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IL VOTO DEI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI ALL’ESTERO

GIORNATE DI FORMAZIONE A MONTECITORIO

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Classi 4ªE - 5 ªA IPSSS Galvani-IodiReggio Emilia

Il diritto di voto è il principale dei diritti politici che viene riconosciuto dalla nostra Carta Costituzionale al cittadino italiano, anche se non residente nel Paese. Il terzo comma dell’art. 48 Cost., introdotto con la legge costituzionale n. 1 del 17 gennaio 2000, contempla una specifica previsione in riferimento all'esercizio del diritto di voto da parte dei cittadini italiani residenti all’estero, affidando alla legge il compito di definire requisiti e modalità, compito assolto dal legislatore ordinario attraverso la legge n. 459 del 27 dicembre 2001.

Le recenti elezioni politiche del settembre 2022 hanno evidenziato, come già accaduto nel corso di altre tornate politiche, la fragilità di una normativa che, seppure relativa a una materia certamente complessa e di non semplice soluzione, pare non essere in grado di assicurare la correttezza e la regolarità delle operazioni di voto.

Risultati elezioni politiche 2022

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Diverse segnalazioni e denunce,portate alla ribalta della cronaca da inchieste televisive financo da querele alla Procura di Roma,hanno evidenziato diverse falle nel sistema,così come è congegnato dalla legge.

DENUNCE E QUERELE

1° PROBLEMA

Non c'è la garanzia che chi riceve il plico elettorale sia effettivamente la persona titolare del diritto di voto (molti cittadini italiani indicano come residenza nello Stato estero un conoscente, o un centro servizi).

2°PROBLEMA

I plichi elettorali potrebbero diventare merce di scambio per il miglior offerente, posto che chiunque ne abbia il possesso potrebbe compiere agevolmente le operazioni di voto.

3° PROBLEMA

II voto per corrispondenza potrebbe rendere più facile la falsificazione delle schede elettorali,dato che è accaduto che in alcuni Paesi il numero delle schede votate fosse maggiore rispetto al numero degli aventi diritto.

La scheda compilata non viene immediatamente spedita, quindi l'elettore, con una foto, potrebbe dimostrare il voto dato al partito o alla coalizione e utilizzarla per la pratica illegale del voto di scambio.

4° PROBLEMA

5° PROBLEMA

Le schede sono spedite dai Consolati dei diversi Paesi in Italia attraverso l’utilizzo di sistemi di posta tradizionali, certamente poco sicuri e tutt’altro che indenni dal rischio di manomissione.

Questo dossier di documentazione mira a rappresentare l’attuale situazione sul sistema del voto dei cittadini italiani all’estero, a rilevare le criticità esistenti e a formulare proposte migliorative, limitatamente alle votazioni inerenti le elezioni politiche. Nello specifico, il nostro lavoro consisterà nell’analisi e nello sviluppo dei seguenti punti:

worst

Analisi dell’art. 48 Cost. nella sua formulazione originaria e nella novella introdotta con la legge n. 1 del 2000

Analisi della legge n. 459 del 2001 che ha dato attuazione al principio costituzionale

Analisi della dislocazione dei cittadini italiani all'estero

Modalità operative relative alle fasi procedurali legate l'esercizio di tale diritto

1)

2)

3)

4)

5)

6)

7)

8)

Analisi comparata della legislazione in materia vigente in altri Stati

Verifica dell'efficienza, della funzionalità e della sicurezza del sistema di voto

Analisi dei dati proveniente dal questionario somministrato a un campione di cittadini italiani residenti all'estero

Conclusioni e proposte

1) Analisi dell’art. 48 Cost. nella sua formulazione originaria e nella novella introdotta con la legge n. 1 del 2000

Art. 48 CostituzioneSono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

L’articolo 48 della Costituzione è il primo articolo del titolo IV, rapporti politici, della Costituzione e sancisce il diritto di voto in tutte le sue caratteristiche. Il primo comma di tale articolo fa riferimento al suffragio universale, secondo il quale il diritto di voto è riconosciuto a tutti i cittadini italiani, dunque anche ai non residenti in Italia.

La legge costituzionale n.1 del 17 gennaio 2000 ha modificato l’art. 48 affidando alla legge ordinaria il compito di definire requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto da parte dei cittadini italiani residenti all’estero. Ha inoltre previsto l’istituzione di una “circoscrizione Estero” per l’elezione dei membri del Parlamento, cui sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale.

La proposta di legge di riforma costituzionale è stata presentata il 17 febbraio 1999 a firma dell’onorevole Mirko Tremaglia, all’epoca deputato e poi ministro per gli italiani nel mondo dal 2001 al 2006, che per anni si è battuto per modificare le modalità attraverso le quali veniva esercitato il diritto di voto dei cittadini italiani all’estero. Fino a quel momento, infatti, per potere esercitare tale diritto, era necessario tornare in Italia e votare presso le sezioni elettorali del Comune nelle cui liste elettorali si era iscritti. Il nuovo dettato costituzionale apre nuovi scenari, posto che rimanda al legislatore ordinario il compito di legiferare in materia.

2) Analisi della legge n. 459 del 2001 che ha dato attuazione al principio costituzionale

In seguito alla riforma costituzionale che ha novellato l’articolo 48 Cost., il legislatore ordinario è intervenuto a disciplinare la normativa per dare attuazione e rendere effettivo l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero attraverso la legge n. 459 del 27 dicembre 2001, meglio conosciuta come “Legge Tremaglia”, dal nome del ministro per gli italiani nel mondo che l’ha fortemente voluta. Questa normativa ha previsto, per la prima volta, la possibilità, da parte dei cittadini italiani residenti all’estero, di poter votare nel luogo di residenza, senza dover fare obbligatoriamente rientro in Patria, come accadeva in precedenza.

Osserviamo, prioritariamente, che tale legge, all’articolo 6, prevede che la circoscrizione Estero sia divisa in quattro ripartizioni:

  • Europa
  • America meridionale
  • America settentrionale e centrale
  • Asia, Africa, Oceania e Antartide.

Tale ripartizione tiene conto del fatto che i cittadini italiani residenti all’estero sono maggiormente concentrati in alcune zone del mondo e meno in altre. L’Europa e l’America meridionale sono i luoghi in cui risiede il maggior numero di cittadini italiani; l’Asia, l’Africa, l’Oceania e l’Antartide, pur essendo territori vastissimi, sono meno popolati da cittadini italiani, perciò sono state riunite in un’unica ripartizione.

L’articolo 48 Cost., che ha previsto la circoscrizione Estero, ha rimandato alla legge costituzionale il compito di definire il numero dei seggi ad essa assegnati, compito assolto dalla Legge del 23 gennaio 2001, n.1, la quale ha attribuito alla circoscrizione Estero 12 deputati e 6 senatori. Dal 2020, successivamente alla riforma degli articoli 56 e 57 della costituzione, relativi alla riduzione del numero dei parlamentari, alla circoscrizione Estero è stato ridotto il numero dei seggi, portandoli a 8 deputati e 4 senatori. Perciò, al numero complessivo di deputati (400) e a quello dei senatori (200) vengono detratti i seggi riservati ai rappresentanti parlamentari eletti da cittadini italiani residenti all’estero.

Ma come votano i cittadini italiani residenti all’estero? La legge prevede due differenti modalità per permettere loro di esercitare il diritto di voto. Vediamole:

1- Seppur non rappresenti la modalità ordinaria di voto, viene concesso ai cittadini italiani residenti all’estero di rientrare in Italia e di esercitare il voto presso le sezioni elettorali del Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti. Entro il 31 dicembre dell’anno precedente al termine naturale della legislatura, o entro il decimo giorno successivo all’indizione delle elezioni (nel caso di scioglimento anticipato delle Camere), l’elettore deve una comunicazione al Consolato di residenza per manifestare la sua intenzione di votare in questo modo. La decisione di votare in Italia può comunque sempre essere revocata dal cittadino con una comunicazione all’ufficio consolare.

2- La modalità ordinaria di voto è quella per corrispondenza. Il voto per corrispondenza non è sempre garantito, non è attuabile negli Stati con i quali il governo italiano non ha potuto stringere accordi per accertare che il voto sia libero, segreto, uguale e personale e nemmeno negli Stati la cui situazione socio-politica non garantisce il diritto di voto. In questi casi, lo Stato italiano si impegna a dare la possibilità a questi elettori di votare in Italia.

Analisi della dislocazione dei cittadini italiani all’estero

I cittadini italiani residenti all’estero hanno la possibilità di votare se iscritti all’AIRE, acronimo di Anagrafe Italiani Residenti all’Estero. Tale organo è stato istituito con la legge 27 ottobre 1988, n. 47. L’iscrizione all’istituzione è un “diritto-dovere” del cittadino (art. 6, “Anagrafe e censimento degli italiani all'estero”.), in quanto tale iscrizione garantisce, tra le altre cose, di poter partecipare alle elezioni politiche. L’iscrizione è rivolta ai cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi e coloro che già vi risiedono, sia perché nati all’estero che per successivo acquisto della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo.

Secondo il Rapporto italiani nel mondo realizzato dalla Fondazione Migrantes, nel 2001 erano circa 5,8 milioni i cittadini italiani residenti all’estero, con una tendenza di costante e importante crescita, se pensiamo che nel 2006 tale numero era pari a 3,1 milioni, facendo registrare uno sbalzo della percentuale di espatrio dell’87% nell’arco di soli 15 anni. Un dato interessante da segnalare è che il numero complessivo dei cittadini italiani residenti all’estero che supera il numero degli immigrati stranieri regolari presenti sul suolo italiano,, pari a circa 5,2 milioni. Se passiamo a analizzare la dislocazione dei nostri connazionali all’estero, osserviamo che le aree prescelte sono gli Stati europei al primo posto, con il 54,4% del totale degli emigrati e il continente americano con il 40,1%; chiudono l’Oceania col 2,9%, l’Asia con l’1,3% e l’ Africa con l’1,3%.

Dati dei residenti italiani all'estero

References

Modalità operative relative alle fasi procedurali legate all’esercizio di tale diritto

Le modalità operative relative alle fasi procedurali relative all’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero sono definite dal DPR 2 aprile 2003, n. 104, Regolamento di attuazione della legge 27 dicembre 2001, n. 459. Riassumiamo in sintesi i vari passaggi.

1) L’elenco degli elettori residenti all’estero viene aggiornato solitamente due volte l’anno dal Ministero dell’Interno, Dicastero competente in materia elettorale, sulla base dell’aggiornamento dell’AIRE che dipende dall’ ufficio consolare a cui si rivolge il cittadino interessato.

2) Quando vengono indetti i comizi elettorali per una determinata consultazione, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ne da’ comunicazione ad Ambasciate e Consolati italiani nel mondo, comunicando le scadenze e le istruzioni necessarie per l’organizzazione del voto all’estero.

3) Il voto si svolge per corrispondenza, salvo in quei Paesi nei quali la nostra Ambasciata non ritenga esistano le condizioni per poter procedere in tal modo, o per ragioni di sicurezza o per inaffidabilità dei servizi postali. Il sito del Ministero dell’Interno sancisce che non è possibile votare per corrispondenza in Stati in cui il diritto di voto non è garantito che avvenga in condizioni di: libertà, segretezza e di eguaglianza. In tali Paesi l’Ambasciata contribuisce alle spese di viaggio per l’Italia per i connazionali che intendano avvalersi del diritto di voto nel territorio nazionale.

4) Una volta accertata la possibilità di poter procedere per corrispondenza, l’ufficio consolare di riferimento avvia le procedure per la predisposizione dei plichi elettorali. Il plico contiene il seguente materiale: la scheda/le schede relative alla consultazione elettorale, di colori differenti per ciascuna votazione e ripartizione, tutte le schede sono costituite da carta consistente; poi vi è l’elenco dei candidati (per le elezioni politiche), il foglio informativo su come si vota, il tagliando elettorale individuale, una busta piccola in cui inserire le schede votate, una busta media preaffrancata da spedire all’ufficio consolare di riferimento in cui inserire la busta piccola e il tagliando elettorale individuale. In ogni plico vi possono essere i documenti elettorali di un solo elettore e una volta sigillati non vi devono essere segni di riconoscimento. L'intero materiale deve essere stampato in loco da operatori locali ai quali il materiale elettorale viene consegnato con apposite misure di sicurezza.

5) Per coloro che non ricevono il plico elettorale entro quattordici giorni dalla data dell’inizio delle votazioni in Italia, possono richiedere il duplicato all’ufficio consolare. In questo caso gli elettori sono formalmente ammoniti sulle conseguenze di natura penale conseguenti al doppio voto.

6) Dal momento in cui i plichi vengono spediti agli elettori ,cominciano le operazioni di raccolta dei plichi votati rispediti dagli elettori, non deve andar oltre il decimo giorno precedente alla data di votazione in Italia. Ogni giorno si procede al loro conteggio. I plichi sono quindi conservati in luogo sicuro e sorvegliato.

8) I plichi vengono inseriti nelle bolgette diplomatiche del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale venendo quindi chiusi e sigillati.

9) Il venerdi’ o il sabato precedenti alle elezioni sono previsti i voli con cui i plichi votati da tutti gli italiani residenti all’estero sono fatti arrivare in Italia.

10) Le operazioni di scrutinio avvengono in Italia. I voti degli italiani all’estero si traducono in rappresentanza parlamentare attraverso l’elezione di 12 parlamentari, 8 deputati e 4 senatori, della circoscrizione Estero. La circoscrizione e’ divisa in 4 ripartizioni territoriali: Europa (3 deputati e 1 senatore); Sud America (2 deputati e 1 senatore); Centro e Nord America (2 deputati e 1 senatore); Africa, Asia e Oceania (1 deputato e 1 senatore).

7) Le operazioni elettorali si concludono alle ore 16.00, in base all’ora locale, del giovedì precedente al giorno delle elezioni in Italia. A seguito di tale scadenza si procede al conteggio finale e alla predisposizione dei relativi verbali, che saranno poi consegnati assieme ai plichi all’arrivo all’aeroporto di Fiumicino. Gli uffici consolari dopo aver compiuto la spedizione, procedono con l’incenerimento delle schede nulle e/o inutilizzate.

In seguito alle elezioni politiche del settembre 2022, così come era accaduto per le precedenti del 2018, diverse sono state le segnalazioni relative a inefficienze del sistema, financo di brogli. Di seguito, analizziamo alcuni articoli di giornale a alcune video inchieste sul tema.

Il servizio realizzato dalla trasmissione televisiva “Le Iene”, rileva diverse testimonianze di cittadini italiani residenti in diverse parti del mondo che non hanno ricevuto il plico elettorale. Inoltre, allo spoglio di alcune schede votate, è risultato che oltre 2.000 schede riportavano il nome di un candidato scritto con la stessa calligrafia.

5) Verifica dell’efficienza, della funzionalità e della sicurezza del sistema di voto

Anche il tg satirico Striscia la notizia si è occupato del voto degli italiani all’estero in quanto in redazione sono giunte segnalazioni di possibili brogli relativi a schede elettorali falsificate, provenienti dall’Argentina.

Il Giornale denuncia, invece, che nella circoscrizione Estera “Nord America-America centrale” diversi plichi elettorali siano stati spediti ad indirizzi sbagliati, nonostante i cambi di indirizzo fossero stati tempestivamente comunicati dal Consolato alle autorità italiane, oltre che a un numero esorbitante di persone ultranovantenni, dato certamente non credibile.

L’Agenzia di stampa nazionale Dire riporta l’allarme lanciato da un europarlamentare che denuncia anomalie rilevate già prima della data fissata per le elezioni politiche, che fanno pensare a possibili brogli e propone l’introduzione del voto elettronico.

E’ stato predisposto un questionario che abbiamo sottoposto a tre italiani di nostra conoscenza che risiedono in tre diversi Stati: Regno Unito, Germania e Mali. Le domande che abbiamo preparato hanno avuto lo scopo di testare se i nostri connazionali avessero riscontrato problematiche di varia natura rispetto ai problemi che sono stati denunciati dagli organi di stampa. Di seguito il questionario e la nostra sintesi rispetto ai risultati.

6) Analisi dei dati proveniente dal questionario somministrato a un campione di cittadini italiani residenti all’estero.

  1. Hai ricevuto il plico elettorale per votare alle ultime elezioni del 25 settembre?
  2. Come hai ricevuto il plico elettorale? Ti è stato recapitato personalmente o l’hai ricevuto nella tua cassetta della posta?
  3. Ti è mai successo che non ti sia arrivato il plico elettorale nelle precedenti votazioni?
  4. Ti hanno chiesto la carta di identità per assicurarsi che fossi tu?
  5. E’ mai successo a te o ad un componente della tua famiglia che gli sia arrivato il plico elettorale di un altro cittadino italiano?
  6. Che tipo di problemi hai riscontrato quando hai esercitato il tuo voto?
  7. Ti sei sentita a disagio rispetto alla modalità di voto?
  8. Ti è mai arrivata in ritardo la scheda elettorale?
  9. Il plico è arrivato a tutta la tua famiglia?
  10. Qualcuno ti ha fatto richieste ambigue?
  11. Sai se qualche tuo parente, amico o conoscente abbia ricevuto richieste ambigue?

Domande per l’intervista rivolta ad alcunicittadini italiani residenti all’estero

I risultati dei sondaggi effettuati, evidenziano problemi legati al ritardo nella consegna del plico e, in un caso relativo alle precedenti elezioni, nella mancata ricezione. Per il resto, non sono stati rilevati particolari problemi legati all’esercizio del diritto di voto.

La nostra analisi prosegue nella ricerca e nell’analisi della legislazione presente in alcuni Stati in riferimento all’esercizio del diritto di voto dei propri cittadini all’estero: Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Giappone, Argentina.

7) Analisi comparata della legislazione in materia vigente in altri Stati

Come vota un cittadino statunitense all'estero? Chi vota all’estero ha come punto di riferimento il sito web del governo, che fornisce informazioni generali e permette di identificare il proprio ufficio elettorale. L’elettore dovrà dunque registrarsi e richiedere il certificato elettorale tramite una specifica domanda divisa in nove sezioni, la Voter Registration and Absentee Ballot Request. Ricevuta la domanda (inviata al proprio ufficio elettorale), il Board contatta l’elettorato e invia il materiale elettorale,comprendente: scheda con i nomi dei candidati, istruzioni e due buste. Sulla prima busta si inserisce il proprio “ballot”, si sigilla e si pone nella seconda busta, destinata a tornare all’ufficio elettorale di appartenenza. Chi riceve il materiale per email è tenuto a stampare la documentazione: il foglio in cui verranno stampate le buste dovrà essere ripiegato seguendo specifiche linee, infine sigillato con nastro adesivo; l’ufficio elettorale dovrà ricevere la seconda busta entro tredici giorni dalla data delle elezioni.

Come vota un cittadino inglese all'estero?Le modalità di esercizio del diritto di voto dei cittadini inglesi residenti all'estero estero sono di due tipi: -per corrispondenza. -per delega: i cittadini devono nominare una persona di fiducia come loro delegato che riceverà la scheda elettorale per delega e dovrà recarsi al seggio elettorale per esprimere il proprio voto. Se colui che è stato delegato è impossibilitato a raggiungere il seggio, può richiedere di votare per posta (voto per delega postale) entro le ore 17:00 di undici giorni lavorativi antecedenti allo scrutinio.

Come vota un cittadino svizzero all'estero? I cittadini svizzeri all'estero possono esercitare i propri diritti politici a condizione che: - abbiano trasferito la propria residenza nel Paese ospitante; - abbiano almeno diciotto anni di età; - siano registrati presso una rappresentanza Svizzera. Gli Svizzeri all’estero possono inoltre votare progetti di legge federali e prenderà parte alle elezioni del Consiglio Nazionale senza doversi recare in Svizzera.

Come vota un cittadino giapponese all'estero? Un cittadino giapponese residente all’estero ha tre possibilità di voto:

  • Votazione presso la missione diplomatica all'estero. Si vota presso l’ambasciata o il consolato giapponese presente nel Paese, presentando la tessera elettorale e il passaporto;
  • Voto per posta. Si vota per posta richiedendo l’invio della scheda elettorale sulla quale esprimere la propria preferenza per poi spedirla.
  • Votare in Giappone. Se i cittadini residenti all'estero tornano temporaneamente nel proprio paese, dovranno prioritariamente richiedere precedentemente l’iscrizione nelle liste elettorali nazionali.

Come votano i cittadini argentini all’estero? I cittadini argentini che vivono all'estero e hanno effettuato il cambio di residenza nel paese in cui vivono possono esprimere il proprio voto per corrispondenza. I cittadini iscritti riceveranno a casa un plico con tutta la documentazione elettorale dove esprimeranno la propria preferenza.

Dall’analisi svolta finora, si possono riassumere le seguenti osservazioni. Se si parte dal dato che rileva il considerevole numero dei cittadini residenti all’estero, diviene innegabile la sua ricaduta sugli orientamenti politici che proprio da questi voti ne potrebbero innegabilmente esserne influenzati. Proprio quest’ultimo motivo potrebbe aver indotto il legislatore a intervenire introducendo quelle novità normative con le quali viene favorito e agevolato l’esercizio del diritto di voto da parte dei nostri connazionali all’estero. Pur tuttavia, l’attuale sistema risulta fallace sotto diversi aspetti, rilevati in questo dossier. In particolar modo, è lo strumento del voto per corrispondenza che rimane il punto debole della struttura normativa vigente.

8) Conclusioni e proposte

Quali soluzioni alternative adottare, dunque? Per garantire il rispetto del principio costituzionale della personalità del voto ma, al contempo, per agevolare tale esercizio, si potrebbe proporre la modalità del voto elettronico che ha l’indubbio vantaggio di poter essere esercitato a distanza e, quindi, ovunque. Come fare operativamente? Un suggerimento potrebbe essere quello di avvalersi dell’identità digitale, di cui ormai tutti i cittadini sono forniti.

In alternativa, si potrebbe prevedere il voto in presenza presso le sedi diplomatiche italiane presenti nei diversi Stati, modalità attuabile soprattutto in Paesi di limitate dimensioni. In questa ipotesi, per ovviare ai problemi sorti relativamente all’invio nelle valigie delle schede votate, esposte ai rischi del trasporto, si potrebbe prevedere lo spoglio direttamente presso le sedi diplomatiche.

Riteniamo, per concludere, che sia necessaria una rivisitazione della normativa, posto che in questi circa vent’anni di sperimentazione, ha evidenziato notevoli lacune.

PRINCIPALI FONTI UTILIZZATE COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

MINISTERO DELL’INTERNO

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

CAMERA DEI DEPUTATI

AIRE

FONDAZIONE MIGRANTES