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Tesina terza media di Angelica Notariale

CORONAVIRUS

ITALIANO

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ARTE

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La peste scoppiata nel 1629 fu l'inizio di una serie di avvenimenti poco piacevoli accaduti in quegli anni nel Ducato di Milano. Infatti c'erano stati la carestia prima, la guerra di successione al trono del Ducato di Mantova poi. Proprio la guerra fu la causa di questa epidemia. Il ducato di Venezia aveva assoldato, per vincere la guerra ed espandere il dominio, un famoso esercito, i lanzichenecchi. Questi passarono per Milano e qui lasciarono la peste. Questa non veniva considerata da nessuno, ma vista come una "febbre pestilenziale". Da Lecco scapparono Renzo e Lucia, due protagonisti dei Promessi Sposi futuri marito e moglie, ma si divisero: lui a Milano e lei a Monza. Dopo un po' di tempo Renzo ritrova Lucia a Milano in un lazzaretto a curare le persone infette da peste. Così tornarono a Lecco e finalmente si sposarono. Dico "finalmente" perché c'era Don Rodrigo che era contrario a questo matrimonio e Don Abbondio che avrebbe dovuto celebrarlo non lo faceva avendo paura di Don Rodrigo.

La peste del 1629

I Bravi erano sotto il servizio di Don Rodrigo che dal nome può sembrare un sacerdote, ma in realtà era un tiranno spagnolo, che impediva a Don Abbondio di celebrare il matrimonio tra Renzo e Lucia. I due poi riuscirono a sposarsi perché Don Rodrigo morirà.

Lo scrittore del romanzo I Promessi Sposi era Alessandro Manzoni.

I Lanzichenecchi erano un esercito molto famoso ma dalla pessima fama, visto che, dove passavno, portavano distruzione e spesso, gravi malattie. Nel romanzo I Promessi Sposi vengono chiamati I Bravi.

L'Influenza spagnola venne chiamata così poiché la sua esistenza fu riportata dapprima soltanto dai giornali spagnoli: la Spagna non era coinvolta nella prima guerra mondiale e la sua stampa non era soggetta a causura di guerra. I dati epidemiologici sono inadeguati per identificare la vera geografia dell'epidemia. Nel 1918, il conflitto durava ormai da quattro anni ed era diventata una guerra di posizione: milioni di militari ammassati nelle trincee sui vari fronti favorendo così la diffusione del virus. Ammontato a circa 50 milioni di morti in tutto il mondo, la spagnola si manifestava con sintomi comuni a quelli di una normale influenza: - tosse - mal di testa - febbre alta - difficoltà respiratorie ecc.... Nel 1918, come oggi, si capì subitp che gli assembramenti erano fonte di contagio. La prima ondata arrivò in Spagna proprio dopo le celebrazioni della capitale spagnola. Poi arrivò la seconda ondata più letale della prima. La fine globale della pandemia ci fu nel 1920, quando la società sviluppò un'immunità collettiva all'influenza.

L'Influenza Spagnola

La Musicoterapia utilizza la musica e i suoni a scopo riabilitativo, educativo e terapeutico a fronte di situazioni patologiche. Ils uo obbiettivo è migliorare le qualità della vita delle persone, sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista intellettuale e sociale. Il progetto di musicoterapia venne lanciato da Young Inclusion nei mesi di pandemia. Anche questa ha cambiato totalmente modalità di fruizione, adattandosi alle necessità di questo periodo con lo scopo di salvare, innanzitutto, il rapporto dei pazienti interessati, mantenend sempre alto il valore della musica. Antonio Elia (musicista e musicoterapeuta), con persone che hanno disabilità anche importanti, pensava che sarebbe arrivato poco e niente per colpa delle lezioni on-line a causa del lockdown. Il suono non arriva bene, i ritardi e le difficoltà di connessione resero più complesso relazionarsi. In una lezione, ad esempio, si prendono delle canzoni italiane, legate al loro vissuto e ai loro gusti, si cerca di cantarle e smontandole negli accordi, si evidenzia la relazione tra testo e accordi. A fine lezione i pazienti sono più sereni e più sciolti con il mondo esterno e tutto ciò che li circonda. Con pazienti, invece, legati a traumi si usa di più la parola: si stimolano i pazienti a cantare e giocare, improvvisando con i suoni e si arriva fino alla costruzione di una frase.

La Musicoterapia

Un tempo erano solo graffiti. Carrozze di treni e metropolitane o saracinesche di negozi e facciate di palazzi, imbrattati da writer fantasma. Ma oggi, accanto a questi atti di vandalismo, l'espressività artistica attraverso murales, realizzati sul tessuto delle città, è diventata una vera e propria forma d'arte urbana. E in questo ultimo anno di pandemia, chiusi in casa e senz opportunità di coesione sociale, questi street artist hanno utilizzato le loro tele urbane per lanciare un messaggio di supporto e gratitudine peer tutti gli operatori dell'era Covid, urlando il loro grazie. Qui in Italia ci si sta muovendo da qualche anno ed è sempre più apprezzata e fotografata dai turisti. Complice poi la chiusura dei musei, le città sono diventate gallerie a cielo aperto. E naturalmente, aumentata la domanda degli appassionati, è aumentata anche l'offerta da un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. Per far fronte a questa esigenza e capendo anche che è sempre meglio un disegno, anche mediocre, di un muro scrostato, alcune municipalità si sono mosse per questa direzione con diverse iniziative volte ad incentrare questa forma d'esoressione

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