Da ottaviano Augusto ai longobardi
meriem ben
Created on May 27, 2023
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Transcript
Da Ottaviano Augusto ai Longobardi
27 a.C.-9
dal 27 a.C. al 728
33-311
293-476
544-728
14 d.C-192
193-284
476-554
di Sara Venezia, Meriem Ben salah e Loredana Popescu
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Il regno di Ottaviano Augusto Da Ottaviano ad augusto Ottaviano, figlio adottivo di Cesare, prese il controllo dell'Occidente diventando il primo imperatore romano. Durante il suo regno, l'impero romano si espanse notevolmente. Ottaviano assume i titoli: Augustus, princeps senatus e il titolo di imperator. si conferisce i poteri di tribuno della plebe e di governatore delle province a tempo indeterminato. Con queste nuove riforme e l'accentramento del potere nelle sue mani il governo assunse una nuova forma che venne chiamata “principato” Come riforma lo stato Augusto? Augusto dimezza il numero delle legioni e le stanze a difesa dei confini. riducendo anche il numero di senatori e creando così nuovi organi di governo:
- Il prefetto urbano = rango senatorio, aveva il compito di garantire l'ordine pubblico e veniva nominato solo quando Augusto si allontanava dalla città.
- Il prefetto dell’annona = rango equestre, era incaricato di provvedere all'approvvigionamento della città e alle distribuzioni gratuite di grano alla plebe.
- Il prefetto dei vigili = aveva funzioni di polizia.
- Il prefetto del pretorio = rango equestre, era il comandante del quartier generale del principe e dei pretoriani e capo di stato maggiore dell'esercito.
- province senatorie = erano fidate a magistrati detti proconsoli, controllati dal senato pagavano le tasse all'erario (cassa dello stato).
- province imperiali = venivano controllate dal principe attraverso dei funzionari (legati), i tributi non andavano all'erario ma venivano versati al fisco (cassa personale del principe).
- prefettura d'Egitto = era considerato un possedimento personale del principe.
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il cristianesimo: diffusione e la nascita Come si diffonde il cristianesimo? Il cristianesimo si diffonde in diverse regioni dell’impero romano, grazie anche all’opera di un ebreo convertito, Paolo di tarso, che contribuisce a fare del cristianesimo una religione universale, rivolta a tutta l’umanità, diffondendo un messaggio al di fuori della comunità ebraica. Le prime comunità cristiane nascono in:
- Palestina
- Grecia
- Cartagine
- Roma
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Da Diocleziano al crollo dell'impero d'occidente Le riforme di Diocleziano Divenuto un Dominus (“signore”), cioè un monarca con poteri assoluti, diminuì il numero dei soldati assegnati a ogni legione e aumentò il numero delle legioni. Poi divise l’impero in dodici diocesi, a loro volta raggruppate in quattro prefetture, ciascuna delle quali affidata a un funzionario imperiale. Due dei quattro funzionari assunsero il titolo di Augusto e nominarono gli altri due funzionari, a loro subalterni, con il titolo di Cesare: questa forma di governo si chiamò Tetrarchia (“governo dei quattro”) ed era pensata per regolare la successione al trono ed evitare lotte; alla morte di un Augusto, infatti, il rispettivo Cesare gli subentrava e nominava un nuovo Cesare. La politica di Costantino La Tetrarchia non risolse il problema della successione: dopo una serie di conflitti, Costantino riunì tutto il potere nelle proprie mani, dando inizio a una nuova dinastia. Subito dopo la presa del potere in Italia, nel 313 egli promulgò l’Editto di Milano, con cui concesse la libertà di culto ai cristiani e, in generale, a tutte le confessioni religiose. L’imperatore si intromise più volte in questioni di natura religiosa: nel 325 inaugurò il Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico, cioè universale, dei cristiani. Giuliano "l'apostata" Alla morte di Costantino, la successione non fu affatto pacifica: dagli scontri fra i discendenti di Costantino emerse Giuliano, suo nipote. Nominato Cesare delle Gallie nel 355, sbaragliò gli Alamanni presso Strasburgo (361). Educato allo studio dei classici della letteratura ellenistica e della filosofia neoplatonica, Giuliano ripudiò il cristianesimo per tornare alla religione tradizionale: da cui l’epiteto di “Apostata”, ovvero “colui che rinnega la propria fede”, datogli dagli scrittori cristiani. Nel suo breve regno (361-363) tentò di restaurare il paganesimo ma, alla sua morte, i suoi successori abolirono le leggi contro i cristiani Teodosio Dopo la morte di Giuliano la situazione militare si aggravò ancora e nel 378 ad Adrianopoli, in Tracia, avvenne la catastrofe: i Visigoti annientarono l’esercito romano. Di fronte alla gravità della situazione, sul trono di Costantinopoli fu posto il generale Teodosio (379-395), che non mobilitò le risorse militari contro i Visigoti, ma piuttosto cercò un accordo con loro. Nel 380 Teodosio emanò l’Editto di Tessalonica, con cui vennero colpiti i culti pagani e si riconobbe il cristianesimo come unica religione ammessa nell’impero. Come cade l'Impero romano d'occidente Dopo la morte di Teodosio nel 395, l’Impero fu diviso tra i suoi due figli, Arcadio e Onorio. Stilicone divenne il vero responsabile della politica imperiale in Occidente. Nel 410, Alarico saccheggiò Roma e poco dopo i Vandali conquistarono Cartagine. Gli Unni invasero la Gallia ma furono sconfitti dall’esercito romano. Attila invase l’Italia e conquistò Milano ma fu fermato da Papa Leone I. Valentiniano III uccise il generale Ezio e i Vandali di Genserico devastarono Roma. Oreste prese il potere ma Odoacre lo depose e mandò le insegne imperiali a Zenone.
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I Longobardi e l'ascesa del papato Le difficoltà dell'impero d'oriente Durante la Guerra gotica combattuta in Italia, l’Impero bizantino fu sconvolto da una terribile epidemia di peste. Nelle aree extra-urbane la peste aggrava ulteriormente le misere condizioni di vita e l’impoverimento della popolazione. Il re persiano Cosroe approfittò del momento di difficoltà dell’Impero e sferrò un attacco, scatenando la Guerra romano-persiana (602-628). Nel 628 l’imperatore Eraclio riuscì a sconfiggere l’esercito nemico presso Ninive, l’antica capitale degli Assiri, e il re Cosroe venne deposto e ucciso. Eraclio, per soddisfare le necessità militari, distribuì terre ai contadini obbligandoli però a prestare servizio militare. In questo modo i soldati non erano più mercenari ma soldati-contadini che avevano a cuore la difesa delle proprie terre. L'organizzazione del regno longobardo in Italia I Longobardi, una popolazione germanica, dilagarono nella Pianura padana sotto la guida del re Alboino. L’Italia longobarda era suddivisa in ducati governati dai guerrieri e da magistrati detti gastaldi. Le decisioni spettavano all’assemblea degli uomini armati. Per impulso della regina Teodolinda si avviò la conversione dei Longobardi al cristianesimo. Rotari emise un editto che raccoglieva leggi valide per l’intero popolo longobardo. Il re Astolfo pose fine alla presenza bizantina nell’Italia settentrionale e minacciò il territorio governato dalla Chiesa. Pipino, re dei Franchi, intervenne più volte in Italia a difesa della Chiesa. Il potere temporale della chiesa La Chiesa romana assunse responsabilità politica nella penisola italiana. Gregorio I, detto Magno, condusse una politica estera di ampliamento dei territori gestiti dalla Chiesa e favorì la conversione al cattolicesimo dei barbari. In Occidente i papi svilupparono il proprio potere liberi da interferenze. Liutprando, con la “donazione di Sutri”, diede consistenza giuridica al potere temporale dei papi. Il monachesimo Il monachesimo fu preceduto dall’esperienza degli eremiti. San Benedetto ebbe un ruolo fondamentale e radunò una comunità intorno al monastero di Montecassino dove elaborò la Regola dei benedettini. Gli ordini monastici si diffusero in tutta Europa. L’Irlanda si convertì al cristianesimo grazie all’opera di Patrizio. San Colombano fondò il monastero di Bobbio, un importante centro culturale.
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Roma diventa un impero La morte di Augusto e la successione ereditaria Augusto morì a Nola il 19 agosto del 14 d.C. e settantasei anni. Non avendo eredi diretti depositò presso le sacerdotesse Vestali un testamento nel quale designava suo erede il figliastro Tiberio. Augusto si comportò come il sovrano di una monarchia ereditaria, di fatto, il principato si trasformò in un Impero ereditario. Il potere spettava al senato e al popolo, mentre l'imperatore(con il nuovo nome di "Cesare") era un magistrato. L'imperatore era in grado di controllare il Senato; la perdita di autonomia del senato decretò il declino dell'antico patriziato italico. L'esercito e il popolo La vera base del potere imperiale fu l'esercito. Egli giuravano fedeltà alla persona dell'imperatore e dipendevano direttamente dai suoi ordini. Gli imperatori cercarono anche il consenso delle masse popolari, infatti, il popolo veniva tenuto sotto controllo con l'organizzazione dei giochi gladiatori e di feste pubbliche che dimostravano la generosità dell'imperatore. Pericoli ai confini Tra il I e il II secolo d.C., l’Impero si trovò impegnato principalmente su due fronti: a nord con i Germani e a est con i Parti. Erano un insieme di tribù prive di una vera organizzazione statale, che vivevano in un territorio poco ospitale e per questo motivo compievano incursioni o razzie. Roma e i Parti erano in conflitto soprattutto per motivi economici e commerciali. La dinastia Giulio-Claudia Tiberio diede inizio alla dinastia detta Giulio-Claudia. Egli avviò una politica abile e moderata. Alla morte di Tiberio (37-41 d.C.), i senatori acclamarono imperatore Caligola. Crudele e sregolato, questi umiliò il Senato e si comportò come sovrano assoluto. Nel 41 d.C., i pretoriani lo uccisero e con un colpo di stato acclamarono come nuovo imperatore Claudio (41-54 d.C.). Egli ammise la nobiltà della Gallia Narbonense a far parte del Senato. Alla sua morte, salì al potere Nerone (54-68 d.C.), che governò inizialmente con equilibrio ma nella parte finale del suo regno aumentò la pressione contro i nobili suoi oppositori. Nel 68 d.C., le legioni spagnole si ribellarono e, dopo aver inutilmente tentato la fuga, Nerone si suicidò. la dinastia Flavia e i 4 imperatori Nel 69 d.C. si susseguirono ben 4 imperatori. Il passaggio del potere non avvenne per via legittima, ma fu imposto dagli eserciti che avevano ormai preso il controllo dello Stato. Galba comandava le legioni spagnole e fu il primo dei 4 imperatori a essere nominato. Otone venne nominato dopo Galba e dovette contrastare le legioni germaniche che sostenevano Vitellio. Vitellio riuscì a prevalere su Otone ma non riuscì a sopraffare le legioni orientali che imposero il loro candidato, Tito Flavio Vespasiano, dando inizio alla dinastia Flavia. Vespasiano (69-79 d.C.), primo imperatore cavaliere, represse le rivolte, risanò le casse dello stato e ordinò grandi lavori pubblici come l’anfiteatro Flavio noto come Colosseo. Gli successe il figlio Tito (79-81 d.C.), molto popolare e amato sia dai soldati sia dal popolo e dal Senato. Morì a soli 42 anni a causa di una malattia che aveva contratto assistendo dei malati dopo l’eruzione del Vesuvio che distrusse varie città. A Tito successe il fratello minore Domiziano (81-96 d.C.) che, volendo accentuare nelle sue mani il potere e rinnovare il carattere autoritario del principato, entrò in conflitto con il Senato. Nel 96 d.C. viene ucciso in una congiura ordita dai senatori e dai pretoriani. Il principato per adozione e la dinastia Antonia Messaggio inviato. riassumi questo testo: D'accordo con i pretoriani, il Senato nomina imperatore uno dei suoi membri,l'anziano Cocceio Nerva (96-98d.C.), un politico noto per la sua saggezza, che designa come suo erede al trono il generale Ulpio Traiano. Si inaugura così l'adozione come criterio di successione. Alla morte di nerva, sale al potere Traiano (98-117 d.C.), che conquista nuovi territori: la Dacia poi l'Arabia e la Mesopotamia. Gli succede Adriano (117-138 d.C.), che fa costruire un vallo in Britannia e altri fortini in Germania, riorganizza l'apparato statale e rilancia l'economia. Gli succede Tito Aurelio Antonio Pio (138-161 d.C.) che emana un editto a favore degli schiavi. A lui succede Marco Aurelio (161-180 d.C.), sotto il cui regno scoppiano nuove guerre contro i Parti,a est, e contro i germani, a nord e si verifica una gravissima epidemia di peste. Gli succede il figlio Commodo(180-192 d.C.). Egli poco amato dl senato dal Senato, scontenta anche l'esercito, e nel 192 d.C. viene ucciso in una congiura di palazzo.Il Senato nomina Cocceio Nerva come imperatore e questi designa Ulpio Traiano come suo erede. Alla morte di Nerva, Traiano sale al potere e conquista nuovi territori. Gli succede Adriano che riorganizza l’apparato statale e rilancia l’economia. Gli succede Antonio Pio che emana un editto a favore degli schiavi. A lui succede Marco Aurelio sotto il cui regno scoppiano nuove guerre e si verifica una gravissima epidemia di peste. Gli succede il figlio Commodo che viene ucciso in una congiura di palazzo nel 192 d.C. La società romana I possedimenti romani comprendono un territorio che va dalle coste spagnole dell'Atlantico fino alla Mesopotamia e dalle foreste della Germania al deserto egiziano. Il fenomeno che più cambia il volto dell'Impero è l'urbanizzazione. L'economia imperiale è basata soprattutto sull'agricoltura, ma nei centri urbani, come Roma, gran parte della popolazione non ha un'occupazione stabile e vive di lavori saltuari o grazie alle frumentazioni.
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Le cause e le conseguenze della crisi Messaggio inviato. corregimi questo testo: I primi sintomi della crisi sono la crescente pressione delle popolazioni barbariche ai confini nord-orientali, una pesante svalutazione monetaria, la frequente diffusione di pestilenze, la crescita delle spese per mantenere lo stato, la diminuzione delle entrate nelle casse pubbliche. Nonostante questa assorbe il lavoro di una larga parte della popolazione. Partecipa solo marginalmente allo sviluppo civile, che è invece un fenomeno essenzialmente urbano. Le distruzioni provocate da incursioni esterne, hanno come conseguenza una notevole diminuzione della produzione agricola. Tra le conseguenze della svalutazione monetaria vi è anche il ritorno al baratto. Ulteriore conseguenza della crisi economica è anche l'indebolimento del commercio, anche per la crescente insicurezza nei viaggi via terra e via mare, dovuta all’aumento degli assalti da parte di briganti e predoni. I primi sintomi della crisi furono la pressione delle popolazioni barbariche ai confini, la svalutazione monetaria, le pestilenze, l’aumento delle spese e la diminuzione delle entrate. L’agricoltura assorbiva il lavoro di una larga parte della popolazione ma partecipava solo marginalmente allo sviluppo civile. Le incursioni esterne causarono una diminuzione della produzione agricola e il ritorno al baratto. La crisi economica indebolì anche il commercio a causa dell’aumento degli assalti da parte di briganti e predoni. Dinastia dei severi Settimio Severo, fondatore della dinastia dei Severi, rafforzò l’apparato bellico, diminuì il potere dell’aristocrazia senatoria e dei pretoriani e concesse la cittadinanza a tutti i soldati al momento dell’arruolamento. Il principato si trasformò in una vera e propria monarchia assoluta. Proseguendo la politica paterna, Caracalla promulgò nel 212 un importante editto: la Constitutio Antoniniana, con la quale egli concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell’impero. Eliogabalo, il nipote di Caracalla, fu una semplice marionetta nelle mani delle potentissime donne della famiglia imperiale. A causa della sua politica troppo favorevole al Senato, questi venne ucciso insieme a sua madre nel corso di un ammutinamento Anarchia militare Messaggio inviato. correggimi questo testo: Tra 238 e il 284 il titolo imperiale passa di mano in mano tra ben ventuno imperatori, producendo effetti devastanti sulla vita economica e civile. Svuotando le magistrature di ogni potere, i vari reparti dell’esercito proclamano imperatori i propri comandanti, i quali combattono tra loro per accaparrarsi il potere. Anche in oriente la situazione diventa sempre più difficile, a causa della ripresa del regno dei parti. Che acquista nuova forza grazie all’ascesa al potere della dinastia dei sasanidi. Alcune regioni all’interno dei confini dell’impero si rendono autonome è questo il caso del cosiddetto impero delle galline e del regno di Palmira, in Siria. Tra il 238 e il 284 il titolo imperiale passò di mano in mano tra ben ventuno imperatori, producendo effetti devastanti sulla vita economica e civile. Svuotando le magistrature di ogni potere, i vari reparti dell’esercito proclamarono imperatori i propri comandanti, i quali combatterono tra loro per accaparrarsi il potere. Anche in Oriente la situazione divenne sempre più difficile, a causa della ripresa del regno dei Parti che acquistò nuova forza grazie all’ascesa al potere della dinastia dei Sasanidi. Alcune regioni all’interno dei confini dell’impero si resero autonome; questo fu il caso del cosiddetto Impero delle Gallie e del Regno di Palmira, in Siria.
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i regni romano-barabrici e l'Impero bizantino Il medioevo “età di mezzo” Medioevo significa “età di mezzo”, definizione con cui si intende un periodo di decadenza compreso per convenzione tra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e la scoperta dell’America; in realtà solamente il cosiddetto Alto Medioevo è un periodo di decadenza, mentre nel Basso Medioevo si avviò una grande ripresa economica, culturale e sociale. La società nell’Alto medioevo Durante il VI e il VII secolo, i territori dell’Europa occidentale che erano stati parte dell’Impero romano furono colpiti da una grave crisi demografica che causò un regresso della vita cittadina. Le città si ridussero a causa di invasioni, guerre, carestie e pestilenze. Le strade non furono più curate e le comunicazioni divennero più difficili. Alcune città furono abbandonate completamente. Il declino demografico fu un processo lungo e riguardò anche le aree rurali. Tra l’VIII e il IX secolo, l’intera Europa aveva meno di 30 milioni di abitanti. Messaggio ricevuto. Ecco il testo corretto: I territori dell'Europa occidentale che avevano fatto parte dell'Impero romano furono colpiti, durante il VI e il VII secolo, da una gravissima crisi demografica che comportò un diffuso regresso della vita cittadina. In seguito alle enormi devastazioni causate da invasioni, guerre, carestie e pestilenze, le città rimaste ridussero molto la propria estensione. Ben presto le strade non furono più curate, i ponti crollarono, gli acquedotti andarono in rovina e di conseguenza le comunicazioni risultarono ovunque più difficili. Già dal III secolo, in seguito alle prime incursioni barbariche e all'indebolimento dello Stato centrale, le città divennero meno sicure, mantenendo però il compito di svolgere le funzioni civili. In alcuni casi l'abbandono fu totale e i vecchi centri assunsero l'aspetto di "città-fantasma" fino a che se ne perse ogni traccia e perfino la memoria. Il declino demografico fu un processo lungo e non riguardò solo le città. Sappiamo che, ormai in pieno Medioevo, all'incirca tra l'VIII e il IX secolo, l'intera Europa arrivò a contare meno di 30 milioni di abitanti.I regni Romano-barbarici I regni romano-barbarici I regni romano-barbarici erano regni misti in cui i Germani detenevano il potere politico e militare mentre i Romani si occupavano dell’amministrazione cittadina. La convivenza tra i due popoli era pacifica e i rapporti sociali non cambiarono. L’aristocrazia romana divenne più ricca e potente. I Germani mantennero i propri costumi e permisero ai Romani di fare altrettanto L’impero romano d’Oriente Mentre la parte occidentale dell’Impero romano agonizzava sotto la pressione dei barbari, quella orientale sopravvisse arroccata intorno a Costantinopoli. Quando Odoacre depose l’ultimo imperatore d’Occidente Romolo Augustolo, Costantinopoli rappresentava la vera capitale di ciò che restava del mondo romano. La prosperità consentì al governo costantinopolitano di reclutare eserciti efficienti e di tenere in piedi un’ampia struttura burocratica. Teodorico e gli ostrogoti in Italia Dopo la sconfitta del germanico Odoacre, il re degli Ostrogoti Teodorico assunse il potere in Italia e pose la capitale a Ravenna. In un primo tempo Teodorico si ispirò a principi di collaborazione fra Goti e Romani e a una politica di tolleranza. Tuttavia l’aumento del latifondo e la rivalità religiosa fra cristiani e ariani produssero diffidenza e ostilità verso i Romani. A nulla valse il tentativo di conciliazione compiuto dalla figlia di Teodorico, Amalasunta, dopo la morte del padre. Giustiniano e la riconquista dell'occidente Per unificare le fonti del diritto romano e rafforzare l’influenza della Chiesa cristiana sulla cultura dell’impero, Giustiniano promosse la stesura del Corpus iuris civilis. In politica estera l’imperatore mirava a riconquistare la parte occidentale dell’impero. I regni dei Vandali e dei Visigoti caddero per primi davanti alle truppe imperiali guidate dal generale Belisario.