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Transcript

Tornato in Italia nel 1848, con un gruppo di volontari combatte contro gli Austriaci ma è costretto a rifugiarsi in Svizzera. Dopo la proclamazione della Repubblica romana si trasferisce a Roma e prende il comando della Legione italiana contro il corpo di spedizione francese di Oudinot. Dopo la caduta di Roma riesce a sfuggire alla cattura trasferendosi a San Marino. Perde Anita dirigendosi a Venezia. Segue un nuovo esilio (Tangeri, New York, Perù), poi torna nel 1854 e nel 1856 aderisce alla Società Nazionale di La Farina. Nominato generale dell'esercito piemontese da Cavour, nel 1859 arruola 5000 volontari, i Cacciatori delle Alpi, vince contro gli Austriaci a Varese e a San Fermo, entra trionfalmente in Brescia. Tuttavia, a seguito dell'armistizio di Villafranca e, soprattutto, dopo che Nizza viene ceduta alla Francia, resta deluso e amareggiato. I suoi rapporti col governo si raffreddano. Nel 1860, alla notizia della rivolta scoppiata a Palermo, organizza a Genova la leggendaria spedizione passata sotto il nome di Spedizione dei Mille: salpati da Quarto nella notte tra il 5 e il 6 maggio e sbarcati a Marsala l'11, i volontari occupano tutta l'isola. Attraversano lo Stretto di Messina e arrivano a Napoli il 7 settembre. Dopo l'incontro a Teano con Vittorio Emanuele, Garibaldi si ritira a Caprera. Ma nel 1862 marcia verso Roma, ignaro del fatto che il governo italiano avrebbe cercato di stroncare la sua iniziativa. Sull'Aspromonte Garibaldi viene battuto, ferito e fatto prigioniero da soldati italiani. Trasferito a La Spezia, viene liberato poco dopo.

Nasce a Nizza Marittima nel 1807 e muore a Caprera nel 1882). Lo conosciamo soprattutto per essere stato uno degli artefici dell'unita d'Italia. Vediamo nel dettaglio le parti più salienti della sua vita. Figlio di Domenico, capitano mercantile di origine genovese, e di Rosa Raimondi, Garibaldi a 26 anni entra nella Giovine Italia. Conosce Mazzini a Marsiglia, e decide di partecipare alla rivolta di Genova del 1834. Il moto però fallisce e lui viene condannato a morte in contumacia. Fugge allora in Brasile nel 1835, dove comanda la flotta da guerra nell'insurrezione di Rio Grande do Sul contro il governo brasiliano e crea un corpo italiano nel movimento indipendentista dell'Uruguay: si tratta delle famosissime Camicie rosse.