Want to make creations as awesome as this one?

More creations to inspire you

Transcript

Anno MMXXIII

14

Trimestrale della Scuola Secondaria di I grado"Raffaello Giovagnoli" di Monterotondo

a introduction here

magazine

Sempre con voi!

Laboratorio inclusivoa.s. 2022-2023

TRIMESTRALE SCUOLA SECONDARIA di I grado RAFFAELLO GIOVAGNOLI

4Chiacchiere News

Insieme per crescere

Elaborati vincitori del Concorso Letterario -Giornalistico III Ed.

Spazio alle Emozioni

Stop Fumo: la dipendenza fa male

Laboratorio Motorio:Attività Paralimpiche

Totalitarismo e Vita quotidiana durante il Fascismo

Curiosità dal Mondo

Congratulazioni ai nostri primiclassificati del Concorso 4Chiacchiere News terza Edizione a.s. 2022-2023

Title 1

Era un giorno di luglio, uno dei tanti giorni caldi e afosi. Una giornata come tante altre, iniziata con una bella colazione, continuata con la lettura di un buon libro e conclusa al parco con i miei amici. Tutto normale, fino a quando non fece buio, e arrivò l’ora di andare a dormire. Una volta sdraiata sul letto, iniziai ad udire dei rumori insoliti… mi alzai per andare a controllare se la finestra fosse aperta, invece la trovai chiusa, allora andai a guardare sotto al letto, ma non vidi nulla… provai nell'armadio e lì vidi la cosa più lucente che si possa immaginare… sullo sfondo un grande cielo stellato.

UN VIAGGIO UN PO' INSOLITO

E' notte. Mentre dormi tranquillo nel tuo letto senti dei rumori provenire dall'armadio. Ti alzi, apri le ante, scosti i vestiti e... scopri un mondo fatato. Qui sarai il protagonista di una fantastica avventura e affronterai prove difficili senza la guida di nessuno

Title 1

Ancora più disperata di prima, mi sedetti accanto alla roccia e mi venne incontro un piccolo elfo, che mi chiese come stavo. Guardando la mia faccia si rispose da solo, mi disse il suo nome, “Yumpi” e poi chiese il mio. Vedendomi in difficoltà mi prese per mano e mi portò a casa sua.

Appena dietro le felpe si intravedeva una fatina, che cercava di parlarmi, ma non riuscivo a capirla. Allora mi avvicinai e PUF! Eccomi catapultata in un posto completamente differente, ero caduta nel mezzo di un giardino incantato, con alberi e esseri mai visti, se non nelle favole: fate, elfi, salici piangenti che al posto delle foglie avevano caramelle! Presa dall’euforia e per niente spaventata, mi buttai in un cespuglio di patatine al formaggio e mi abbuffai di dolciumi e altre schifezze… Dopo essermi rimpinzata per bene, decisi di ritornarmene nel mio letto a dormire un pò, ma quando mi rigirai, non vidi più il portale da cui ero entrata, ma solo un grande macigno ricoperto di muschio. Allora pensai di essermi confusa, girai l’angolo e vidi un grande muro che bloccava la strada: mi resi conto di essere in una specie di labirinto. In un batter d’occhio la disperazione mi assalì, tornai davanti alla roccia e iniziai a dire parole a caso, sperando che magicamente la roccia si aprisse, ma niente, nulla da fare.

A cura di B. O.

Era una piccola tana incastonata in un albero di quercia, quando entrai, trovai una piccola tribù di elfi che Yumpi mi presentò: era tutta la sua famiglia. Gli spiegai quello mi era successo, e lui si offrì per aiutarmi a trovare un modo per tornare a casa. Allora Yumpi mi ospitò per la notte e il giorno dopo saremmo potuti partire all’avventura. La mattina seguente partimmo all’alba; iniziammo a camminare fino a quando non arrivammo vicino ad un ruscello dove c’era un grande fiore luminoso, che ogni due secondi spruzzava coriandoli. Tutto ad un tratto, comparve un ranocchio che indossava un gilet e un cappellino, e disse, scandendosi la voce: “ Ehm! Ehm! PAROLA D’ORDINE!”, Yumpi rispose: “PIO PIO BAU BAU!”. Lui rispose in modo ampolloso: “PREGO!”, magicamente comparve un ponte di rami, su cui passai velocemente per paura di cadere. Inizialmente una fitta nebbia non ci permetteva di vedere nulla, ma poi improvvisamente svanì e davanti a me vidi un castello, di colore rosa e bianco con delle torri alte e appuntite come quelle delle storie che mi raccontavano da bambina. Yumpi con orgoglio mi disse: “Benvenuta nel castello del re Capi!”.

Mi accorsi che mettendo il foglio davanti allo specchio quelle parole avevano un senso ben preciso: “VOGLIO TORNARE A CASA!”. Appena le pronunciai venni risucchiata da qualcosa che non so descrivervi: in un attimo mi ritrovai di nuovo nel mio letto. In un primo momento pensai che fosse stato tutto un sogno, ma poi mi venne la curiosità di controllare dentro l’armadio… e spostando i vestiti vidi uno scintillio e una piccola fatina che mi salutava… chiusi l’armadio facendo un sorriso e me ne tornai a letto.

Io non lo ascoltai molto, perché ero incantata nel vedere quel castello fatato; arrivammo fino all’ingresso, dove c’era un gigantesco ponte levatoio che all’improvviso si alzò e apparve un maggiorgnomo con un cappello alto almeno un metro e una folta barba bianca. Il maggiorgnomo ci fece accomodare in un enorme salotto, dove sullo sfondo si intravedeva un trono con sopra seduto un capibara. Yumpi mi bisbigliò all'orecchio: "Lui è il re Capi, ti potrà aiutare per totnare a casa".Arrivati davanti al re ci inchinammo e lui fece il gesto di farci sedere. Dopo esserci seduti, mi chiese il motivo per cui fossi lì, e gli raccontai tutto. Alla fine lui mi disse con tono severo: "Ho la soluzione! Ti porterò dal mago di corte Cric, sicuramente ti saprà aiutare". Il re mi accompagnò dal mago, che si trovava in una caverna nel boschetto accanto al castello. Quando entrammo la prima cosa che vidi fu una pallina di peli, che stava armeggiando qualche marchingegno a me sconosciuto.Lui mi prese la mano e porgendomi un foglio e uno specchio disse: “Hai bisogno di questo specchio e pronunciando queste parole riuscirai a tornare a casa!”. Lui mi prese la mano e porgendomi un foglio e uno specchio:"Hai bisogno di questo specchio e pronunciando queste parole, riuscirai a tornare a casa!". Sul foglio c’era scritto ASAC A ERANROT OILGOV. Io le pronunciai ma non successe niente, Cric mi disse di “riflettere” e di usare anche lo specchio.

Forse non era un sogno o forse sì, ma una cosa è certa, sono sicura di aver vissuto un magico viaggio che ricorderò per sempre.

A cura di B. O.

La loro scuola era bellissima da molti punti di vista: i banchi non erano separati, ma tutti uniti; le lezioni iniziavano più tardi e finivano prima, perché tutti in questo mondo avevano un quoziente intellettivo elevato e praticavano molto sport; si dava molta importanza anche alla musica, al canto e soprattutto alla lettura, infatti leggevano qualsiasi genere, tranne i fumetti perché erano banditi, dicevano che non erano veri libri e che c’erano troppe immagini e poche scritte e questo non permetteva di ampliare la propria immaginazione. Sul cibo avevano molto ancora da imparare perché abbinavano l’amaro con il dolce, una cosa disgustosa, mentre i film non erano niente male, alcuni erano molto originali altri invece un po’ meno, mentre le serie non mi piacevano molto, però avevo scoperto che quelle più belle e dei registi o attori famosi erano a pagamento. I negozi invece erano molto carini e quelli da bambina o da donna erano tutti rosa con un’area dedicata alle giostre o ai gonfiabili, così le bimbe si divertivano; mentre i negozi per i maschi avevano un’area dedicata a un piccolo campo da calcio e i negozi per gli adolescenti o adulti avevano un’area con videogiochi e televisori, tutte le aree erano dotate di snack, poltrone e divani. Il magico mondo aveva un mare bellissimo, addirittura più bello di quello delle Filippine, ovviamente pulitissimo, c’erano anche le piscine, ma non tutti ci andavano perché preferivano le terme.

Era notte quando sentii dei rumori strani provenire dal mio armadio, nonostante fossi spaventata decisi di alzarmi e di andare a controllare. Scossi un po’ i vestiti e vidi, con stupore, un piccolo portale. Rimasi un po’ scettica perché non sapevo cosa fare, nella mia testa pensavo di chiamare le autorità ma ero troppo curiosa; rimasi davanti al portale per almeno dieci minuti ma alla fine presi una decisione che era quella di attraversarlo. Lo attraversai e vidi un mondo fatato chiamato: “il mondo della gentilezza e delle coccole”. Io ero felicissima di scoprire un mondo diverso da quello da dove provenivo ed ero riuscita a farmi degli amici in solo poche ore. In questo mondo nuovo non c’era la guerra e non c’erano i ricchi e i poveri, i prezzi erano bassi e soprattutto tutti avevano un lavoro tranne i bambini che andavano a scuola.

L'APPARENZA INGANNA

E' notte. Mentre dormi tranquillo nel tuo letto senti dei rumori provenire dall'armadio. Ti alzi, apri le ante, scosti i vestiti e... scopri un mondo fatato. Qui sarai il protagonista di una fantastica avventura e affronterai prove difficili senza la guida di nessuno.

Title 1

Io chiesi loro perché non venivano con me, mi risposero che non potevano perché gli avevano inserito un piccolo microchip sotto pelle, così non avrebbero mai potuto lasciare quel mondo e, se ci avessero provato lì avrebbero trovati e rinchiusi per sempre. Quella stessa notte, prima che il microchip fosse messo anche a me, misi in atto il piano. Un vecchio signore, che da bambino aveva provato a fuggire, mi aveva detto dove era il portale. Il portale si trovava sulla montagna più alta che c’era, ma per attraversarlo bisognava spostare una roccia a forma di falco e allora eseguii i suoi consigli. Il giorno dopo partì alla ricerca della montagna più alta, ma non la vedevo e decisi, quindi, di salire su una roccia e allora la vidi alta e maestosa, una montagna con una cima aguzza e difficile da raggiungere. Quando arrivai davanti alla montagna non mi aspettavo che fosse così alta, ma per arrivare al portale a ritornare a casa dovevo arrampicarmi su di essa. A un certo punto vidi un nido con delle uova e davanti a me sbucò un’aquila femmina che pensava volessi far del male ai suoi cuccioli e quindi incominciò ad attaccarmi, ma un cacciatore sparando in aria fece volare via il rapace e io fui salva. Salendo verso la cima, fui sorpresa da un vento fortissimo che mi travolse ed ebbi paura di precipitare così mi fermai, in una piccola grotta finche il vento non si fosse fermato.

Una caratteristica di lì molto bella, secondo me, era che le strade, come anche le piazze e le aiule, fossero curate e pulitissime, infatti non si trovava per strada neanche una sigaretta, perché il popolo ci teneva molto a questo aspetto; là inoltre non c’erano persone drogate o alcolizzate e c’era anche un coprifuoco che serviva agli addetti della pulizia per raccogliere la spazzatura e pulire la città. Dopo due settimane che mi trovavo lì avevo letto sul giornale che dei genitori, disperati, cercavano la loro figlia scomparsa e capii che dovevo ritornare a casa, ritornare dalla mia famiglia e quindi chiesi alle mie due migliori amiche di quel mondo, Graziella e Giuseppina, come potevo fare, ma loro non volevano dirmelo, le implorai per due giorni ma niente non mi parlavano più. Una notte decisi di lasciare il nuovo mondo, cominciai a cercare il portale che mi avrebbe riportato a casa, ma mi accorsi che tutti gli edifici che vedevo erano vuoti e finti, le piante e i fiori erano finti, quel mondo che sembrava perfetto in realtà era solo finzione. All’improvviso scattò un allarme, gli abitanti mi videro e mi portarono nelle segrete delle prigioni. Lì incontrai altre persone imprigionate che, però, mi svelarono come uscire. Il piano si svolgeva di notte e tutto in un minuto: avrei dovuto, di sera, aprire il tombino che si trovava nella mia cella e così, percorrendo dei tunnel, sarei sbucata su una collina molto lontana.

A cura di L. G.

Era notte fonda, o almeno così ml sembrava. Stavo dormendo tranquillamente quando un rumore mi svegliò, ml alzal senza mettere le clabatte e mi dicessi verso l’armadio. Il rumore veniva da lì, avevo un po’ di paura mentre aprivo le ante, spostai i vestiti appesi a vidi, dova doveva essere la parete dell'armadio, una porta aperta con una plccola luce in fondo. Rimasi per un attimo bloccato, ero immobilizzato e soprattutto convinto che si trattasse dl un sogno e che da lì a poco mi sarei svegliato e sarebbe stata mattina. Chiusi gli occhi e quando Ii riaprii, la porta era ancora al suo posto, dove normalmente si trovavano le mie camicle. Mi feci coraggio ed entrai neII'armadio, probabilmante ancora credevo che sarebbe scomparsa e che fosse tutto solo un sogno, anzi un Incubo! Camminai Iungo un corridoio che sembrava non finire mai, fino a quando ritrovai un paradiso terrestre, un giardino con una grande fontana e al centro una statua di donna.

E' notte. Mentre dormi tranquillo nel tuo letto senti dei rumori provenire dall'armadio. Ti alzi, apri le ante, scosti i vestiti e... scopri un mondo fatato. Qui sarai il protagonista di una fantastica avventura e affronterai prove difficili senza la guida di nessuno.

Finalmente, dopo giorni e notti, ero quasi arrivata di fronte al portale quando un grosso gruppo di serpenti mi avevano accerchiata e mi volevano mangiare, ma uno scoiattolo scese da un albero e quando i serpenti lo videro scapparono il più velocemente possibile perché i serpenti hanno molta paura di questi piccoli roditori. Riconobbi la strana roccia, la spostai e vidi il portale e finalmente, stanca e spaventata, lo attraversai. Ritornai a casa mia, nella mia stanza e per l’emozione mi misi a piangere perché era da un mese che non ero a casa. Andai di corsa in soggiorno dove vidi piangere i miei genitori, Michela ed Enea, e quando mi videro mi abbracciarono forte e mi baciarono. Gli raccontai tutte le peripezie che mi erano accadute e loro, increduli, ma felici mi abbracciarono a lungo e io finalmente mi sentii al sicuro. Il giorno dopo andai a scuola e abbracciai tutti i miei compagni e i professori, quando arrivai a casa i miei genitori mi avevano organizzato una festa a sorpresa dove erano presenti tutti i miei parenti che non vedevo da tanto tempo. Io ero molto felice di essere ritornata a casa, dai mie amici ma soprattutto essere ritornata dalla mia famiglia. Da quel momento capii che non tutto ciò che vedo è reale e che l’apparenza inganna.

Title 1

A quel punto iniziai a camminare sul pontile che si muoveva tantissimo e non sembrava per niente sicuro; quando arrivai dalI’aIto vidi in lontananza una casetta come quelle che descrivono nelle favole, con il tetto spiovente e del fumo che usciva dal camino. Una volta arrivato, bussai alla porta e aprì una vecchietta che quando mi vide fece un sospiro e disse: “Finalmente sei arrivato, ci hai messo davvero tanto. Erano diverse notti che aprivo il portale ma non riuscivi a sentire che ti stavamo tutti aspettando. Dai sbrigati, vieni a prepararti per la battaglia, tu non lo sai ma stanno arrivando”. Così dicendo mi accompagnò in un’altra stanza e mi indicò un'armatura argentata nuova di zecca. Oramai avevo capito che quello non era un sogno, ma era il mio destino. Mi preparai, lasciai il mio pigiama a terra e tornai dalla vecchietta. Casa devo fare? Mi rispose: “Adesso ti dirigerai verso il castello e una volta là sfiderai il drago”. II drago? “Si, solo tu sei il predestinato e lo puoi battere. Dovrai usare la spada che è stata lasciata e con quella Io colpirai negli occhi e lo ucciderai. È scritto nei testi antichi. Sarai tu a liberare la valle incantata”. Ma ë possibîle uccidere il drago? “Lo spero proprio, se qualcuno può farlo, sarà solo il predestinato”. A questo punto la vecchietta Io accompagnò dietro la casa dove attendevano due uomini a cavallo.

Sentii gli schizzi d'acqua sul viso e questo mi svegliò del tutto, non era un sogno ma era tutto vero, mi trovai in quello che sembrò un mondo fatato immerso in un giardino dai colori accesi. All'improvviso comparve un ragazzo biondo vestito da cavaliere che mi urlò in sella ad un cavallo bianco: “Fanciullo, stai attento cha stanno arrivando gli uomini del comandante Gustavo e sono davvero crudeli con quelli che catturano; li fanno divorare dal drago; se vuoi ti posso accompagnare al di là del fiume argantato, che loro non possono attraversare a causa di una maledizione”. Chiesi:" Quale maledizione?" Rispose: “Ma come, non Io sai?". È la maledizione che ha lanciato Ioro la strega del bosco, quando hanno cercato di bruciare tutti gli alberi secolari che si trovano alla fine del villaggio”. Mentre mi raccontò questa storia mi fece salire dietro di lui, su un cavallo bianco. Sentivo l'aria passare attraverso il mio pigiama. Ancora una volta capii che ero davvero finito in un altro mondo. Mentre ero perso nei miei pensieri, il cavaliere si fermó davanti a un piccolo ponte sospeso su un fiume di colore azzurro acceso, mi aiutò a scendere e mi augurò buona fortuna.

A cura di J. C.

A quel punto Io incitai a venirmi incontro perché e ra l'unico modo per trovarmi vicino al suo muso. Il drago era impazzito di rabbia e iniziò a volare verso di me, rimasi nascosto dietro al masso fino a che non fosse abbastanza vicino. In quel momento chiusi gli occhi e quando sentii che si stava avvicinando saltai sulla roccia e Io infi]za i con la mia spada. Il drago iniziò ad accasciarsi, sembrava che piangesse dal dolore; non contento afferrai di nuovo la spada e la conficca i nell'altro occhio, dandogli il colpo di grazia. In quel momento vennero fuori tutti i sudditi e tutte le persone che si erano sentite umiliate da quel potere oscuro. Ero felicissimo perché avevo portato a termine la mia missione. Tanta era stata l'emozione che svenni e crollai a terra. Quando mi svegliai ero nella mia stanza, non ci potevo credere che fosse stato tutto un sogno. Mentre controllavo la mia cameretta notai il graffio sul polso, mi venne da sorridere e realizzai che invece era stato tutto reale.

Sembravano deî barboni, erano vestiti male ma quando Io videro arrivare gli parlarono con estrema gentilezza ed erano felicissimi che fosse arrivato per salvare tutto il villaggio. Non avevo nessuna idea di quello che avrei dovuto affrontare, mi diedero un cavallo e ci dirigemmo verso il castello. Mi batteva il cuore all' impazzata, non sapevo cosa altro dovevo aspettarmi in questa notte così strana. Quando arrivammo al castello, da una grande sacca appesa al cavallo tirarono fuori una spada bellissima con inciso sul manico Victoriam; non ne era sicuro ma credo significasse vittoria. La afferrai e proprio in quel preciso momento sentii una scossa fortissima partire dalla mia mano fino ad arrivare lungo la schiena. Tenendo la spada ben salda tra le mani mi avviai verso l'ingresso del castello; dal fossato spuntò velocissimo un drago di colore rosso; nei suoi occhi sembrò passare il fuoco; con un movimento delle sue ali volò alto sopra di me e prima che mi carbonizzasse riuscii a nascondermi dietro una roccia e da fi gli urlai: “Drago I sono il predestino, torna indietro o ti UCCide rô! ”. 2 Nel nascondermi dietro la roccia mi graffiai il polso; il drago cominciò a volare sopra la mia testa sputando fuoco.

Title 1

Solo in quel momento mi accorsi di quanto fosse meraviglioso, le farfalle colorate che svolazzavano su di me rilasciavano una sottile e quasi trasparente polverina che in un millesimo di secondo mi fece volare di qualche metro, abbastanza da poter vedere un piccolo villaggio in cima ad una collina e nuotando nell’aria lo raggiunsi. La gente che viveva lì era strana con le orecchie appuntite, avevano le fattezze di gnomi ma un’altezza normale. Vendevano oggetti stani, nelle poche bancarelle sparse nel villaggio, come bacchette e bracciali magici, portali, cappelli dell’invisibilità e anche aria condizionata profumata! Mi avvicinai ad un vecchietto e gli chiesi se aveva un oggetto adatto al teletrasporto e lui rispose che aveva proprio quello che faceva al caso mio e mi invitò a seguirlo. Non sapevo dove mi stesse portando ma speravo di tornare a casa presto. Il vecchietto mi stava portando nella sua cantina… e… improvvisamente, con destrezza, mi colse di sorpresa e mi spinse giù per le scale, rotolai e caddi sul pavimento sporco e polveroso, arrabbiata gli chiesi il motivo e lui mi rispose che odiava i ragazzini e per punizione li chiudeva sempre nella sua cantina! Gli risposi che ero una brava ragazza e che comunque questo non era il modo di trattare gli ospiti. Lui non mi ascoltò e con disprezzo si girò e se ne andò lasciandomi da sola nella buia cantina.

IL MONDO INCANTATO

E' notte. Mentre dormi tranquillo nel tuo letto senti dei rumori provenire dall'armadio. Ti alzi, apri le ante, scosti i vestiti e... scopri un mondo fatato. Qui sarai il protagonista di una fantastica avventura e affronterai prove difficili senza la guida di nessuno.

Era notte e mentre dormivo iniziai a sentire degli strani rumori provenire dall’armadio, incuriosita mi alzai dal letto, spostai i vestiti e… mi accorsi che l’armadio era diventato un portale! Mi ritrovai davanti ad un luogo simile ad un giardino ma in realtà era un bosco, ma non un bosco normale poiché ad un certo punto sentii qualcuno cantare e ridere, io dallo spavento caddi a terra e mi trovai davanti a dei fiori parlanti! Subito mi guardai indietro verso l’armadio ma vidi che la porta dell’armadio era sparita! Dietro di me c’erano solo alti alberi e vegetazione. In preda al panico iniziai a respirare affannosamente, e mentre sbiancavo dalla paura di non riuscire a tornare più a casa, i fiori vedendomi in preda al panico, cercarono di calmarmi dicendomi parole gentili e mi accarezzavano con le foglie. Dopo essermi ripresa cercai di ragionare su come tornare a casa, ma non riuscivo a concentrarmi per la bellezza di quel posto.

Title 1

Mi accorsi che per spostare i massi dovevo risolvere un enigma magico, poiché c’erano dei pezzi che fluttuavano ed io dovevo capire come metterli in posizione per completare i due puzzle geometrici, che si trovavano al centro. All’inizio non capii come prendere gli oggetti, perché quando provavo a prenderli li oltrepassavo, cosi pensai: “Come vorrei che quel pezzo si spostasse!”, improvvisamente il pezzo si spostò piazzandosi direttamente al suo posto, allora li capII che dovevo usare il pensiero. Una volta risolti i puzzle, due radici spuntarono dal soffitto, afferrarono i due grandi massi e li sollevarono fino ad incastrarli nel soffitto, poi le radici scomparvero nel nulla. A quel punto scelsi di andare nel tunnel di destra, era buio e non vedevo niente, ma stranamente camminavo con molta tranquillità. Dopo pochi minuti di camminata vidi una luce, era la fine del tunnel. Nell’uscire vidi molta vegetazione paludosa, era pieno di pozze d’acqua con del muschio color verde e porpora, l’aria era opaca quasi come una nebbia bianca che attraversava gli alti e muschiosi alberi. Sentii delle liane parlare, non mi spaventai perché ormai ero abituata alle piante parlanti, così mi avvicinai a loro e gli chiesi se potevano aiutarmi. Loro risposero in coro che mi avrebbero aiutato molto volentieri, così subito si allinearono fino a creare un piano d’appoggio molto grande, come una zattera e mi dissero di salire.

Io corsi ugualmente verso la porta e mi misi a battere forte per cercare aiuto ma presto capii che era tutto vano. Il vecchietto, come nulla fosse, era tornato alla sua bancarella alla vendita dei suoi oggetti strani. Rimasi circa per due ore chiusa in quella cantina puzzolente e polverosa, piena di barili con del cibo… in particolare… di mele. Avevo molta fame, ma ero troppo impegnata a pensare a come uscire da lì…. ma la fame prese il sopravvento e dopo pochi minuti presi una mela, la sfregai sui vestiti per pulirla e la mangiai. Quella fu solo la prima… ne mangiai abbastanza da essere ben sazia e cosi mi misi a fare un giro per la cantina e mi accorsi che dietro ad un telo c’era uno specchio che mi sembrava abbastanza insolito, provai a toccarlo e in un batti baleno mi ritrovai in una caverna… caspita! Mi ero teletrasportata! Nella caverna c’erano creature strane, come lucciole rosa, melma viola e di certo non mancavano le piante parlanti, ma il pavimento era semplicemente di terra. Le lucciole con la loro lucine rosa mi incuriosirono e le seguii, ma dopo una grande curva non le vidi più e mi ritrovai davanti ad un incrocio, due tunnel, uno a destra e uno a sinistra, ma erano chiusi da due grossi massi che ne impedivano l’apertura ed il passaggio.

A cura di S. M. S.

Avventurandomi nel bosco cercai di capire come andare via da quella città. Iniziai a rattristarmi e incominciai a pensare che non sarei più tornata a casa per davvero, dopo tutti i miei tentativi, avevo perso le speranze ed ero stanca e affamata, allora per consolarmi presi una delle enormi bacche che trovai in un cespuglio e la mangiai, sconfortata mi sedetti sopra una pietra a pensare alla vita a casa mia, e le lacrime iniziarono a scendere sulle mie guance cosi dissi tra me e me: “ Voglio tornare a casa!” Allora una polverina rosa mi avvolse e a mano a mano si trasformò in un vortice sempre più forte fino a sollevarmi in aria, era una tempesta dolce, un vortice che mi trasportò sopra ad un albero dove vidi la porta del mio armadio, improvvisamente provai dispiacere di lasciare la città, ma il desiderio di tornare a casa era più forte, allora mi guardai intorno e vidi tutti i paesaggi delle mie avventure passate, salutai i suoi strani abitanti magici e varcai la porta. Ero tornata a casa finalmente! Successivamente provai a cercare il modo di tornare nel mondo incantato, ma non ci riuscii. Era stata un’esperienza fantastica ed incominciai a dubitare di averla realmente vissuta, quando nella felpa che indossavo trovai un torsolo di mela che avevo mangiato nella buia cantina… allora pensai che il mondo incantato esisteva davvero e potevo riviverlo ogni volta che mi sarei immerso nei ricordi della mia fantasia.

Durante il viaggio mi addormentai, ma ad un certo punto le liane mi svegliarono con delle scosse dicendomi che dovevo tenermi forte, all’inizio non capivo cosa volessero dirmi, finché all’improvviso, comparve una cupola di resina rotonda, che circondava tutte le liane fino a sigillarle per bene. Avevo un tetto fatto di resina molto alto rispetto a me e in meno di un secondo … Splash! Le liane si immersero come un sottomarino! L’ambiente che era lì sotto, assomigliava a quello marino, perché l’acqua era diventata pulita, limpida e trasparente ed era pieno di pesci, squali, tartarughe, delfini e meduse… così mi accorsi che ero in mare! Era meraviglioso! Quanta vita c’era lì! Poco dopo dall’immersione, vidi un tunnel di vetro trasparente dove all’interno non c’era acqua ma aria, lì avrei potuto respirare tranquillamente, ma per sicurezza le liane tenevano ancora il tetto in resina. Andando avanti per il tunnel, uscimmo in una piccola pozzanghera e mi trovai a destinazione: il bosco. Una volta uscita ringraziai le liane per il passaggio e loro sono state felici di aiutarmi dato che non avevano nulla da fare. Una volta scesa, le liane scomparirono nella pozzanghera. Il bosco era più bello di quanto mi ricordassi, era pieno di uccelli canterini, fiori parlanti, farfalle, talpe che uscivano dalle loro tane gli alberi alti e c’era la splendida luce del sole che illuminava il tutto.

Il Salvator Mundi
La mariner 6

Il 31 Luglio 1969 la sonda "Mariner 6" raggiunge il pianeta Marte.

Pelè e la guerra del Biafra

Arte e cultura

YOU CAN WRITE A SUBTITLE HERE

TITLE HERE

Il Nilo

Astronomia

Nel 1967, la guerra civile nigeriana si fermò, perché...

Sport

Il fiume più lungo al mondo.

Il “Salvator Mundi”, è il dipinto più caro al mondo.

Natura

Curiositàdal mondo

Title 1

A cura di alcuni alunni della classe III C

Title 1

Title 1

La gravita dei danni fisici causati dal fumo dipendono da:-l'eta d'inizio -numero di sigarette fumate al giorno -numero di anni in cui hai iniziato a fumare-inalazione piu o meno profonda del fumo.

La gravità dei danni del fumo dipende da:

Quali sono le patologie fumo correlate?

Fumare alza del 90% la probabilità di tumori ai polmoni, ma può provocare anche altri come alla gola e al pancreas. C'è poi un altro rischio di malattie respiratorie non tumolari, come l'asma. Il fumo può provocare coronopatia, ovvero l'ostruzione delle arterie coronariche, inoltre è dannoso per l'apparato riproduttivo sia maschile che femminile.Per ultimo, in ordine di importanza, fumare comporta dei danni estetici, come l'ingiallimento dei denti e l'invecchiamento della pelle.

Quali sono le patologie fumo correlate?

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim veniam. sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod

+info

Duis autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et accumsan et iusto

Title 1

Le sigarette contengono la nicotina che crea una dipendanza paragonabile a quella che creano le droghe pesanti e contengono anche il catrame, con circa 4800 sostanza nocive. Per l'Oms si e dipendenti da nicotina quando:-ci sono stati tentativi falliti nello smettere di fumare;-è difficile controllarsi con l'uso del tabacco;-si hanno i sintomi di astinenza (ansia e irritabilità).

Il fumo fa così male perchè...

Quali sono le patologie fumo correlate?

+info

Title 1

A cura di Z. M. II G

L'agenza 20-30 è un piano d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità, che comprende 17 obiettivi. L'obiettivo numero 3, cita:"rafforzare l'attuazione del quadro norm ativo della convenzione dell'OMS sul controllo del tabacco in modo appropriato in tutti i paesi.

Agenda 2030

Contengono: nicotina(che, può anche non esserci)acqua, glicerolo, glicole propilenico (causa di asma, intossicazione e tosse), altre sostanze chimiche.se vengono uniti il gricerolo e il glicole propilenico, e poi scaldati, formano sostanze come l'acetaldeide, nel primo gruppo delle sostanze cancerogene, contengono anche aromi che irritano la mucosa.

Le puff rispetto alle sigarette classiche

Creano prima dipendanze.Apportano meno nicotina ai polmoni.le malattie che possono causare, sono per lo più le stesse delle persone che fumano alternandole con le sigarette classiche.

Title 1

Quali sono le patologie fumo correlate?

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim veniam. sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod

+info

Duis autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et accumsan et iusto

Title 1

LABORATORIO MOTORIOAttività Paralimpiche

Questo laboratorio è stato pensato per sensibilizzare e avvicinare noi ragazzi alle problematiche riguardanti il mondo delle persone con disabilità e della diversità in generale. Partendo dalla conoscenza delle discipline paralimpiche, come il sitting volley, il torball e l’atletica per non vedenti; siamo passati all’esperienza vissuta concretamente in palestra per sperimentare su noi stessi, le difficoltà fisiche ed emotive che accompagnano le varie tipologie di svantaggio del corpo. E' stato emozionante e difficile provare ad essere una persona non vedente, che doveva affidarsi al compagno; allo stesso tempo è stato impegnativo, per il carico di responsabilità, assumere il ruolo di guida e prendersi cura dell'altro. Abbiamo vagamente compreso quali possono essere le difficoltà quotidiane incontrate dalle persone con disabilità fisiche e sensoriali. Ci siamo divertiti a metterci nei panni degli altri, abbiamo conosciuto nuovi sport e l’aspetto interessante è che possono essere praticati da tutti. Abbiamo sperimentato il rispetto, la collaborazione ed il concetto di inclusione .

Title 1

Title 1

Title 1

Title 1

Title 1

A cura della Prof.ssa Simona Voto

A cura di S. F. III C

Venni a saperlo credetti a stento a quelle parole Silenzio.....Camminare avanti e indietrola stanza senza confiniil tempo non ha più lancette Ricordi intrecciati tra loro come il filo di un gomitolo del quale non so trovare inizio. Vivo nel ricordo.

La risposta alla classica domanda dei ragazzi, “Prof, ma a che serve studiare la letteratura?” ce la dà in modo esemplare Umbero Galimberti, che afferma: “ Noi impariamo i sentimenti attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l'amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo.”, perchè la letteratura racchiude in sè le infinite sfumature delle emozioni umane.

Studiando la poesia “Pianto antico” di Giosuè Carducci, sulla morte del figlioletto, ho chiesto agli alunni di provare a immedesimarsi in un dolore così grande e metterlo poi in poesia, perchè sono convinta che la scuola, oltre alle nozioni disciplinari, deve insegnare a riconoscere e gestire le proprie emozioni e in questo la letteratura è maestra. I ragazzi, come sempre, si sono messi in gioco, entrando in contatto con i propri vissuti di sofferenza e ne sono scaturite poesie intime, personali e toccanti.

Dolore immenso

Title 1

A cura di C. P. III C

Sono triste e cerco te

Quando sono tristecerco te perchè seila gioia della mia vitae quando ti vedoil mio battito accelera e sono felicema solo se sono accanto a te.

Ricordo

Di te ricordo ancora tuttocome potrei dimenticare? Non ti ho potuto salutaree so che è una ferita che resterà.Mi hai sempre fatto tanto riderecon il tuo modo di scherzare da bambino impertinentee la tua assenza si sente sempre. Da un giorno all'altro sei stato strappato dalle nostre vite come un fiore che viene strappato dal suo terrenoSono già due anni che non ci sei piùma so che il dolore ormai non se ne andrà più.

A cura di G. C. III C

Title 1

Il dolore mi fa pensare che la mia vita sia invanonon mi fa pensare non mi fa capire cosa accadee divento tristemi isolomi chiudomentre il dolore cresce e solo dopo tantoil dolore si allontanae il ricordo va via.

A cura di D. R. III C

Il tuo ricordo

C'è un dolore che non dimenticherò mai quando ho visto la tua pelle fredda come i ghiacciai E il tuo sguardo vuoto senza anima solo al pensier i miei occhi ancora oggi lacrimanAnche se ormai da tanto te ne sei andata il dolore del tuo ricordo nel mio cuore sempre abita.

Il dolore

A cura di E. C. C. III C

Title 1

Title 1

Title 1

photography: Thought Catalog

Title 1