CARAVAGGIO, NARCISO
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Transcript
Laura Bruziches 4BL A.S. 202272023
NARCISO: tra mito, arte e letteratura
Per quanto riguardo il “Narciso” di Caravaggio, attira l’attenzione dello spettatore in particolar modo per la scelta oscurata della scena dominante, la cui luce anziché ricadere sull’intera composizione, sembra quasi capovolgersi solo su determinati dettagli, come la gamba e l’ampia manica a sbuffo. Lo sguardo del protagonista è immerso , in dubbio sull’identità della figura a cui sta per avvicinarsi e che lo trarrà in inganno. L’abito è tipicamente rinascimentale, i colori sono chiari e conferiscono una leggera luminosità alla totale composizione. La bocca è dischiusa e la raffigurazione tende a cogliere l’attimo prima del bacio, pochi secondi prima del tragico finale.Il formato verticale della tela conferisce la nascita di una figura quasi perfettamente doppia, l’aspetto dello sdoppiamento è perfettamente curato dall’artista nei minimi dettagli, facilmente osservabile con le pieghe della manica della camicia, riprodotte nel loro esatto rovesciamento. Il dipinto è il simbolo di una grande originalità per la scelta scenografica e per la solitudine in cui viene immerso il personaggio. Narciso è solo, nel buio, il nero dello sfondo annulla ogni contesto, ogni riferimento ad “altro” che non sia lui. Nessun altro elemento è capace di distogliere lo sguardo dello spettatore, che si ritrova catapultato nella contemplazione dell’intera opera d’arte cinquecentesca rendendo questa pittura eterna.
Caravaggio, Narciso, 1597-'99, olio su tela, 110x92cm, Palazzo Barberini, Roma
«Attonito fissa sé stesso e senza riuscire a staccarne gli occhi rimane impietrito come una statua scolpita in marmo di Paro. Disteso a terra, contempla quelle due stelle che sono i suoi occhi, i capelli degni di Bacco, degni persino di Apollo, e le guance lisce, il collo d’avorio, la bellezza della bocca, il rosa soffuso sul niveo candore, e tutto quanto ammira è ciò che rende lui meraviglioso. Desidera, ignorandolo, sé stesso, amante e oggetto amato»
– “Le Metamorfosi” di Ovidio
Il nome del famoso fiore "Narciso" riporta subito alla mente il mito greco narrato da Ovidio nelle “Metamorfosi”. La leggenda racconta che Narciso nacque dal dio del fiume Cefiso e della ninfa Liriope. Quest’ultima , preoccupata per il futuro del figlio, consultò l’indovino Tiresia il quale predisse che Narciso avrebbe raggiunto la vecchiaia “se non avesse mai conosciuto se stesso.” Col passare del tempo, Narciso divenne un giovane di tale bellezza che chiunque si innamorava di lui. Egli, però, orgogliosamente, respingeva tutti. Un giorno la ninfa Eco seguì furtivamente il giovane tra i boschi e corse ad abbracciarlo ma lui la respinse scontrosamente. Eco, disperata per il suo amore non corrisposto, trascorse il resto della vita in valli solitarie, finché di lei non rimase altro che la voce. Nemesi, la dea dei delitti impuniti e irrisolti, decise così di punire il crudele Narciso. Un giorno il ragazzo, mentre era a caccia, si imbatté in una pozza d’acqua e si accucciò su di essa per bere. Non appena vide per la prima volta la propria immagine riflessa si innamorò perdutamente di essa, senza rendersi conto che fosse lui stesso. Solo quando si accorse che l’immagine riflessa apparteneva a sé e, comprendendo che non avrebbe mai potuto ottenere quell’amore, si lasciò morire struggendosi inutilmente. Si compiva così la profezia di Tiresia. Quando le Naiadi e le Driadi, ninfe delle acque dolci e delle querce, presero il suo corpo per collocarlo sul rogo funebre, al suo posto trovarono un fiore al quale fu dato il nome di narciso.
Il Mito di Narciso
Info
Daffodils -William Wordsworth
Daffodils, scritto da William Wordsworth nel 1804 e pubblicato nella raccolta Poems in two volumes del 1807, è un testo tipicamente romantico, caratterizzato dal rapporto tra l'uomo e la Natura e dalla concezione della poesia come ricordo di una emozione vivida e accesa. La poesia Daffodils nasce da un’esperienza autobiografica: una passeggiata di Wordsworth, insieme alla sorella Dorothy, nei pressi di un lago costeggiato da un campo di narcisi. Protagonista della poesia, però, è la Natura, simboleggiata dai fiori: tutta la poesia è impegnata nella descrizione del paesaggio naturale e delle sensazioni che suscita nell’uomo, in particolare nel poeta, più sensibile dell’uomo comune. La sensazione primaria è la gioia, che riempie la poesia con la scelta del lessico e delle immagini: il colore giallo dorato dei fiori, tradizionalmente legato alla felicità e al benessere, la danza, che è un atteggiamento gioioso e che mette allegria, il luccichio sia dei fiori sia delle acque del lago.