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Fonte: dati ISTAT 2021
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Povertà assoluta
Secondo le stime definitive, nel 2021 sono poco più di 1,9 milioni le famiglie in povertà assoluta per un totale di circa 5,6 milioni di individui valori stabili rispetto al 2020 quando l’incidenza ha raggiunto i suoi massimi storici
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Povertà relativa
Le famiglie in condizioni di povertà relativa sono circa 2,9 milioni per un totale di quasi 8,8 milioni di individui
LA POVERTÀ IN ITALIA
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LA POVERTÀ IN ITALIA

Le famiglie in condizioni di povertà relativa sono circa 2,9 milioni per un totale di quasi 8,8 milioni di individui

Povertà relativa

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Secondo le stime definitive, nel 2021 sono poco più di 1,9 milioni le famiglie in povertà assoluta per un totale di circa 5,6 milioni di individui valori stabili rispetto al 2020 quando l’incidenza ha raggiunto i suoi massimi storici

Povertà assoluta

Fonte: dati ISTAT 2021

L’incidenza di povertà relativa familiare aumenta soprattutto nel Mezzogiorno dove passa al 20,8% dal 18,3% del 2020. Anche a livello individuale si registra una crescita significativa dell’incidenza di povertà relativa sia in media nazionale sia, in particolare, nel Mezzogiorno e nel Centro.

Nel 2021, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-ovest (6,7% da 7,9%). Tra le famiglie povere, il 42,2% risiede nel Mezzogiorno e il 42,6% al Nord. Anche in termini di individui il Nord registra un numero minore di poveri assoluti che infatti sono 2 milioni 200mila, contro 2 milioni 455mila nel Mezzogiorno. In quest’ultima ripartizione l’incidenza di povertà individuale cresce dall’11,1% al 12,1%.

L’incidenza della povertà assoluta decresce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento della famiglia. Se quest’ultima ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore l’incidenza è pari al 3,9%, in miglioramento rispetto al 2020; si attesta all’11,0% se ha al massimo la licenza di scuola media. La povertà assoluta è stabile tra le famiglie con persona di riferimento occupata (pari al 7,0%) che avevano risentito maggiormente degli effetti della crisi. In base al tipo di occupazione i valori variano:

  • per i dipendenti inquadrati nei livelli più bassi (13,3%)
  • per coloro che svolgono un lavoro autonomo (7,8%)
Rispetto al 2020 solamente le famiglie con persona di riferimento imprenditore o libero professionista mostrano segnali di miglioramento pari al 1,4%. Si conferma, inoltre, il disagio per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione, per le quali l’incidenza arriva al 22,6%.

L’incidenza di povertà assoluta è più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti (più di quattro individui) mentre c'è un miglioramento per quelle composte da tre o due componenti. Nello specifico inoltre le famiglie con figli minori a caricano si trovano in una situazione di disagio rispetto alle famiglie con un solo figlio: 22,8% contro 8,1%. Anche a livello anagrafico, si trovano differenze infatti, la povertà familiare presenta un andamento decrescente all’aumentare dell’età della persona di riferimento; generalmente, infatti, le famiglie di giovani hanno minori capacità di spesa poiché dispongono di redditi mediamente più bassi e hanno minori risparmi accumulati nel corso della vita o beni ereditati. La povertà assoluta riguarda il 9,4% delle famiglie con persona di riferimento tra i 18 e i 34 anni e il 5,2% di quelle con persona di riferimento oltre i 64 anni. I valori più elevati dell’incidenza si trovano tra le famiglie con persona di riferimento di 35-44 anni (9,9%) e tra quelle in cui la persona di riferimento ha fra i 45 e i 54 anni (9,7%). In linea generale, i dati sono stabili rispetto al 2020.

Nel 2021, la povertà assoluta in Italia colpisce 1 milione 382mila bambini e le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 762mila Inoltre, l’incidenza di povertà assoluta aumenta al crescere del numero di figli minori presenti in famiglia (6,0% per le coppie con un figlio minore, 11,1% per quelle con due figli minori e 20,4% per le coppie con tre o più figli minori) ed è elevata tra le famiglie monogenitore con minori (11,5%). L’incidenza della povertà tra le famiglie con minori varia molto a seconda della condizione lavorativa e della posizione nella professione della persona di riferimento: 9,5% se occupata (16,1% nel caso di operaio) e 23,3% se non occupata (27,2% se è in cerca di occupazione). Inoltre, se si guarda a livello geografico si nota che l’incidenza di povertà assoluta per le famiglie con minori è più elevata nelle aree metropolitane, sia centro che periferia, rispetto ai comuni medio piccoli. Nel confronto con il 2020 i numeri sono stabili a livello nazionale ma comunque distanti da quelli registrati nel 2019.

L’incidenza di povertà relativa cresce per le famiglie monocomponente che sono per lo più persone over 65. Tale andamento riguarda anche le coppie con persona di riferimento con più di 65 anni. Ancora in sofferenza le famiglie con tre o più figli minori che mostrano un’incidenza di povertà relativa quasi tre volte superiore a quella media nazionale (31,9% contro 11,1%) più elevata anche di quella registrata per le coppie con tre o più figli, non necessariamente minori. La dinamica dell’incidenza di povertà relativa per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione mostra valori in crescita ma in linea con i livelli del 2019. In base alla cittadinanza dei componenti della famiglia, l'indice di povertà relativa è tre volte più grande e cresce molto per le famiglie con almeno uno straniero. Nella tabella sottostante sono state classificate le famiglie povere e non povere in base alla linea convenzionale di povertà relativa e successivamente sono state applicate delle ulteriori soglie per inquadrare in modo migliore le sottocategorie.