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Nettuno

C’era una volta, nel lontano 1283, una fiorente cittadina borghese chiamata Bologna.

La città, già da numerose generazioni, è stata perseguitata dal dio del mare, Nettuno. Quest'ultimo minacciava con improvvisi attacchi i bolognesi. Le loro difese non erano sufficientemente efficaci contro l’offensiva si Nettuno.

I cittadini, stufi di essere sottomessi dal dio, si riunirono in un’assemblea in cui si presentarono decisioni drastiche: era necessaria una difesa in grado di contrastare efficacemente il prossimo attacco di Nettuno ed era necessario radunare un esercito composto da valorosi uomini al fine di contrattaccare. Questa scelta fu accolta con scompiglio e creò divisioni. Molti bolognesi non approvarono la proposta dell’assemblea in quanto troppo rischiosa e in quanto comporterebbe la spesa della maggior parte delle risorse economiche della città. Tuttavia questa idea era contrastata dall’idea che per porre fine alla persecuzione di Nettuno era necessario accettare la proposta dell’assemblea. Dopo giornate di confronti interni, la decisione ricadde sull’accettare la soluzione suggerita dall’assemblea. L'arruolamento dell’esercito proseguì per svariati giorni. In tutto furono radunati circa cinquemila uomini. Il prossimo passo fu costruire le difese: fabbri, artigiani e lavoratori impiegarono le loro forze per sviluppare le migliori armi di difesa possibili. Posizionate le difese e le trappole, i bolognesi aspettarono l’attacco da parte del dio.

L’assalto di Nettuno non si fece attendere, ma grazie alle trappole e alle difese posizionate strategicamente la città riuscì a contenere l’attacco. Subito dopo l’esercito contrattaccò e Nettuno, evidentemente sorpreso, non riuscì a difendersi e fu ucciso. Il suo corpo senza vita fu ricoperto di bronzo e posto al di sopra di una fontana. Ciò, per i cittadini di Bologna, rappresenta ancora oggi un trofeo per la vittoria su Nettuno.