
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Parola del Signore
Riflessione
Il L’abuso di potere, l’accumulo spasmodico di denaro e di cose, il troppo lavoro senza il giusto riposo, sono idoli. Dedicarsi a queste cose non servirà a nulla.
Gesù, invece, ci invita a riconoscere il Padre come unico Dio, a metterlo al primo posto e a non nasconderci dietro gli idoli per giustificare la nostra coscienza.
Messo alla prova il Cristo ribadisce anche a noi, francescani secolari, che si deve vivere da giusti nella vita civile e onorare Dio con tutto il cuore nella vita quotidiana: siamo nel mondo, ma non del mondo. Cosa possiamo restituire allora? Misericordia, perdono, abbraccio, speranza ogni volta che incontriamo il Signore per le strade del mondo.

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Come la pioggia e la neve