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ODISSEA
MarikaDellaMarina
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ODISSEA

MarikaDellaMarina

2. I 24 libri

1. La trama

Indice

La trama

Guarda il breve videoriassunto

L'Odissea narra il lungo e travagliato viaggio compiuto da Odisseo, (Ulisse per i Latini), per ritornare in patria, a Itaca, dopo l’espugnazione della città di Troia, avvenuta grazie all'inganno del cavallo.

L'Odissea, come l'Iliade, è un poema epico attribuito all'aedo greco Omero. E' scritto in esametri e diviso in 24 libri. Ritroviamo nell'Odissea tutte le strutture linguistiche e la retoria dell'Iliade, ma cambia la struttura narrativa: fabula e intreccio non coincidono più, ma il racconto inizia in medias res e si sviluppa attraverso flashback.

Il tempo narrativo, come per l'Iliade, è molto più breve del tempo della fabula: la vicenda si svolge in un arco temporale di circa 40 giorni, tanto infatti impiega Ulisse tra la fuga dall'isola di Ogigia, dove è prigioniero della Ninfa Calipso, all'arrivo alla sua natia Itaca.

Nell'Odissea il narratore esterno onniscente lascia spesso la parola a narratori secondari:

  • Odisseo racconta in prima persona, seguendo un punto di vista interno, le vicende che lo vedono protagonista. In questo modo l'empatia tra lettore e protagonista aumenta
  • Femio e Demodoco sono due aedi che prendono in mano la narrazione sostituendosi a Omero. Questei due narratori secondari raccontano soprattutto eventi relativi alla guerra di Troia o alle divinità
  • talora sono i protagonisti secondari a raccontare la loro storia in prima persona, come fa Agamennone, narrando la propria uccisione per mano della moglie

Così come nell’Iliade, anche nell’Odissea la presenza degli dèi è decisiva. In particolare, due di loro sono importanti:

  • la dea Atena è sempre vicina a Ulisse ed è favorevole al suo ritorno in patria. Più di una volta lo consiglia e lo aiuta direttamente o spinge altri personaggi a intervenire in suo
  • soccorso;
  • il dio del mare Poseidone, invece, è contrario al ritorno di Ulisse a Itaca, perché l’eroe ha accecato un suo figlio, il ciclope Polifemo, così cerca di ostacolare in ogni modo il viaggio con terribili tempeste.

Il testo è divisibile in tre blocchi:
  • Telemachia (libri I-IV)
  • I viaggi di Odisseo (libri V-XII)
  • Il ritorno e la vendetta di Odisseo (libri XIII- XXIV): il ritorno ad Itaca e la vendetta sui Proci.

I libri e gli episodi principali

L’Odissea narra moltissime avventure, che coinvolgono altrettanti personaggi, come i Ciclopi, le Sirene, i mostri Scilla e Cariddi, la maga Circe, la ninfa Calipso, il dio del vento Eolo e i terribili giganti cannibali Lestrìgoni. Mentre Ulisse è impegnato nel viaggio di ritorno a casa, il suo palazzo a Itaca è occupato dai giovani, i Proci, che consumano le sue ricchezze e sperano che la moglie Penelope sposi uno di loro. Ad aspettare Ulisse a Itaca c’è anche suo figlio Telemaco, che era ancora un bambino quando Odisseo è partito per la guerra di Troia, circa venti anni prima.

Sono passati quasi dieci anni dalla fine della guerra e Odisseo non è ancora rientrato a Itaca: ha perduto tutte le navi, il bottino di guerra e gli amati compagni. Telemaco, il figlio di Ulisse, ha vent’anni e vive con la madre, la regina Penelope, e i Proci, 119 nobili di Itaca che pretendono in sposa la regina per ottenere la corona. Con un inganno Penelope ritarda sempre le nozze, sperando nel ritorno del marito.

LA TELEMACHIA, libri 1-4

Gli dei si riuniscono per decidere se liberare Odisseo, prigioniero della ninfa Calipso sull'isola di Ogigia. Quando Poseidone si allontana, gli dei decidono di concedere a Odisseo il ritorno ad Itaca. Atena, ottenuta la liberazione del suo protetto, assume le spoglie del re dei Tafi, grande amico di Ulisse, e si dirige a Itaca, per rincuorare il giovane Telemaco e convincerlo a partire alla ricerca di notizie di suo padre.

All’insaputa di Penelope Telemaco parte e si reca prima da Nestore, un eroe greco reduce da Troia, e poi da Menelao a Sparta. Qui viene a sapere che Odisseo è prigioniero della ninfa Calipso sull’Isola di Ogigia. Intanto ad Itaca i Proci si stabiliscono nella reggia di Penelope e, venuti a sapere della spedizione di Telemaco, organizzano un agguato per sbarazzarsene. Penelope, disperata, chiede aiuto alla dea Atena, che la rassicura sulle sorti del figlio.

Calipso accetta la richiesta degli dei, ma compie un ultimo tentativo per trattenere Odisseo, promettendogli l'immortalità. L'eroe però rifiuta e sceglie di fare ritorno in patria, dove lo attendono onore e gloria.

LIBRO V: Ulisse riprende il viaggio, ma naufraga nuovamente

Ulisse lascia l'isola di Ogigia su una zattera, ma viene travolto da una tempesta scatenata da Poseidone e fa naufragio sull'isola di Scheria, patria dei Feaci, un popolo tranquillo e ospitale.

Dopo due giorni e due notti di tempesta Ulisse, con l’aiuto della dea Atena, riesce ad approdare sulla spiaggia dell’isola di Scheria dove, stremato, si addormenta. Atena appare in sogno a Nausicaa, figlia di Alcinoo, re dell’isola, e le consiglia di recarsi al fiume per lavare il corredo nuziale. Nausicaa, il mattino seguente, si reca al fiume dove gioca a palla con le ancelle, fino a svegliare Ulisse, che le chiede informazioni sul luogo in cui si trova.

LIBRI 6-12: Ulisse si rivela ad re Alcinoo e racconta la sua storia

Nausicaa ascolta l’eroe naufrago e gli offre il suo aiuto: lo invita a recarsi alla reggia e chiedere aiuto al padre, il re Alcinoo. Il giorno seguente viene organizzato un banchetto in onore dell'ospite e Demodoco, un aedo, racconta gli episodi riguardanti la caduta di Troia e dell’inganno del cavallo. Ulisse, nel sentire la storia della guerra, piange e rivela la sua identità. Invitato dal re inizia a narrare le vicissitudini che ha vissuto. Incomincia così il lungo flashback attraverso il quale vengono ripercorse le vicende dell'eroe greco.

Qui Odisseo, con le sue dodici navi, approda per fare razzia e distrugge la città di Ismaro; la reazione degli abitanti lo costringe a riprendere in fretta il mare, perdendo nella lotta oltre 70 uomini.

Terminata la guerra, Odisseo approda nella terra dei Ciconi, che si trova sulle coste della Tracia, nella parte più settentrionale dell’Egeo.

I Lotofagi sono i mangiatori di Loto, un frutto che procura l’oblìo. I compagni di Odisseo mangiano il loto e dimenticano il desiderio di tornare in patria. L’eroe, però, con la forza, li costringe a salire sulle navi.

Fuggito dalla terra dei Ciconi una tempesta spinge le navi di Odisseo nella terra dei Lotofagi, identificata da alcuni studiosi con le coste dell’attuale Libia, mentre altri la individuano con l’isola di Djerba, in Tunisia.

I Ciclopi sono giganti con un occhio solo. Nella grotta del brutale Ciclope Polifemo, Odisseo perde 6 uomini.

Lasciata la terra dei Lotofagi Odisseo approda con i suoi uomini alla terra dei Ciclopi, che corrisponderebbe all'attuale Posillipo (Napoli); secondo altri invece si troverebbe in Sicilia, tra le pendici dell’Etna e il mare.

Polifemo è figlio di Poseidone e della ninfa Toosa. Il ciclope ha proporzioni inumane, è enorme, e ha un solo occhio posto al centro della fronte. Rappresenta l'ignoranza stolta dei barbari.

Ulisse e i suoi compagni sono catturati da Polifemo e, per salvarsi, l'eroe deve ricorrere alla sua proverbiale astuzia. Dopo aver detto al mostro di chiamarsi "Nessuno", Odisseo fa ubriacare il ciclope e poi lo acceca con un palo rovente. Quando Polifemo urla che "Nessuno lo ha accecato", gli altri ciclopi credono semplicemente ch'egli abbia esagerato con il vino. Ulisse e i compagni, nascosti sotto alcune pecore, sfuggono al mostro, che controlla i suoi animali tastandoli con le gigantesche mani.

Sfuggito ai Ciclopi Ulisse si reca da Eolo, re dei venti, per chiedergli protezione per il rientro in patria. Eolo gli dona un otre, intimandogli di non aprirlo. Ulisse e i suoi uomini ripartono, vedono oramai le coste di Itaca e il ritorno alla terra natia è prossimo. Sfortunatamente, però, proprio nel momento in cui già appare all’orizzonte l’amata Itaca, i compagni, credendo che l’otre celi un tesoro, lo aprono, liberando i venti sfavorevoli che rispingono le navi di Ulisse in alto mare.

Eea è un'isola mitica, secondo i Greci abitazione di Eos, la dea greca dell'alba, che corrisponde alla romana Aurora. In Omero l'isola di Eea è la dimora di Circe, e viene identificata con il Circeo, nel Lazio meridionale.

Inutile il tentativo di chiedere perdono che Ulisse prova a fare con Eolo: lui e i compagni riprendono il travagliato viaggio e vengono scaraventati nella terra dei Lestrigoni, dei giganti cannibali che fanno strage dell'equipaggio di Ulisse, che riesce a fuggire e con l'unica nave superstite si dirige all'isola di Eea.

La seducente maga Circe, regina dell'isola, si invaghisce di Odisseo e, per trattenerlo presso di sé, trasforma il resto della truppa in maiali. Ulisse resta ammaliato dalla maga, sulla cui isola rimane per un anno. Solo un intervento divino risolverà la situazione: Ermes viene infatti inviato per dare all'eroe greco un'erba magica, in grado di rompere il sortilegio fatto da Circe che, dovendolo lasciar partire, lo manda nel paese dei Cimmeri, da dove Ulisse potrà scendere nell'Ade e fare un'esperienza catartica.

La figura della maga Circe è una delle più importanti del poema omerico. Infatti, tra lei e Ulisse avviene uno scontro tra pari mentre, normalmente, gli avversari dell'eroe greco sono meno scaltri e astuti di lui. Circe e Ulisse usano gli stessi mezzi: dissimulano e ingannano; non svelano la loro vera identità, si mostrano all'avversario per quello che non sono.

L'episodio della maga Circe ha un valore simbolico molto importante e rappresenta un esempio della funzione pedagogica del poema epico. Sull'isola Eea, infatti, a governare sono solo le donne, che trasformano gli uomini in animali mansueti al loro comando. Ulisse, con la sua astuzia, rompe questa situazione insolita e anticonvenzionale, riportando l'ordine sociale: si ristabilisce dunque la superiorità che i gregi attribuivano ai maschi e il ruolo secondario della donna, asservita all'uomo e non viceversa

Quando Circe, sconfitta, lascia ripartire Ulisse gli dice di recarsi nel paese dei Cimmeri per scendere nell'Ade e interrogare sul suo futuro l'indovino Tiresia. Scendendo nel regno dei morti Ulisse incontra molte anime: quella della madre, di Agamennone, Achille e Aiace.

Giunto nel paese dei Cimmeri Ulisse scende nell'Ade, dove incontra molti eroi greci, tra cui Agamennone, Achille ed Eracle e soprattutto l'indovino Tiresia, che gli predice la lotta contro i Proci, lo invita a prestare attenzione alle vacche del dio Iperione e gli annuncia una misteriosa morte lontano dalla patria. Ulisse torna da Circe e, seguendo i suoi consigli, riparte per mare. le vicissitudini non sono terminate.

Le sirene sono affascinanti esseri moitologici, dal corpo di uccello o di pesce e dal volto bellissimo di donna. Rappresentano i pericoli derivanti dalla bellezza ingannatrice e dall’abbandono del proprio autocontrollo.Sono 3 sorelle, nate dall'unione di Acheloo, figlio di Oceano, capace di trasformarsi in esseri fantastici e terribili, e di una delle nove Muse, Melpomene, dalla quale hanno ereditato la capacità di intonare canti melodiosi e ammaliatori.

Lungo la strada del ritorno Ulisse e l'equipaggio superstite si imbattono nelle Sirene. Per non seguirne il canto ammaliatore, e quindi naufragare, Ulisse tura le orecchie dei compagni con della cera e si lega all'albero della nave.

Ulisse supera poi con le sue navi i mostri Scilla e Cariddi, posti all'altezza dello stretto di Messina, perdendo però in un tragico gorgo la maggior parte dei propri uomini. I superstiti approdano in Trinacria, l'attuale Sicilia e i pochi compagni di Ulisse rimasti, stremati dal lungo viaggio e dalla fame, si cibano delle vacche del dio Sole, che pascolano libere sull'isola, provocando l’ira del dio, che si vendica non appena essi riprendono il mare, facendoli perire durante una terribile tempesta. Unico superstite, Odisseo giunge all’isola di Calipso, dove rimane per otto anni.

Terminato il suo racconto, Odisseo ottiene dal re dei Feaci una nave, che lo accompagni fino a Itaca, facendo così, unico superstite, purificato dalla propria esperienza e pacificato con Poseidone, ritorno in patria.

I libri dal 13 al 24 raccontano il ritorno di Ulisse a Itaca e il suo scontro con i Proci

Eumeo racconta la riste condizione in cui versa Itaca e l'assedio al palazzo messo in atto dai Proci.

Giunto a Itaca Ulisse viene accolto dal fedele guardiano dei porci Eumeo. Anche in questo caso Ulisse cela la propria identità e si traveste da mendicante, dicendo di essere cretese.

Rientrato a Itaca Telemaco incontra il padre, che gli svela la propria vera identità e il piano che vuole mettere in atto per eliminare i Proci.

Atena va da Telemaco, che si trova ancora a Sparta, per esortarlo a fare rientro a Itaca, dove Ulisse è intanto ospite nella umile dimora di Eumeo.

Celato sotto le spoglie del misero mendicante cretese Odisseo, accompagnato da Eumeo, raggiunge la reggia reale, dove vede la volgarità e l'arroganza dei proci. Viene riconosciuto prima dal fedelissimo cane Argo, che muore subito dopo averlo rivisto, e poi, grazie ad una ciccatrice che Ulisse ha, dalla vecchia nutrice, alla quale impone però il silenzio.

Alla reggia incontra anche la moglie Penelope che, pur non riconoscendolo, lo accoglie ospitalmente. Mentre Ulisse è al palazzo vengono narrati ben due presagi sulla fine tragica che attende i Proci: Penelope racconta al mendicante un sogno che ha fatto e l'indovino Teoclimeno predice la vendetta imminente, ma i Proci, sfrontati, lo sbeffeggiano e ingiuriano.

La situazione viene sbloccata dall'intervento di Atena, che compare a Penelope e la convince ad indire una gara tra i suoi pretendenti, illudendoli di cedere alle loro richieste: diventerà la sposa del vincitore della sfida alla quel decide di sottoporli.

Mentre i Proci falliscono uno dopo miseramente, Ulisse supera facilmente la prova e, con l'aiuto di Telemaco e l'intervento di Atena, li stermina tutti. La vecchia nutrice, con l'aiuto delle schiave, pulisce e purifica la sala della strage, poi si reca da Penelope e le rivela la reale identità del mendicante cretese. Ma la sposa è ancora incredula e pone ad Ulisse un'ultima prova: descrivere nei dettagli il loro letto nuziale.

Dopo la riconciliazione con la moglie, Ulisse si reca dal vecchio padre Laerte e si fa riconoscere anche da lui. I parenti dei Proci uccisi scatenano una rivolta, che Ulisse placa con l'aiuto di Atena, riprendendo in questo modo il governo della sua terra.

Grazie per avermi seguita sino a qui. Nel prossimo testo parleremo dei temi dell'Odissea.

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