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Il boicottaggio delle Olimpiadi Naziste del 1936 e Le Olimpiadi Popolari in Spagna

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BOICOTTAGGIO DELLE OLIMPIADI DEL 1936

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Fece anche rimuovere i cartelli che vietavano l'ingresso agli Ebrei nei luoghi pubblici.

Una delle più grandi d Contro-manifestazioni doveva svolgersi a Barcellona, in Spagna, nell'estate del 1936, con il titolo di “Olimpiadi Popolari”,


OLIMPIADI POPOLARI

I Giochi Olimpici Estivi del 1936 si tennero a Berlino. Per due settimane, durante le quali la capitale ospitava i Giochi, Hitler mascherò i suoi piani espansionistici e antisemiti e autorizzò una breve tregua nelle attività anti-ebraiche.

I Giochi rappresentarono un clamoroso successo propagandistico per i Nazisti che riuscirono a creare l'immagine di una Germania pacifica e tollerante.

Negli Stati Uniti e nelle altre democrazie occidentali si cominciò a contestare la moralità del sostegno ai Giochi Olimpici ospitati dal regime Nazista.


Avery Brundage

Come molti altri esponenti del movimento olimpico, Avery Brundage, presidente del Comitato Olimpico americano, inizialmente prese in considerazione l'idea di trasferire altrove i Giochi.


Nel 1934, dopo una breve e rigida ispezione delle strutture sportive tedesche, Brundage dichiarò pubblicamente che gli atleti Ebrei erano trattati

Nel 1934, dopo una breve e rigida ispezione delle strutture sportive tedesche, Brundage dichiarò pubblicamente che gli atleti Ebrei erano trattati

Il dibattito sulla partecipazione ai Giochi Olimpici del 1936 fu particolarmente intenso negli Stati Uniti che,

tradizionalmente, portavano ai Giochi una delle squadre più numerose.

Dibattito sul boicottaggio degli Stati Uniti

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Alcuni atleti credevano che il modo migliore di combattere i Nazisti e le loro idee fosse di sconfiggerli negli stadi olimpici.

Altri tentativi di boicottaggio, per altro di breve durata, emersero anche in Gran Bretagna, Francia, Svezia, Cecoslovacchia e Paesi Bassi. I socialisti e i comunisti tedeschi in esilio espressero il loro dissenso ai Giochi attraverso diverse pubblicazioni.

Alcuni sostenitori del boicottaggio proposero di organizzare delle "Contro-Olimpiadi";

Tentativi di boicottaggio in altri paesi


una delle più grandi di queste Contro-manifestazioni doveva svolgersi a Barcellona, in Spagna, nell'estate del 1936, con il titolo di “Olimpiadi Popolari”, ma fu cancellata a causa dello scoppio della guerra civile spagnola, avvenuto nel luglio del 1936, proprio quando migliaia di atleti avevano già cominciato ad arrivare nella città spagnola.


Il 3 luglio 1936, un mese prima di quelle che sarebbero rimaste note come le Olimpiadi naziste di Berlino, alcuni atleti americani si imbarcarono su una nave diretta verso l’Europa.

Tra loro c’erano velocisti neri di Harlem, ginnasti ebrei di Manhattan e un pugile di razza mista di Pittsburgh.

Gli atleti non si stavano recando in Germania per i giochi olimpici ufficiali, bensì in Spagna, per la prima Olimpiade Popolare, che prometteva di essere “il più grande spettacolo antifascista che si fosse mai visto”.

Se le Olimpiadi del 1936 vengono ricordate come i giochi in cui il velocista americano di colore Jesse

un’azione di boicottaggio di Hitler e del fascismo

La brutale storia dell'Olimpiade Popolare del 1936

Owens minò l’ideologia razzista del nazismo vincendo il maggior numero di medaglie d’oro, gli atleti dell’Olimpiade Popolare speravano che il loro evento dimostrasse la forza del movimento antifascista.


L’Olimpiade Popolare, di cui era stata programmata l’apertura il 19 luglio 1936, nasceva dal movimento globale di boicottaggio dell’evento sportivo tedesco e fu il primo tentativo di boicottaggio nella storia delle Olimpiadi.

Non era però la prima volta che i giochi olimpici rimanevano travolti dagli eventi mondiali:

nel 1916 erano stati annullati durante la Prima guerra mondiale e sarebbero stati cancellati nuovamente durante la Seconda guerra mondiale nonché rimandati nel 2020 a causa della pandemia. Nell’estate del 1936 non era più possibile ignorare ciò che stava accadendo in Germania:

Hitler aveva rimilitarizzato la Renania – violando il trattato di Versailles –


e aveva iniziato i rastrellamenti di ebrei, zingari, persone di sinistra, uomini sospettati di omosessualità e persone con disabilità che venivano prelevati e portati nei campi di concentramento.



FALLIMENTO DEL BOICOTTAGGIO E NUOVI PIANI

Tuttavia la campagna di boicottaggio non riuscì a convincere i Paesi a non inviare le proprie squadre. La Conferenza internazionale per il rispetto dell’ideale olimpico, tenutasi a Parigi in aprile, ideò quindi un altro piano:

un evento alternativo che avrebbe dato visibilità al Fronte Popolare, l’ampia alleanza composta da

alleanza composta da persone di sinistra, liberali, comunisti e socialisti che si erano uniti per ostacolare la diffusione del fascismo.

Il governo catalano di Barcellona si offrì di ospitare l’evento, anche se la Spagna si stava dirigendo sempre più velocemente verso il conflitto. All’inizio di quello stesso anno il Fronte Popolare era stato eletto per i governi di Barcellona e Madrid e questo equivaleva a una chiamata alle armi per monarchici, fascisti, estremisti cattolici e proprietari terrieri di destra. Ciononostante,
20.000 atleti e spettatori


antifascisti decisero di partecipare all’evento.

Ci sarebbero stati spettatori di 21 nazioni e il primo evento atletico dei giochi sarebbe stata una staffetta 10x100, una gara che vedeva la partecipazione di 10 persone con lo scopo di premiare le nazioni per lo stato di forma fisica delle loro popolazioni lavoratrici piuttosto che di celebrare il talento individuale.

Anche le donne avrebbero partecipato e avrebbero avuto più opportunità per dimostrare le proprie abilità rispetto a quanto il Comitato Internazionale Olimpico consentisse a Berlino. “L’immagine dell’Olimpiade Popolare non sarebbe completa se le donne non vi prendessero parte come meritano”, dichiaravano gli organizzatori, tra cui il Club sportivo femminista catalano.

La squadra americana arrivò a Barcellona il 15 luglio. Avevano sentito voci di disordini in Spagna — si parlava di un prossimo colpo di Stato — ma la velocista Dot Tucker, l’unica donna del team, più tardi ricordò che “non avevamo paura”.

La notte prima dei giochi, il velocista Frank Payton si svegliò con il “boato dei cannoni, di diverse migliaia di mitragliatrici e fucili e di una folla in marcia”.

Dalle finestre del loro hotel, gli atleti osservavano uomini e donne che staccavano i ciottoli dalla strada e riempivano sacchi di sabbia per costruire barricate. Presto arrivò in città l’esercito spagnolo con l’obiettivo di rovesciare il governo catalano.

I civili, dietro le barricate, rispondevano al fuoco. “Socialisti, comunisti e sindacalisti uniti per eradicare il fascismo”, ricordò più tardi Payton in un’intervista.

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“Le donne tenevano le barricate, alcune addirittura guidavano reparti di lavoratori contro i fascisti”

Molte di quelle donne erano quelle che avevano formato il Club sportivo femminista che aveva invitato le giovani donne catalane a gareggiare e lottare, proprio come gli uomini. In un’occasione, gli anarchici catalani avanzarono verso i militari con le mani alzate, parlarono con i soldati e li convinsero a dirigere le loro armi verso i propri ufficiali.

La battaglia civile impressionò molto i giovani americani. Charlie Burley, campione nazionale di

pugilato di Pittsburgh corse fuori con i suoi compagni di squadra e afferrò una pala per rinforzare le barricate. Si unirono a loro anche i tedeschi e gli italiani esiliati che sapevano che l’unico modo per tornare a casa per loro era sconfiggere il fascismo, prima in Spagna e poi a Berlino e a Roma. In tutta la città i lavoratori imbracciarono le armi recuperate da armerie razziate e riuscirono a respingere l’offensiva dell’esercito spagnolo.


In poche ore l’antifascismo passò da ideale ad azione e a clamorosa vittoria nella capitale catalana. Il colpo di Stato era stato annientato, per il momento, ma non ci sarebbe stata nessuna Olimpiade Popolare. La guerra civile spagnola era iniziata.

Al termine della battaglia, le squadre di atleti marciarono per le strade della città cantando l’inno sinistroide “l’internazionale” ognuno nella propria lingua.

Un atleta francese era stato ucciso, il primo degli oltre 15.000 morti di diverse nazionalità causati dal conflitto. Molti atleti ripartirono quella stessa settimana.

“Siete venuti per i giochi e siete rimasti per assistere alla vittoria del Fronte Popolare”

dissero loro gli organizzatori

“diffondete nel mondo le notizie di quello che avete visto in Spagna”


Giocarsi la vita

Duecento atleti arrivati per gareggiare nell’Olimpiade Popolare combatterono al fianco dei repubblicani spagnoli. La maggior parte di loro furono uccisi.

George Orwell, che prese parte al conflitto, una volta disse che lo sport è “la guerra senza gli spari” ma gli antifascisti che arrivarono a Barcellona per i giochi del 1936 giocarono una partita in cui la posta in gioco era davvero la vita o la morte.

GRAZIE

Nicole Tiberi 5M