Paralimpiadi
Nicole Tiberi
Created on April 22, 2022
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Transcript
Paralimpiadi
Indice
1. Cosa sono?
8. Il podio dei 100 metri T63 femminili
2. Origine
3. Paralimpiadi moderne
4. Edizioni
5. Atleti passati alla storia
6. Il Comitato Italiano Paralimpico
9. La Lady di Ferro
10. Un arco perfetto
11. Gioventù al potere
12. Re del tennis
13. Profugo Campione
14. Immensità
7. Un atleta, una storia
Parliamo della competizione sportiva quadriennale che vede fronteggiarsi i migliori atleti disabili del mondo in molteplici sport per disabili che si praticano nei cinque continenti. Sono la massima espressione di ciò che per uno sportivo significa “superare i propri limiti”.
Cosa sono le Paralimpiadi?
Le Paralimpiadi nascono nel lontano 1948 a Stoke Mandeville in Inghilterra, quando il neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann, nell'anno delle Olimpiadi di Londra, inaugurò i primi giochi per persone disabili mielolese.
Origine
Stoke Mandeville
I giochi di Stoke Mandeville, come furono chiamati, divennero per la prima volta internazionali nel 1952 quando partecipò anche una delegazione olandese.
È nell’edizione del 1960 che nascono le Paralimpiadi moderne, con l’edizione di Roma. Si tratta della prima volta nella storia che i giochi olimpici e paralimpici si svolgono nella stessa città.
L’8 settembre, nello stadio dell’acquacetosa, 400 atleti in carrozzina, in rappresentanza di 23 paesi, sfilano davanti a 5000 spettatori. La delegazione più numerosa è quella italiana. Tra le discipline che vengono praticate ci sono il biliardo, il lancio del giavellotto, la scherma, la pallacanestro, il tennistavolo ed il tiro con l’arco. L’Italia, per la cronaca, conquista 28 medaglie d’oro, 30 di argento e 24 di bronzo.
Paralimpiadi moderne
Le edizioni dei giochi paralimpici
I Giochi Paralimpici estivi si svolgono regolarmente nella stessa città che ospita le Olimpiadi dal 1988, con l’edizione di Seul in Corea del Sud.
- In Italia è Roberto Marson a essere l’azzurro più medagliato di sempre ai giochi paralimpici. Friulano di Pordenone, diventato paraplegico a causa di un incidente sul lavoro quando aveva solo 16 anni, conta ben 26 medaglie conquistate tra nuoto, scherma e atletica leggera.
- Trischa Zorn è l’atleta paralimpica più titolata della storia degli sport paralimpici americani della California. Trischa è una persona non vedente dalla nascita, con 55 medaglie conquistate nel nuoto, tra il 1980 e il 2004, partecipando complessivamente a sette edizioni delle paralimpiadi.
Atleti disabili passati alla storia
I Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 sono stati bellissimi. Non solo perché abbiamo assistito a 69 medaglie azzurre - secondo risultato di sempre, dopo le 80 di Roma 1960
Il Comitato Italiano Paralimpico
Oggi le paralimpiadi sono il miglior ambasciatore per l’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali, per l’inclusione e l’integrazione delle persone disabili nella società.
In Italia l'attività paralimpica è gestita con successo dal Comitato Italiano Paralimpico, che oltre a occuparsi dell'attività agonistica, si impegna nella promozione e diffusione per l'avviamento allo sport di tutte le persone disabili.
Ma dietro ogni atleta c'è una storia di vita meravigliosa, in cui lo sport è occasione per riscattarsi, o addirittura rinascere.
Martina Caironi (argento), Monica Contrafatto (bronzo) e Ambra Sabatini (oro e record del mondo) riscrivono la storia dello sport azzurro con una tripletta fantastica, destinata a restare negli annali dell'atletica. Era la gara più attesa, con aspettative altissime, ma le azzurre non hanno deluso nessuno.
IL PODIO DEI 100 METRI T63 FEMMINILI
Un braccio sinistro non completamente sviluppato, perché rimasto incagliato nel cordone ombelicale, non le ha impedito di diventare un simbolo sportivo in tutto il mondo. A quasi 44 anni d'età, la britannica ha appena terminato l'ottava Paralimpiade personale consecutiva, arrivando a toccare quota 17 ori a cinque cerchi, tra nuoto e ciclismo.
SARAH STOREY, LA LADY DI FERRO
Prima donna iraniana a vincere un oro tra Olimpiadi e Paralimpiadi, portabandiera olimpica a Rio de Janeiro 2016 e ora tri-campionessa nell'arco ricurvo femminile individuale. Un incidente automobilisco le causò una lesione del midollo spinale, con conseguente paralisi, quando era un prospetto nazionale nel Taekwondo - sport paralimpico proprio da quest'anno-, ma non le ha comunque impedito di scrivere bellissime pagine di storia sportiva.
ZAHRA NEMATI, UN ARCO PERFETTO
Affetta dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa su base genetica a trasmissione autosomica recessiva, che colpisce circa una persona su diecimila e rappresenta una delle principali cause di ipovisione giovanile, Gilli, di soli 20 anni, ha trasformato questa disabilità in una sua totale libertà.
CARLOTTA GILLI, GIOVENTÙ AL POTERE
A 9 anni un tumore alla spina dorsale lo costrinse a rimanere paralizzato dalla vita in giù. Da quel momento: 89% di match vinti in carriera, 3° oro paralimpico, vinto peraltro in casa, e una carriera sensazionale. "Spero che tantissimi bambini possano guardare agli sport paralimpici e comprendere le infinite possibilità dell'essere umano", aveva dichiarato qualche mese fa in un’intervista.
SHINGO KUNIEDA, RE INDISCUSSO DEL TENNIS
Mendicante nella Repubblica del Congo prima, rifugiato in Norvegia poi, quindi campione paralimpico nei 100 metri per atleti con ipovisione (T12). Ha definito il trasferimento in Norvegia, da rifugiato di guerra, come la sua vincita alla lotteria, pur dovendo abbandonare l'amato calcio a causa della malattia di Stargardt. Poco male, perché in termini di velocità non ha comunque rivali, neppure tra i normodotati.
SALUM AGEZE KASHAFALI, PROFUGO CAMPIONE
Rischiare di morire e, neppure quattro mesi dopo, andare a vincere il 2° oro paralimpico consecutivo nel fioretto femminile, oltre a trascinare la squadra azzurra a un bellissimo argento nella prova a squadre. Una resilienza incredibile, ma anche esultanze contagiose e capacità comunicative da cattedra universitaria. Senza ovviamente dimenticare le doti nel tirare di scherma, disciplina di cui s'innamorò per sbaglio.
BEBE VIO, OVVERO IL CONCETTO DI IMMENSITÀ
Si farebbe spicciola retorica nel definire questi sportivi come "eroi", ma è anche vero che la loro forza di volontà, la loro abnegazione e il loro coraggio possono essere presi a modello e imitati nella vita di tutti i giorni