RAZZISMO E MICROAGGRESSIONI
Fatima Bouthouch, scrittrice, poetessa, blogger, nasce nel 1994 a Mirandola, in provincia di Modena, da genitori marocchini. Fin da bambina le è sempre piaciuto leggere e inventare storie. Ha studiato “Mediazione linguistica e culturale” all’Università Statale di Milano e attualmente vive in Inghilterra, senza però rinunciare alla passione per la scrittura. Ha pubblicato diversi libri sul ruolo della donna nella società e sulla crisi di identità delle seconde generazioni
Fatima Bouthouch
Per Amnesty International Italia, ha scritto la postfazione del graphic novel
seconde generazioni
Secondo una raccomandazione europea del 1984, si definiscono come seconde generazioni i figli di immigrati nati nel Paese in cui sono emigrati i genitori, oppure emigrati insieme ai genitori, o che hanno raggiunto i genitori a seguito del ricongiungimento familiare o comunque in un periodo successivo a quello di emigrazione di uno o di entrambi i genitori.
“Possiamo essere tutto”, Tunuè edizioni, 2020.
Le microaggressioni sono atti o commenti sprezzanti, generalmente accettati dalla società, che promuovono stereotipi o discriminano alcuni gruppi di persone. I commenti razzisti, sessisti e classisti sono un esempio di microaggressioni nella vita di tutti i giorni, ma ce ne sono molti altri. Come ci ricorda Fatima, le microaggressioni possono ferire profondamente le persone che le subiscono.
Microaggressioni: cosa sono?
Kiyun Kim, uno studente della Fordham University di New York, ha raccolto le osservazioni a sfondo razziale che lei e i suoi compagni sono costretti a subire quotidianamente.
Scopri il progetto
Alla base delle microaggressioni
ci sono gli stereotipi
e i pregiudizi che è
difficile riconoscere o ammettere.
gli stereotipi
Gli stereotipi sono idee che si hanno comunemente su un determinato gruppo sociale e servono sostanzialmente a semplificare la realtà.
i pregiudizi
Un pre-giudizio è un giudizio che diamo a persone o a situazioni senza conoscerle.
Molte ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori di altri Paesi spesso si sentono chiedere “Da dove vieni”? Anche se sembra una domanda in apparenza innocente, può essere considerata da chi la riceve una forma di microaggressione.
Dare per scontato che una persona “non bianca” non sia italiana, significa far sentire quella persona straniera nel proprio Paese.
Ascolta la poesia di Fatima
su cosa si prova a sentirsi stranieri nel proprio Paese.
In Italia la legge prevede lo ius sanguinis (dal latino: diritto del sangue), questo significa che viene considerato cittadino italiano chiunque sia nato da un genitore italiano o abbia un parente in possesso della cittadinanza.
Ius solis o
Ius sanguinis?
Per esempio, una ragazza nata in Svezia, che non è mai vissuta in Italia ma che ha un bisnonno italiano, può richiedere la cittadinanza italiana.
Mentre una ragazza nata in Italia da genitori stranieri, che parla italiano e ha frequentato tutte le scuole in Italia, deve aspettare di compiere 18 anni per poter chiedere di essere considerata cittadina italiana.
In altri Paesi la legge prevede che basta essere nati in quel determinato Paese per essere considerati cittadine e cittadini, non importa da dove vengono o chi sono i tuoi genitori.
Questo principio si chiama ius soli (dal latino: diritto della terra).
In alcuni Paesi, ci sono delle leggi che accolgono, con piccole differenze, entrambi i principi.
Negli Stati Uniti, per esempio, viene
applicato lo ius solis, ma è possibile diventare cittadine e cittadini statunitensi anche se si è nati in un altro Paese, ma si hanno genitori o parenti che sono nati
negli Stati Uniti.
Scopri dove viene applicato il principio dello ius sanguinis e dove invece è
presente quello dello ius solis.
IUS SOLI
IUS SANGUINIS
IUS SOLI +
IUS SANGUINIS
Armenia
Austria
Brasile
Canada
Colombia
Corea del Sud
Danimarca
Estonia
Filippine
Finlandia
Francia
Germania
Giappone
Haiti
India
Iran
Irlanda
Islanda
Israele
Italia
Malta
Messico
Nigeria
Norvegia
Polonia
Regno Unito
Repubblica Ceca
Romania
Russia
Slovacchia
Stati Uniti
Svezia
Svizzera,
Thailandia
Tunisia
Ucraina
Ungheria
Brasile
Canada
Messico
Stati Uniti
Antigua e Barbuda
Argentina
Barbados
Belize
Bolivia
Brasile
Canada
Costa Rica
Dominica
Ecuador
El Salvador
Figi
Grenada
Guatemala
Guyana
Honduras,
Giamaica
Lesotho
Messico
Nicaragua
Pakistan
Panama
Paraguay
Perù
Tanzania
Trinidad e Tobago
USA
Uruguay
Venezuela
In Italia ci sono 1.316.000 mila minori nati da genitori stranieri e molti di loro, come Fatima, sono stati o sono ancora vittime di microaggressioni.
1.316.000
I dati raccolti dall’ISTAT nel 2015 ci aiutano a capire cosa provano questi bambini e questi ragazzi.
Come si sentono
37,8
33,0
29,2
ISTAT
Istituto Nazionale di Statistica
Leggili con la tua classe e commentateli insieme
Pensano in italiano
74,7
73,5
62,0
35,0
I dati raccolti dall’ISTAT nel 2015 ci aiutano a capire cosa provano questi bambini e questi ragazzi.
Leggili con la tua classe e commentateli insieme
ISTAT
Istituto Nazionale di Statistica
Bullismo
I dati raccolti dall’ISTAT nel 2015 ci aiutano a capire cosa provano questi bambini e questi ragazzi.
ISTAT
Istituto Nazionale di Statistica
49,5%
Ragazzi di seconda generazione che hanno subito almeno un episodio offensivo, non ripsettoso e/o violento da parte di altri ragazzi nell'ultimo mese
Fra i coetanei italiani
42,4%
Leggili con la tua classe e commentateli insieme
«Ho il passaporto:
il libro più bello
del mondo».
Così scriveva Hannah Arendt dopo aver ricevuto la cittadinanza statunitense.
Hannah Arendt
Hannah Arendt (14 ottobre 1906 - 4 dicembre 1975 ) è stata una intellettuale, politologa, e storica tedesca.
Dopo aver lasciato la Germania nazista nel 1933, a causa delle persecuzioni dovute alle sue origini ebraiche, rimase apolide (senza cittadinanza) dal 1937 al 1951, anno in cui ottenne la cittadinanza statunitense. Lavorò come giornalista e docente universitaria, e pubblicò opere importanti di filosofia politica.
Prima di tutto possiamo chiedere al governo italiano di intervenire
per dare a tutti quelli che nascono nel nostro Paese gli stessi diritti.
Cosa possiamo fare noi?
Impegniamoci ogni giorno a rispettare gli altri, senza chiederci da dove vengono o guardare il
colore della pelle… o come sono i loro capelli.
E poi?
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