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L.Einaudi 4A
SOFIA D'Angelo e alice spadaro
Le qualità del "perfetto cortigiano"
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Transcript

Le qualità del "perfetto cortigiano"

SOFIA D'Angelo e alice spadaro

L.Einaudi 4A

BALDASSARRE CASTIGLIONE 1478-1529

AUTORE

  • Nasce a Casatico da una nobile famiglia mantovana e studia a Milano i classici greci e latini
  • Trascorre tutta la vita al servizio di signori quali il duca di Mantova Francesco Gonzaga, i signori di Urbino, e persino papa Clemente VII.
  • Muore a Toledo nel 1529

L'autore

OPERA

Il Cortegiano di Castiglione, pubblicato nel 1525, è una delle opere più significative e decisive per comprendere i principi e i valori della civiltà rinascimentale.

È un trattato dialogico diviso in quattro libri corrispondenti a quattro serate di conversazioni, ambientate nella corte di Urbino. La sua finalità è quella di delineare il ritratto del perfetto cortigiano.

L'opera

I testi

RIASSUNTO E ANALISI

Baldesar Castiglione si chiede da dove traggano origine le virtù fisiche e morali del cortigiano e, dopo un'attenta riflessione, giunge alla conclusione che derivino dalla capacità di non ostentare le proprie abilità e dall’assumere un comportamento disinvolto che celi gli sforzi compiuti per il raggiungimento di un simile risultato. A tal proposito, Castiglione, da un lato ricorda che alcuni importanti oratori antichi dissimulavano la propria cultura per non ingenerare nel pubblico il dubbio di essere ingannato, dall'altro sottolinea la goffaggine del ballerino Pierpaulo che danza senza alcuna scioltezza e ostenta il suo impegno rendendosi ridicolo davanti a tutti.

Baldesar Castiglione sostiene che la funzione del perfetto cortigiano sia quella di indirizzare, per mezzo della sua saggezza e della sua cultura, il suo principe sulla via del bene distogliendolo dai comportamenti malvagi anche a costo di porsi in contrasto con lui.

IL RUOLO DEL CORTIGIANO

GRAZIA E SPREZZATURA

analisi

analisi

Lingua e Stile

ANALISI

  • Castiglione propone un uso disinvolto dei modelli linguistici e letterari.
  • E' molto aperto alla contaminazione fra lingua scritta e lingua parlata
  • Il parlato a cui pensa Castiglione corrisponde alla lingua usata nelle corti
  • Si delinea un ideale di lingua italiana che intende conciliare la tradizione letteraria e la consuetudine delle corti, senza trascurare l'evoluzione naturale della lingua.

CONFRONTO E COMMENTO

Baldesar Castiglione nei due testi analizza due aspetti diversi del cortigiano ideale: nel primo focalizza l'attenzione sull'aspetto esteriore e quindi estetico del cortigiano; nel secondo, invece, si concentra sugli ideali e sui valori che il cortigiano dovrebbe perseguire, tracciandone dunque un profilo etico. Affermando che il cortigiano può imparare, attraverso l’educazione e l’insegnamento di ottimi maestri, la sua principale virtù, la sprezzatura, che consiste nella capacità di svolgere qualsiasi attività senza affettazione e con massima naturalezza, Castiglione dimostra chiaramente l'importanza fondamentale dell'"apparire" rispetto all'"essere". Purtroppo non possiamo fare altro che condividere pienamente la sua opinione, in quanto nella società nella quale viviamo apparire risulta spesso più importante di essere, ed è soltanto indossando le famose maschere di Pirandello che riusciamo ogni giorno ad affrontare con apparente disinvoltura la poliedricità delle situazioni che la vita ci presenta quotidianamente.

Essere o apparire?

Gli ideali e i valori che il cortigiano dovrebbe possedere e perseguire sono la bontà, l'intelligenza, la saggezza, la cultura, e soprattutto l'arte oratoria, in quanto efficace arma di persuasione. Grazie a queste sue eccezionali qualità, il cortigiano può indirizzare il suo principe sulla via del bene. In sintesi, Castiglione teorizza l'ideale umanistico secondo il quale la cultura e l’uso della parola prevalgono sulla mera forza fisica.

Il ruolo e le qualità del cortigiano

Il discorso sulle qualità del perfetto cortigiano ruota intorno al concetto di “grazia”, concepita come una regola universale imprescindibile, in quanto alla base di tutte le relazioni sociali e comportamentali della Corte. Parte integrante della grazia è la “sprezzatura” cioè l'abilità di mascherare lo sforzo con cui si è giunti a un certo risultato, facendo apparire ogni azione e atteggiamento come del tutto normali e privi di esercizio. La definizione della grazia si sviluppa intorno ai concetti di affettazione e di sprezzatura. Se l'affettazione è segno di un artificioso eccesso d'arte, come nel caso del ridicolo ballerino, la sprezzatura è invece l'espressione della grazia e si manifesta come dissimulazione dell'arte che ha prodotto la grazia stessa. Il progetto del Cortegiano è allora quello di costruire una seconda natura dell'uomo in grado di nascondere la propria artificialità.Il sistema cortigiano e la grazia coincidono. Le virtù del cortigiano sono dono di natura e frutto di un lungo esercizio di autocontrollo: la grazia consiste nel far apparire naturale ciò che invece deriva da questo studiato dominio interiore.

Grazia e sprezzatura

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