Carlo Goldoni
Sara Aschelter
Created on January 30, 2022
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Transcript
Prof.ssa Sara Aschelter
iniziamo!
(venezia 1707 - parigi 1793)
il teatro
Carlo Goldoni
Prof.ssa Sara Aschelter
CONTATTI
LINGUA
POPOLO
MERCANTE
TAPPE
LA RIFORMA
VIDEO
MATURITà
SECONDA FASE
PRIMA FASE
vita e oepre
introduzione
Indice
Prof.ssa Sara Aschelter
Carlo Goldoni: un'introduzione
Prof.ssa Sara Aschelter
c. goldoni la pamela"
Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere.
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LOREM IPSUM DOLOR
Goldoni e l'Illuminismo
Precisiamolo subito: Goldoni non fu un illuminista, ma visse nel Settecento, in quel contesto storico e culturale dal quale fu inevitabilmente influenzato.Nelle sue opere è vivo il senso della socialità fra gli uomini, in cui il cittadino leale e onesto si realizza nella famiglia e nel lavoro, senza mai trascurare il bene comune. Nutre fiducia in una convivenza umana libera e aperta, ispirata agli ideali della ragione.
Prof.ssa Sara Aschelter
La socialità dei salotti e dei caffè settecenteschi si riflette nelle opere di Goldoni, che tuttavia porta avanti una polemica garbata nei confronti di alcuni aspetti della convivenza civile.Egli critica sia alcuni atteggiamenti conservatori e autoritari, che ostacolano la realizzazione della persona nella vita familiare e collettiva, sia quella parte di nobiltà che esercita il proprio potere con superbia e arroganza, conducendo una vita oziosa e spesso alle spese degli altri. Goldoni, però, è ancora lontano dagli ideali tipici della rivoluzione: egli non vuole che l'ordine sociale venga stravolto, preferirebbe piuttosto una sorta di equilibrio dei conflitti tra i ceti.
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La riforma della commedia
Goldoni, dunque, è ispirato da una visione borghese che si riflette nel suo teatro. Egli, infatti, introduce numerose innovazioni che sono giunte sino ai nostri giorni. Goldoni non è un autore testi drammatici, quanto piuttosto un uomo di teatro, gran conoscitore dei gusti del pubblico e dei segreti della scena e degli attori. Non vuole cambiare un genere letterario, ma incidere proprio nel teatro.
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La lingua
Goldoni vuole ritrarre il più fedelmente possibile la realtà quotidiana e per questo si serve spesso anche del dialetto. Non poteva certo usare la lingua letteraria del Settecento per rappresentare una lingua viva. Egli sperimenta dunque nei dialoghi un linguaggio più libero, che vuole dare l'impressione del parlato. I risultati migliori li ottiene col dialetto veneziano, lingua viva, ricca di colori e di facile impiego.
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Carlo Goldoni: vita e opere
Prof.ssa Sara Aschelter
vita e opere
Carlo Goldoni
Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707 in una famiglia borghese. Il padre speziale (medico) lo conduce al suo seguito in varie città italiane dove studia per poi fuggire con una compagnia di comici per raggiungere la madre a Chioggia. Alla morte del padre nel 1731, Carlo deve provvedere alla madre e si laurea in Legge a Padova.
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Dopo aver praticato a Padova la professione di avvocato per qualche tempo, lascia tutto per dedicarsi al teatro. Nel 1734 conosce a Verona il capocomico Giuseppe Imer e grazie a lui ottiene l'incarico di scrivere testi per il Teatro San Samuele di Venezia. All'inizio della sua esperienza teatrale, Goldoni sperimenta diversi generi: tragicommedie, melodrammi e intermezzi (brevi spettacoli che si recitano tra un atto e l'altro). FUGA DA VENEZIA: Tuttavia, Goldoni non riesce a mantenersi con questa sola attività e nel 1745 è costretto a scappare da Venezia a causa dei debiti. Tra il 1745 e il 1748 vive a Pisa dove riprende l'avvocatura senza smettere di scrivere. A Livorno conosce il capocomico Girolamo Medebach, della cui compagnia diventa "poeta di teatro".
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DALLA COMPAGNIA DI MEDEBACH AL TEATRO SAN LUCA: Dal 1748 al 1753 Goldoni lavora per la compagnia Medebach, scrivendo moltissime commedie che riformeranno il modo di fare teatro. Vuole contrapporsi da subito alla Commedia dell'Arte, scrivendo testi completi e non canovacci, abolendo le maschere gradualmente in favore di personaggi più vicini alla vita di tutti i giorni. Nel 1753 per questioni economiche Goldoni abbandona la compagnia e inizia a lavorare per il Teatro di San Luca a Venezia. Qui vive l'accesa concorrenza con Pietro Chiari, anche lui commediografo. Anche con Carlo Gozzi i rapporti sono tesi: questi era un aristocratico letterario autore di un teatro ancora fiabesco e fantastico legato alla Commedia dell'Arte.
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PARIGI E GLI ULTIMI ANNI: Carlo Gozzi ottiene sempre più il favore del pubblico a Venezia e Goldoni amareggiato sceglie di andare a Parigi nel 1762 per dirigere la Comédie Italienne. Nella capitale, però, andavano ancora di moda la Commedia dell'Arte e i canovacci, di conseguenze le idee di Goldoni non piacquero subito ai francesi. C'era un ulteriore problema: la lingua. Un conto è comprendere le maschere e i gesti fissi di un canovaccio, altro conto è comprendere una commedia dai personaggi complessi, dalle battute fini in una lingua non propria. Per questo, Goldoni scrive in francese nel 1771 Le bourru bienfaisant (Il burbero benefico), ottenendo un buon successo. Diventa anche maestro di italiano delle principesse reali. Quando scoppia la Rivoluzione francese, nel 1792 l'Assemblea legislativa sospende la pensione concessagli dal re. Muore in miseria nel 1793.
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vita e opere secondo pearson
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Goldoni incarna la figura del nuovo intellettuale: egli vive dei proventi della sua attività di letterato, produce testi per gli spettatori nei teatri, non più per gli accademici nei salotti. Il pubblico proviene da diversi strati sociali e paga un biglietto per andare a teatro: se lo spettacolo non lo soddisfa, il pubblico va altrove portando con sé i soldi del biglietto. Goldoni si adatta alle leggi di mercato, compiacendo il pubblico.
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La riforma della commedia
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Una riforma graduale
Nella riforma del teatro, Goldoni incontra ostacoli e difficoltà. Il pubblico non sembrava ancora pronto ad abbandonare la rassicurante Commedia dell'Arte. Anche gli impresari dei teatri non erano convinti del cambiamento, poiché temevano perdite di profitti per scelte sbagliate. Goldoni dunque attuò la sua riforma in modo graduale, vincendo a poco, a poco le reistenze del pubblico, degli impresari, degli attori.
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CONTRO TIPI E CANOVACCI
Egli rifiuta i tipi umani fissi e astratti (il geloso, l'avaro, il bugiardo) e il canovaccio, basato solo sull'intreccio.
INSEGNAMENTI MORALI
L'obiettivo del teatro di Goldoni è che il pubblico possa trarre dalle vicende rappresentate degli insegnamenti morali.
AMBIENTI E CARATTERI
Sentimenti, virtù e vizi sono caratteri degli individui, con sfumature diverse a seconda degli ambienti in cui crescono e vivono.
BORGHESIA VENEZIANA
A Venezia si era affermata una solida classe borghese, che favorisce la commedia realistica.
RIFIUTO DELLA COMMEDIA DELL'ARTE
PSICOLOGIA DEL PERSONAGGIO
LA COMMEDIA BORGHESE
IL CONTESTO VENEZIANO
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la società veneziana
La celebrazione del mercante
Per quanto la società veneziana fosse ancora governata da nobili, un solido ceto borghese fondato sull'abilità mercantile aveva cominciato ad affermarsi. Goldoni mette in rilievo la figura del mercante e polemizza contro la nobiltà (La putta onorata - 1748; La buona moglie - 1749). Si tratta di una polemica garbata, anche perché gli stessi mercanti aspiravano in qualche modo alle posizioni aristocratiche.
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- 1753-1758: nella seconda fase della commedia goldoniana, l'autore lavora al Teatro San Luca a Venezia. Segnata da un periodo di crisi per la concorrenza con Chiari e Gozzi, Goldoni non abbandona le commedie di carattere.
- 1758-1762: nella stagione della maturità, bisogna tener conto che la borghesia stava attraversando un periodo di crisi, a causa della perdita dei possedimenti d'oltremare. Alla figura del mercante, subentra ora quella di un borghese inerte, chiuso nella propria visione di vita, attaccato ai propri interessi. Goldoni ritrae questa nuova borghesia evidenziandone l'attaccamente al denaro e la ristrettezza di vedute. Dopo alcune opere di critica (Trilogia della Villeggiatura), Goldoni riscopre il popolo e abbandona la borghesia: Le baruffe chiozzotte (1762) rappresenta la vita dei pescatori di Chioggia. Almeno il popolo conserva sentimenti spontanei. Si dedica poi alla sua autobiografia.
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TRA DIALETTO E ITALIANO
La lingua
Le commedie di Goldoni sono scritte in italiano e in dialetto. Non dobbiamo pensare alla lingua che parliamo oggi, ma a quella che veniva usata nelle conversazioni del tempo: si tratta di una lingua convenzionale, povera e piena di frasi fatte.Quando invece vuole rivolgersi al pubblico della propria città, Goldoni scrive in veneziano. Dal punto di vista linguistico, sono queste le opere migliori, in cui la lingua risulta viva e colorata.
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per aspera ad astra
Buono Studio!