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27 Gennaio: giorno della memoria

PERCHE' LA FARFALLA GIALLA E' DIVENTATA SIMBOLO DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA? SIATE LA FARFALLA GIALLA CHE VOLA SOPRA IL FILO SPINATO Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria e si ripensa alle persone che sono morte durante la seconda guerra mondiale nei campi di sterminio. È stato scelto il 27 gennaio come data dell’evento perché in quel giorno, nel 1945, furono liberati i prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz.Liliana Segre nel suo discorso per la giornata della memoria l'anno scorso davanti al Parlamento Europeo ricorda: «… Io non fui liberata il 27 gennaio dall'Armata Rossa, facevo parte di quel gruppo di più di 50 mila prigionieri ancora in vita obbligati a una marcia che durò mesi… Quando parlo nelle scuole dico che ognuno nella vita deve mettere una gamba davanti all'altra, che non si deve mai appoggiare a nessuno perché nella "Marcia della morte" non potevamo appoggiarci al compagno vicino che si trascinava nella neve con i piedi piagati e che veniva finito dalla scorta se fosse caduto. Ucciso. La forza della vita è straordinaria, è questo che dobbiamo trasmettere ai giovani di oggi. Noi non volevamo morire, eravamo pazzamente attaccati alla vita qualunque essa fosse… Ricordo quella bambina di Terezin che, prima di essere uccisa, ha disegnato una farfalla gialla che vola sopra i fili spinati. Che la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati. Questo è un semplicissimo messaggio… ai miei futuri nipoti ideali. Che siano in grado, con la loro responsabilità e la loro coscienza, di essere sempre quella farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati».

” La farfalla” è una poesia di Pavel Freedman, uno dei quindicimila bambini rinchiusi nel campo di Terezin, poi mandato ad Auschwitz dove ha trovato la morte. Il ricordo dell’ultima farfalla vista fuori dal ghetto, simboleggia la sua perduta libertà e l’infanzia negata. La farfalla L’ultima, proprio l’ultima,di un giallo così intenso, cosìassolutamente giallo,come una lacrima di sole quando cadesopra una roccia biancacosì gialla, così gialla!l’ultima,volava in alto leggera,aleggiava sicuraper baciare il suo ultimo mondo.Tra qualche giornosarà già la mia settima settimanadi ghetto:i miei mi hanno ritrovato quie qui mi chiamano i fiori di rutae il bianco candeliere di castagnonel cortile.Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.Quella dell’altra volta fu l’ultima:le farfalle non vivono nel ghetto. (Pavel Friedman, Praga 1921 – Auschwitz 1944)