della Chiesa
Soltanto tra il ‘700 e l’800 si inziarono a cercare dei rimedi per porre fine alle sofferenze dei malati mentali: salassi, bagni freddi, camicie di forza, pentimento morale; liberandoli dalle case di internamento per rinchiuderli nei manicomi.Si arriva quindi nel ‘900, periodo in cui prese molto piede la “lobotomia”. Questa pratica consisteva nell’aprire il cranio della vittima per asportare parte della materia cerebrale; l’operazione, nel migliore dei casi, portava il paziente ad uno stato di assopimento e confusione permanente, condannando a conseguenze più drammatiche tutti gli altri. A metà degli anni cinquanta tale prassi iniziò ad essere considerata barbarica e quindi a cadere in disuso con la diffusione degli psicofarmaci. Così si iniziarono a chiudere anche i maniconi, che in Italia vennero finalmente aboliti nel 1978, con la legge Basaglia, e quindi sostituiti con i Centri di Salute Mentale, più attenti al lato umano dei malati mentali.
La follia nell'età contemporanea
Dal '700 ad oggi
Nell'epoca post Controriforma diventa frequente, sia nell'arte che nella letteratura che nella musica, l'immagine di battelli ubriachi carichi di matti che navigavano nei fiumi della renania. Tale riferimento culturale è collocabile al fenomeno per il quale si caricavano sulle navi di mercanti e pellegrini i folli accumolatisi nelle città. Fu così che i maggiori centri di commercio e pellegrinagigo si ritrovarono grande masse di poveri e folli a loro carico. Fu in queste zone che comparvero i primi e maggiori centri d'internamento dei folli.
Le navi dei folli
nella Renania
Nel '500 la Riforma e successivamente la Controriforma stravolgono l'Europa del tempo. L'intero continente si divide tra le due parti e la Chiesa imposta un controllo pressante e omologato, basato sul canone della "normalità" decisa dalla stessa. Questo causa un allontanamento dei "diversi" dalla società e un tentativo di parziale eliminazione di ciò che è fuori dalla norma. Si iniziarono ad internare i pazzi assieme ai delinquenti, ai poveri e ai criminali, costringendoli all’interno di edifici incuranti del loro stato mentale. Alcuni venivano invece affidati a marinai e mercanti, con il compito di allontanarli dalla società paragonandoli a dei virus che intaccano la società.
La follia nel '500-'600
L'età della Controriforma
Nella letteratura medioevale e rinascimentale la follia viene associata sempre più all'amore . In rapporto con la teoria degli umori e tramite un'analisi filosofica vengono diagnosticati effetti fisiologici, tema di vari trattati e fonte d'ispirazione di molti brani. Nel corso del Rinascimento la rivalutazione della natura e di uno studio più scientifico portano ad una analisi più approfondita dei fenomeni naturali, grazie in particolare al contributo di Leonardo da Vinci. anche l'anatomia e la medicina subiscono un salto tecnco. La follia si distacca dall'amore pre prendere una strada medica, infatti viene diagnosticata come sua causa una pietra situata all'interno della testa; come rimedio si iniziano a fare delle operazioni chirurgiche per esportare tale pietra, che causavano ,come danno meno grave, grandi malfunzionamenti a livello cognitivo.
La follia nell'era moderna
Medioevo e Rinascimento
I classici associavano le malattie allo scompenso degli umori, fluidi all'interno del corpo che a seconda del loro equilibrio causavano determinati disturbi e condizioni emotive. In particolare l'eccesso di bile nera, prodotta dal fegato, causava malinconia e negli innamorati il mal d'amore. Questa teoria, idealizzata da Ippocrate, restò valida fino a inizio Rinascimento, quando una maggiore osservazione della natura portò ad uno studio più approfondito dell'anatomia.