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Prof.ssa Sara Aschelter

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storia della lingua

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forme generi

contesto

lirica

la lingua 500

melodramma

la lingua 600

commedia arte

romanzo

video: lingua

scientifica

dramma

contatti

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dibattito sulla lingua nel cinquecento

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lingua delle corti

Trissino e Castiglione proponevano di accettare le parlate regionali limitate all'uso nelle corti, centro di convergenza dei letterati.

fiorentino attuale

Un'altra corrente di pensiero (con Salviati) vedeva nella parlata fiorentina contemporanea il giusto modello per la lingua letteraria.

fiorentino trecentesco

Pietro Bembo affermava la necessità di seguire il modello dei grandi scrittori fiorentini del Trecento.

la questione della lingua

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Partendo dalle posizioni già espresse nel secolo precedente, il dibattito sulla lingua nel Seicento si amplia, anche grazie alla nascita di accademie, come quella della Crusca, che si interessano propriamente di questioni di lingua. In particolare, si afferma una corrente purista, rappresentata proprio dall'Accademia della Crusca, che vuole stabilire un canone di lingua pura sulla base della tradizione fiorentina trecentesca. Il primo risultato di questa ricerca è la pubblicazione nel 1612 del Vocabolario degli Accademici della Crusca, edito ancora nel Novecento. Nel primo vocabolario erano indicati tutti i termini dell'uso fiorentino del Trecento, sia dei grandi scrittori, sia dei minori. Dall'altro, tuttavia, si contrappone a questa corrente quella dei sostenitori di una lingua italiana più aperta a vari apporti, soprattutto aperta al modello del fiorentino vivo. Questa posizione è definita degli anticruscanti, proprio perché opposta alla linea della Crusca.

il dibattito nel seicento

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l'italiano parlato

Le riflessioni sulla lingua di questi secoli interessano SOLO l'italiano letterario, ovvero utilizzato per fini artistici. Dell'unità dell'italiano parlato, invece, parla in questo video Pier Paolo Pasolini.

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contesto

La Chiesa della Controriforma aveva favorito il rafforzamento del latino, lingua della liturgia e dell'insegnamento. Ciò non agevolò la formazione di un idioma italiano unitario.

CHIESA cattolica

In Germania, al contrario, un potente impulso all'unificazione linguistica e culturale era stato dato dalla traduzione in volgare da parte di Lutero della Bibbia.

chiesa protestante

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della letteratura del seicento

forme e generi

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Il napoletano Giovan Battista Marino (1569-1625) è il miglior rappresentante del passaggio all'età barocca. La sua poesia fortemente innovatrice supera l'imitazione dell'equilibrio petrarchesco e è espressione di uno stile più artificioso. Attraverso l'uso di metafore e concetti, della musicalità del verso Marino punta a meravigliare i lettori. La ricerca dello stupore e lo stile elaborato saranno ripresi da molti seguaci in Italia e in Europa, tanto da essere definiti marinisti.

la lirica in italia

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Nel corso del Cinquecento, nell'ambiente delle corti, avevano trovato grande fortuna il poema epico cavalleresco. Gli ideali che lo sorreggevano era tuttavia esauriti, spodestati dalle novità dell'età barocca.Nel Seicento, dunque, gli autori che si cimentano nel genere immettono nelle loro opere le trasformazioni culturali del periodo: contenuti e valori non più identificabili con quelli aristocratici di un passato eroico e cavalleresco. La nuova forza è la borghesia.

dal poema al romanzo

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Il Seicento è il secolo della meraviglia e dello stupore. Se i poeti ricercavano tali effetti nella forma (Marino e i marinisti), attraverso l'uso di complicate figure retoriche, per Galileo è piuttosto il contenuto delle stesse scoperte a essere meraviglioso. Per Galileo, i risultati della ricerca scientifica devono essere comunicati e condivisi e tale principio sarà sposato anche dai suoi seguaci, che infatti fonderanno l'Accademia del Cimento, con l'intento di comunicare con chiarezza e semplicità i nuovi risultati della ricerca scientifica.

galileo e la prosa scientifica

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Nell'Inghilterra di Elisabetta I (1558-1603) e di Giacomo I (1603-1625) si assiste alla fioritura del cosiddetto teatro elisabettiano. Christopher Marlowe e William Shakespeare ne furono i principali esponenti. Shakespeare su tutti attraversa vari generi: commedia, tragedia, dramma storico con situazioni attinte dal passato o dal presente, dal reale o dal fantastico, sondando tutti i toni, dal riso nella commedia al delitto, al male, agli orrori nelle tragedie. Sebbene siano sempre numerosi i personaggi delle sue opere, ognuno di loro riceve una potente rappresentazione individuale.

la letteratura drammatica

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Se da un lato il "teatro dei gesuiti" si proponeva scopi propagandistici e devozionali, il vero gusto barocco si rivolge alle parate, allo spettacolo, al gioco scenico e prospettico. Tutto ciò è brillantemente espresso nello sfarzo delle feste di corte, al cui allestimento collaborano le diverse arti (letteratura, musica, danza, pittura). Viene dunque abbandonata la commedia cinquecentesca e al suo posto si afferma un nuovo genere, la "Commedia dell'Arte", resa celebre dalle compagnie teatrali itineranti. Prevedeva l'uso delle maschere, attinte da tradizioni regionali (Arlecchino, Pantalone, Pulcinella), che danno luogo a tipi fissi e all'abbandono del testo scritto. Alle battute dei dialoghi è sostituito un canovaccio (trama essenziale) che consentiva una più libera interpretazione e improvvisazione (stupore).

la festa di corte e altre esperienze teatrali

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Il melodramma nasce in Italia e avrà grande fortuna in tutta Europa. Inizialmente conosciuto come "opera in musica", oggi viene comunemente chiamato "opera lirica". Si tratta di un genere in cui si intrecciano tragedia e commedia, danza, musica e poesia. Le sue origini si devono alla Compagnia de' Bardi (di cui faceva parte anche Vincenzo Galilei, il padre di Galileo) che partiva dal presupposto che il testo poetico dovesse essere valorizzato dal canto di un solista e dalla musica. Si tratta del "recitar cantando" in cui la musica ha il compito di accrescere le potenzialità espressive della poesia. Tale genere sarà reso celebre da Claudio Monteverdi.

il melodramma

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buono studio!