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L'ITALIA FASCISTA
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L' Italia Fascista

giulia rampini

Created on March 14, 2023

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Transcript

L'ITALIA FASCISTA

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https://youtu.be/5jLLLwaAqFY

Lo stato Fascista si insinuò nella vita di ogni giorno degli Italiani (famiglia, educazione, sport e tempo libero).

PREFAZIONE

3. La donna fascista

2. L'Opera Nazionale Balilla

1. La riforma della scuola fascista

INdice

Il liceo classico era solo per i ceti più alti, gli istituti tecnici solo per il proletariato e le scuole complementari erano per i contadini.

  • Tre anni di scuola dell' infanzia (Non obbligatoria)
  • Cinque anni di scuola elementare (Con esame finale)
  • Diversi studi a seconda dell' intelligenza aristocratica

La riforma prevedeva:

Giovanni Gentile

Nel 1923 Giovanni Gentile (insieme a Giuseppe Lombardo Radice) attuò una riforma che interessava l'intero sistema scolastico. L'obbiettivo era quello di porre tutte le scuole sotto il controllo culturale e ideologico dello Stato.

INDICE
( O Riforma Gentile )

La riforma della scuola

ONB

Durante il periodo fascista prevaleva lo studio delle materie classiche, come gia spigato prima. Oltre lo studio delle materie classiche ed agli altri cambiamenti che vennero effettuati dalla Riforma Gentile, che cambiò il volto al ruolo degli insegnanti, al modo di imparare, cambiarono volto anche i libri scolastici, le pagelle, le quali venivano utilizzate come forma di propaganda.

COSA SI STUDIAVA IN EPOCA FASCISTA?

COSA SI STUDIAVA

Era un teorico del Fascismo.

Giovanni Gentile è nato nel 1875, e, dopo aver trascorso un' infanzia felice, si è laureato in Lettere e filosofia. Accettò una cattedra in filosofia al Convitto Nazionale di Campobasso.

Giovanni Gentile

RIVISTA
M/F
PREGHIERA

L'Opera Nazionale Balilla (Un' organizzazione per il sostegno fisico e morale dei giovani) raccoglieva ragazzi dagli otto ai quattordici anni, per educarli a dovere a sostegno delle Leggi Fastiscissime. Il nome Balilla deriva da un avvenimento accaduto a Genova parecchi anni prima: Un ragazzino di undici anni, soprannominato Balilla, stanco del comando Austriaco, decise di scagliare un sasso contro una guardia Austriaca: dopo quell' avvenimento si scatenarono cinque giorni di rivolte.

L'Opera Nazionale Balilla

ONB

le bambine partecipavano a corsi di taglio e cucito, di ricamo, di igiene, di pronto soccorso e di economia domestica per prepararsi ad essere donne della società fascista.

I bambini partecipavano alle attività fisiche per prepararsi ad essere soldati.

  • Camicetta bianca
  • gonna nera
  • Camicia nera
  • Fazzoletto azzurro
  • Pantaloni grigio-verdi
  • fascia nera
  • scarpe marroni
  • fez (Copricapo)
DIVISA
DIVISA

FEMMINE

MASCHI

Siede alla destra del nostro Sovrano. Di là ha da venire a giudicare il bolscevismo. Credo nelle savie leggi. La comunione dei cittadini. La remissione delle pene. La resurrezione dell’Italia. La forza eterna. Così sia.

Io credo nel sommo Duce, creatore delle Camicie Nere. E in Gesù Cristo suo unico protettore. Il nostro Salvatore fu concepito da buona maestra e da laborioso fabbro. Fu prode soldato, ebbe dei nemici. Discese a Rome, il terzo giorno ristabilì lo Stato. Salì all’alto ufficio.

Peghiera del Balilla

Il Balilla (prima Giornale dei Balilla) era un settimanale illustrato per ragazzi pubblicato dal 1923 al 1943

La rivista balilla

Giovanni Gentile vietò alle donne di insegnare nella scuola superiore di Italiano, lettere classiche e filosofia. Il sociologo Ferdinando Loffredo affermò (In Politica della famiglia, Milano 1938): «Le donne devono tornare ad un’assoluta soggezione all’uomo, padre o marito che sia; sottomissione, e perciò inferiorità, spirituale, culturale ed economica».

La donna venne considerata un elemento fondamentale per costruire una perfetta società fascista. Il loro principale compito era quello di crescere i figli attraverso un'educazione fascista (robusti nel corpo e fascisti nella mente). Oltre a sostenere il marito si occupava delle faccende di casa.

LA DONNA FASCISTA

La donna poteva essere picchiata a scopo rieducativo dal marito.

Bandite dai ruoli dirigenziali e dalle possibilità di carriera, le donne esercitavano per lo più mestieri subalterni (commesse e dattilografe), o di insegnanti soprattutto nella scuola primaria (considerato come lavoro dalla "vocazione materna").

Il fascismo prevedeva che il salario delle donne fosse dimezzato anche a parità di mansione rispetto a quello dell’uomo.

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