api
Elisa Casarola
Created on September 11, 2023
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Transcript
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO ZERI
IL SIMBOLO DELL'APE
L’Ape è stata da sempre simbolo di sovranità e compare nelle raffigurazioni di ogni epoca come insetto laborioso, nobile, impenetrabile e magico. Ha assunto nel tempo anche valenze religiose e mistiche. Dalla preistoria fino al passato a noi più prossimo, le api sono state protagoniste di mitologia, religione e vita quotidiana.
A partire dalla terra delle piramidi, nella mitologia egizia, l’ape assume valenza simbolica: il dio Ra generava le api dalle sue lacrime e lo studio dei piccoli animali generati ha permesso che fossero presi come modello comportamentale di laboriosità e dedizione. Leggende riconducibili al mito egizio narrano anche della credenza secondo la quale, assimilando il simbolismo dell’anima, le api una volta entrate nella bocca avrebbero ridato vita al defunto.
Secondo la religione ellenica, Zeus viene talvolta chiamato Mellisseo e raffigurato come uomo-ape perché da piccolo era stato nutrito dalle api di Creta, a cui aveva poi donato il colore aureo.
L'ape, per via della sua laboriosità è diventata, nel cristianesimo, simbolo di attività, diligenza, lavoro e buon ordine. Sono anche simbolo di castità,verginità e di integrità.
Fu S. Ambrogio a paragonare la Chiesa a un alveare: “l’alveare”, “è il simbolo di una comunità pia e unificata”. Il cristiano, allora, è paragonato a un’ape, che lavora per il bene comune dell’alveare a cui dedica il suo lavoro e la sua vita.
Il simbolo dell'alveare
Francesco quando guarda gli insetti sa che questi sono come dei maestri per lui. Per questo aveva nei loro confronti dei debiti di riconoscenza tant’è che si preoccupava perché alle api non mancasse vino e miele trascorrendo poi in cella un giorno intero a lodare la loro laboriosità e la finezza d’istinto. Tommaso da Celano scrive che quando Francesco abbandonò la cella sul monte Verna, nessuno prese il suo posto. Lì rimase anche il vasetto che gli era servito per bere. Un giorno vi si recarono alcune persone per devozione al Santo: il vaso era pieno di api che, con arte mirabile vi stavano formando le cellette dei favi.
San Francesco e le api
SANT'AMBROGIO
I SANTI PATRONI DEGLI APICOLTORI
Una leggenda afferma che quando Sant'Ambrogio era piccolo uno sciame di api si posò sul suo volto mentre stava riposando nella sua culla, lasciando una goccia di miele. Suo padre, prosegue la leggenda, comprese che era un segno della sua futura eloquenza e della sua lingua “di miele”. Ambrogio, infatti, divenne uno scrittore prolifico e un eloquente predicatore.
San Bernardo di Chiaravalle considerava l’ape un simbolo dello Spirito Santo, forse sulla base dell’idea che le api vivessero solo del profumo dei fiori, dando così un'immagine di grande purezza e continenza.
SANTA RITA DA CASCIA Nata a Roccaporena, presso Cascia (PG), nel 1381 e morta a Cascia il 22 maggio 1447. I genitori di Rita erano contadini e portavano la piccola, fin dall’età di pochi mesi, con loro al lavoro nei campi, riponendola in una cesta di vimini da appoggiare poco distante. Un giorno mentre la piccola riposava all’ombra di un albero, uno sciame di api le circondò la testa; le api, però, non la punsero, anzi alcune di esse entrarono nella boccuccia socchiusa nel sonno per depositarvi del miele. Nel frattempo, un contadino che era con loro e che si era ferito con la falce ad una mano, lasciò il lavoro per correre a Cascia a farsi medicare. Questi, passando davanti alla cesta e vista la scena, cercò di scacciare le api e qui avvenne la seconda fase del prodigio: man mano che scuoteva le braccia per farle andare via, la ferita si rimarginava fino a chiudersi completamente. L’uomo gridò al miracolo e con lui, quando seppero del fatto prodigioso, anche tutti gli abitanti di Roccaporena.
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