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la madre dell'ambientalismo americano
Rachel Carson
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"Più riusciamo a focalizare la nostra attenzione sulle meraviglie e le realtà dell'universo attorno a noi,meno dovremmo trovare gusto nel DISTRUGGERLO"

biografia

biografia Rachel Carson nacque a Springdale in Pennsylvania nel 1907 e si dedicò fin da bambina all’osservazione della natura, studiò biologia marina e completò un master in zoologia alla John Hopkins University. Riconosciuta come la madre dell’ambientalismo americano, fu la prima a prevedere con forte anticipo gli effetti delle tecniche in agricoltura (come l’utilizzo del DDT sulle coltivazioni, vietato anni dopo proprio grazie alla sua battaglia) e la prima a denunciare pubblicamente i danni inferti alla natura da fenomeni come la deforestazione e l’incontrollato intervento dell’uomo sull’ambiente. Dopo aver pubblicato alcuni articoli e testi scientifici sul mondo marino che non raggiunsero il grande pubblico, Rachel raggiunse il successo nel 1951 con The sea around us (il mare attorno a noi). A partire dagli anni ’50 la Carson si dedicò interamente alla scrittura. Il suo interesse si allargò presto allo studio delle coltivazioni e alla difesa di quel mondo naturale che tanto amava e che, come dichiarò, “veniva maltrattato senza che lei potesse fare nulla”. Iniziò così la sua campagna contro il DDT, il cui risultato forse più importante e duraturo fu la capacità di aprire per la prima volta un dibattito sull’ambiente a tuttotondo, come insieme di correlazioni che non possono prescindere l’una dall’altra. Nel breve saggio Primavera silenziosa, la Carson descrisse dettagliatamente i danni irreversibili all’ambiente e all’uomo causati dall’uso in agricoltura di pesticidi, sostanze inquinanti e cancerogene. Non solo, propose delle alternative biologiche all’avvelenamento del pianeta, basate sulla conoscenza degli organismi viventi. Per questo fu attaccata duramente dalle multinazionali della chimica, dalla comunità scientifica e dai media. Contro di lei fu montata una campagna di denigrazione molto brutale. Rachel Carson morì nel 1964 per un grave cancro al seno. Solo dopo 16 anni dalla sua morte le venne assegnata la Medaglia Presidenziale della libertà. La sua sua appassionata ricerca della verità servì da modello nella lotta per la difesa dell’ambiente in tutto il mondo.

il libro

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Rachel Carson

la madre dell'ambientalismo americano

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la storia del DDT Gli idrocarburi clorurati sono spesso utilizzati a supporto delle attività agricole, soprattutto come insetticidi ed erbicidi. Tra questi vale la pena ricordare il diclorodifeniltricloroetano, noto con la sigla DDT, che è stato utilizzato in modo massiccio tra gli anni ’40 e ’70 del secolo scorso. Questo composto fu sintetizzato per la prima volta nel 1874, presso i laboratori dell’Università di Strasburgo, dal chimico tedesco O. Ziegler ma la sua efficacia come potente insetticida fu dimostrata solo nel 1939, dal chimico svizzero P. H. Müller, nei laboratori della Geigy Company. Il prodotto si rivelò così innovativo da venire brevettato fin dal 1940 e subito dopo commercializzato in molti Paesi. Prima del DDT, i soli insetticidi disponibili erano quelli che, come i composti a base di arsenico, presentavano elevata tossicità anche per gli animali a sangue caldo o quelli che utilizzavano principi estratti dalle piante, caratterizzati però da una scarsa efficacia. Il DDT entrò in uso negli Stati Uniti nel 1942 e, durante il periodo bellico della seconda guerra mondiale, si dimostrò un potente alleato dell’esercito perché venne utilizzato per sterminare gli insetti responsabili di malattie quali tifo, febbre gialla, malaria. Basti pensare che durante la prima guerra mondiale si stimarono più di 5 milioni di decessi per queste patologie. Durante la seconda guerra mondiale, le truppe alleate ne fecero un massiccio utilizzo su civili e militari. La prima volta fu per sconfiggere un focolaio di tifo a Napoli e in seguito fu largamente usato nella provincia di Latina (chiamata allora Littoria), in Veneto e Sardegna per sconfiggere le zanzare anofele molto diffuse nelle zone paludose e responsabili della trasmissione della malaria. Nel 1945 sir Wiston Churchill, il primo ministro del Regno Unito, si riferì al DDT come a qualcosa di miracoloso a causa dell’indubbia utilità riscontrata nel corso del secondo conflitto mondiale e nel 1948 fu assegnato a Müller il premio Nobel per la Medicina in riconoscimento dell’elevato numero di civili salvati da questo prodotto. Nel dopoguerra però l’uso, o forse è meglio dire l’abuso, del DDT si fece sempre più esteso non solo ai fini di sanità pubblica ma anche come insetticida per proteggere gli alberi, le colture agricole e le derrate alimentari. Questa massiccia diffusione, come spesso accade, determinò la necessità di utilizzarne dosi sempre maggiori per ottenere gli stessi risultati e favorì lo sviluppo di specie di insetti dannosi resistenti all’insetticida. Il DDT, come altri composti organoclorurati, si concentra quindi nei tessuti adiposi degli animali e la sua concentrazione aumenta con il procedere della catena alimentare. In altre parole dà luogo al fenomeno che prende il nome di biomagnificazione. Questo comporta che nelle specie marine più grandi (così come nella specie umana), man mano che si sale nella catena alimentare questo composto (o il suo metabolita, diclorodifenildicloroetene) si concentri sempre più, fino a raggiungere dosi potenzialmente pericolose. Dagli anni ’60, in seguito a dubbi nati in seno alla comunità scientifica e a campagne ambientaliste condotte inizialmente negli Stati Uniti e poi in Europa l’uso del DDT fu fortemente limitato. Dal 1978 una direttiva europea proibì la commercializzazione e l’uso di prodotti per l’agricoltura contenenti DDT e altri insetticidi organoclorurati particolarmente pericolosi. Nel 2001 numerosi Paesi aderirono alla Convenzione di Stoccolma, un trattato globale per regolamentare fortemente l’uso del DDT e di altre sostanze persistenti nell’ambiente. Questo trattato permette comunque la produzione e l’uso del DDT per il controllo dei vettori delle malattie, in particolare della malaria. Forse è utile sottolineare che ancora oggi in Africa, questa malattia uccide un milione di persone ogni anno, soprattutto bambini. L’utilizzo del DDT deve però avvenire nel rispetto delle condizioni del trattato e sotto specifiche raccomandazioni dell’OMS.

SILENT SPRING

Nel Settembre del 1962 Rachel Carson pubblica Silent Spring, un libro scientifico destinato per la prima volta al grande pubblico. Non un testo qualsiasi, ma una forte invettiva sull’uso incontrollato di DDT e dei fitofarmaci, che costringerà tutti a riflettere sull’atteggiamento irresponsabile dell’uomo nei confronti dell’ambiente. Inizia così una battaglia di diffamazione e intimidazione tra una biologa e zoologa statunitense e l’intera industria agricola, sostenuta da una parte del governo americano. A pochi mesi dalla sua pubblicazione, Silent Spring riesce nella più ardita delle aspirazioni, promuovere un risveglio delle coscienze, diventando pietra miliare del moderno movimento ambientalista. Nella prefazione si legge «ad Albert Schweitzer che disse “L’uomo ha perduto la capacità di prevenire e prevedere. Andrà a finire che distruggerà la Terra”».