Want to make creations as awesome as this one?

More creations to inspire you

7 CONTINENTS

Horizontal infographics

A2 - ABENTEUER AUTOBAHN

Horizontal infographics

STEVE JOBS

Horizontal infographics

OSCAR WILDE

Horizontal infographics

TEN WAYS TO SAVE WATER

Horizontal infographics

NORMANDY 1944

Horizontal infographics

LIZZO

Horizontal infographics

Transcript

Più velocepiù in altopiu forte

INSIEME

tokyo 2020

le mascotte

le paralimpiadi

olimpiadi moderne

il fuoco olimpico

storia delle olimpiadi

il simbolo

miraitowa

someity

PARTE 1

PARTE 2

riflettiamo

attivita'

ATTIVITA'

crucigramma

03

pixel art

09

ripassa i verbi

w le tabelline

04

comprensione del testo

01

02

05

english time

07

VIDEO PER RIFLETTERE

06

fair play

08

analisi grammaticale

10

sport e canzoni

1

2

1

2

La prima Olimpiade si tenne nel 776 a.C. in Grecia e precisamente ad OLIMPIA, la città greca dove i migliori atleti si ritrovavano per affrontarsi in competizioni sportive che esaltavano lo sforzo fisico in onore di Zeus. Si tenevano ogni quattro anni e I Giochi erano ritenuti così sacri che per tutta la loro durata (cinque giorni) venivano sospese le guerre in corso, nella cosiddetta Tregua Olimpica. Potevano partecipare ai giochi solo i greci maschi, liberi mentre le donne non potevano partecipare. Gli atleti si cimentavano principalmente nella corsa, nella lotta, nel pugilato, nel lancio del disco e del giavellotto e nella corsa con i carri trainati dai cavalli. I vincitori venivano premiati con una semplice corona d’ulivo, ma soprattutto venivano festeggiati ed ammirati ricevendo gloria e onore.

la storia delle Olimpiadi

Le Olimpiadi dei giorni nostri non sono però la diretta continuazione di quei gloriosi giochi che scomparvero per un certo periodo. I miti legati alla manifestazione, lo spirito di fratellanza e la sana competizione che essa comportava, non si dispersero però nei secoli e, alla fine dell'Ottocento, qualcuno pensò di riportali in vita! Pierre de Fredy, barone di Coubertin, un pedagogista francese, si accorse di come la società di allora fosse priva di una sana educazione fisica e dei valori che essa comporta (sacrificio, competitività, rispetto delle regole) e così nel 1894 propose la rinascita di nuovi Giochi Olimpici Internazionali. In poco tempo venne fondato il C.I.O (Comitato Internazionale Olimpico) e si decise che la sede della prima Olimpiade dell'era moderna si sarebbe tenuta proprio in Grecia, ad Atene dove erano nati i primi giochi. Si decise però che un ideale così alto doveva toccare ogni parte della Terra, e perciò la sede dei giochi sarebbe cambiata ogni 4 anni (la seconda Olimpiade si tenne a Parigi). Nel 2021, le Olimpiadi si sono disputate a Tokyo, in quella che è ormai la trentaduesima edizione dei Giochi (anche se posticipata di un anno a causa della pandemia da coronavirus), e anche se contrariamente al desiderio di De Coubertin le guerre non sono finite (anzi, le due guerre mondiali impedirono lo svolgimento di due edizioni olimpiche), la Fiamma Olimpica che simboleggia tutti i valori positivi dello sport e dell'amicizia tra Nazioni continua ad ardere nel tempo

le Olimpiadi moderne

La Mascotte è una persona, un animale o una cosa a cui si attribuisce il potere di portare fortuna. Per queste Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo 2020 sono stati scelti rispettivamente MIRAITOWA e SOMEITY che incarnano alcune delle caratteristiche del popolo giapponese rappresentando il mix perfetto di tradizione e innovazione

le mascotte

Il nome MIRAITOWA si basa sulla combinazione delle parole giapponesi "mirai", che significa "futuro", e "towa", che significa "eternità", e rappresenta l'augurio che i Giochi Olimpici di Tokyo portino a un futuro di eterna speranza nei cuori di tutto il mondo. Il pupazzo bianco e blu vive nel mondo digitale, ma può muoversi liberamente tra l’universo virtuale e quello reale (grazie ad una velocità fulminea).

Miraitowa

Invece, la mascotte dei Giochi Paralimpici si chiama SOMEITY : è dotata di sensori tattili e super poteri. Può inviare e ricevere la telepatia, utilizzando le antenne su entrambi i lati del suo viso, Può anche volare, utilizzando il suo mantello e persino spostare oggetti senza toccarli! Ha un carattere calmo e tranquillo, ed è guidata da una grande forza interiore, ma può mostrare superpoteri che incarnano la tenacia e la determinazione degli atleti paralimpici. Il suo nome, Someity, deriva da “Someiyoshino”: una popolare varietà di fiori di ciliegio, che sono alberi tipici del Giappone e richiama la frase inglese “so mighty”, “così potente”. La sua caratteristica principale, infatti, oltre ai petali di ciliegio che ricoprono il suo corpo, è l’enorme forza mentale e fisica, che rappresenta gli atleti paralimpici che superano gli ostacoli e ridefiniscono i confini delle possibilità.

Someity

La FIAMMA OLIMPICA, o fuoco olimpico, è portata dalla TORCIA olimpica (chiamata anche fiaccola) e brucia durante lo svolgimento dei giochi olimpici nel BRACIERE olimpico o tripode. La fiamma è uno dei simboli dei Giochi olimpici. Le sue origini risalgono all'Antica Grecia, quando un fuoco veniva tenuto acceso per tutto il periodo di celebrazione delle Olimpiadi antiche. Il fuoco venne reintrodotto nelle olimpiadi del 1928, e da allora fa parte del cerimoniale delle Olimpiadi moderne. Vanno distinti e tenuti separati il fuoco della torcia che, attraverso una staffetta, viene portata in giro per il mondo (introdotta successivamente, nelle olimpiadi del 1936 dal regime nazionalsocialista di Adolf Hitler), e dal braciere, che mantiene la fiamma viva durante lo svolgimento delle gare. Dal 1960 la fiamma olimpica viene accesa diversi mesi prima della cerimonia di apertura dei Giochi olimpici, nel luogo delle Olimpiadi antiche, Olimpia (Grecia). Undici sacerdotesse (impersonate da attrici) accendono il fuoco ponendo una torcia all'interno di uno specchio parabolico concavo, che concentra i raggi del Sole. La torcia rimane per qualche giorno in Grecia, poi viene trasportata nel Paese ospitante i Giochi, dove viene organizzata una staffetta formata da TEDOFORI (coloro che portano per un tratto la fiamma olimpica) che percorre tutte le strade del Paese. L’ultimo tratto della staffetta è costituito dal percorso nella città che ospita i Giochi, che si conclude durante la cerimonia di apertura.

Il fuoco Olimpico

Tradizionalmente, il primo tedoforo è greco, e la torcia viene trasportata a piedi, ma possono essere usati altri mezzi di trasporto (quando è necessario attraversare dei mari la si porta in aereo o nave). Tra i tedofori si contano anche atleti e celebrità, ma la maggior parte sono persone comuni. Accade non di rado che la fiamma si spenga durante il tragitto. La staffetta della torcia olimpica termina il giorno della cerimonia di apertura, nello stadio principale dei giochi. L'ultimo tedoforo è spesso tenuto segreto fino all'ultimo momento, di solito è uno sportivo famoso della nazione ospitante. L'ultimo tedoforo usa la torcia per accendere la fiamma nel braciere che di solito è situato nei pressi dello stadio olimpico. Questa fiamma brucia per tutto il periodo di celebrazione dei Giochi Olimpici e viene estinta nella cerimonia di chiusura.

Ecco l'attrice vestita come un'antica alta sacerdotessa greca che ha acceso la fiamma usando i raggi del sole riflessi da uno specchio concavo e lanciando poi una staffetta di una settimana in Grecia prima che la torcia venga consegnata agli organizzatori dei giochi olimpici a Tokyo.

Il simbolo e la bandiera del Comitato Internazionale Olimpico e dei giochi olimpici fin dal 5 aprile 1896, giorno in cui ad Atene furono aperte le prime Olimpiadi dell'era moderna, sono i cinque anelli intrecciati su fondo bianco. Ad ogni colore corrisponde un continente: blu per l'Oceania nero per l'Africa rosso per le Americhe, verde per l'Europa giallo per l'Asia Con questo simbolo il barone francese Pierre de Coubertin, che lo aveva ideato insieme ai Giochi olimpici, voleva sottolineare lo spirito di fratellanza che doveva caratterizzare la manifestazione. Insieme al bianco del fondo, i colori dei cinque anelli sono anche quelli utilizzati nelle bandiere di tutto il mondo.

Il simbolo

Le Paralimpiadi

Le Paralimpiadi o Giochi paralimpici sono l’equivalente delle Olimpiadi per atleti con disabilità fisiche Tutto cominciò nel 1948 con il lavoro di Ludwig Guttman, un neurochirurgo tedesco che introdusse lo sport come parte della riabilitazione dei suoi pazienti nell’Unità spinale di Stoke Mandeville. Guttman rivoluzionò i trattamenti medici per le persone con disabilità da lesioni spinali, introducendo cure mediche, fisioterapia, ma anche attività sportive che avrebbero migliorato lo spirito di fratellanza e amicizia tra i pazienti. Nel 1948 il dottore organizzò una prima competizione sportiva tra i suoi pazienti, evento che cadde in concomitanza con le Olimpiadi di Londra. I giochi divennero internazionali nel 1952 quando parteciparono alla competizione di Stoke Mandeville anche dei veterani di guerra. Fu grazie al contributo del medico italiano Antonio Maglio che le competizioni del 1960 furono disputate a Roma dove si svolgevano anche le Olimpiadi. Il giovane dottore infatti era stato inviato sul fronte italo-jugoslavo dove aveva fatto esperienza di feriti e malati di guerra e una particolare categoria lo aveva colpito, i soldati con lesioni al midollo, che lo avevano sensibilizzato a queste disabilità. Nel 1984 i Giochi Internazionali per paraplegici furono riconosciuti come Giochi Paralimpiadi estivi e il Comitato Olimpico Internazionale approvò la denominazione di “Giochi Paralimpiadi” ovvero Olimpiadi parallele ai Giochi Olimpici

Riflettiamo

Guardare le Paralimpiadi significa abituarsi all’idea che ci sono persone senza gambe, senza braccia, non vedenti, in sedie a rotelle, che nonostante tutto, hanno sempre il sorriso e la battuta pronta, che superano ogni difficoltà e che rispetto ad alcuni, non si lamentano mai. Sanno come superare i limiti ed è questo il più grande insegnamento a cui tutti dovremmo prestare attenzione anziché soffermarci sulla “disabilità”. Come scrive il giornalista Claudio Arrigoni in un articolo dal titolo Paralimpiadi Rio 2016 l’abilità di cambiare i giochi,” gli atleti paralimpici non sono disabili, anche perché per come la penso io, se così fosse lo saremmo tutti visto che ci sono altre tipologie di disabilità…quelle interiori di cui tutti, nessuno escluso è provvisto. Semmai è bello dire che gli atleti paralimpici hanno delle abilità. Esse rappresentano i loro punti di forza e possono diventare anche i nostri se solo abbiamo la curiosità di seguirli.” Perché essere diversi è normale. Non è l’amputazione di un braccio, il colore della pelle o la cecità che differenza perché tutti abbiamo in comune il fatto che siamo delle PERSONE. Impariamo a vivere la diversità come un valore aggiunto.

“A volte per rialzarsi in piedi non servono le gambe” Alex Zanardi

Disegna un quadrato di 20 quadretti per lato e colora seguendo le indicazioni. Cosa appare?

WHAT’S THE MASCOTTE? Trova la Mascotte leggendo la sua descrizione 1) ITS NAME IS VINICIUS. IT HAS LONG BLUE AND YELLOW PAWS AND A GREEN TA. IT’S A MIX OF BRAZILIAN ANIMALS. 2) WENLOCK HAS ONLY ONE EYE IN THE MIDDLE OF THE HEAD. IT’S GREY3) FUWA ARE FIVE DOLLS. EVERY DOLL IS ONE OF THE FIVE NATURAL ELEMENTS.4) PHEVOS and ATHENA ARE BROTHER AND SISTER. PHEVOS IS WEARING A BLUE DRESS LIKE AS THE SEA AND ATHENA IS WEARING AN ORANGE DRESS AS THE SUN. 5) MISHA IS A LITTLE BEAR WITH A SPECIAL BELT. IT’S BROWN AND PINK

FAIR PLAY vuol dire letteralmente "gioco corretto" . Inizialmente usato nelle competizioni sportive, indica poi anche un modo di comportarsi e di pensare. Durante le olimpiadi di Tokyo e gli Europei di calcio si è spesso parlato di FAIR PLAY. Conosci qualche episodio? Parlane in classe e guardate i due video.

Lo spot di un minuto inizia con una ripresa di Jessica in acqua. Mentre la campionessa nuota, si sente un telefono squillare: la responsabile di un ufficio adozioni parla alla futura madre adottiva di Jessica. “Abbiamo trovato una bambina per la vostra richiesta di adozione, ma c’è qualcosa che dovreste sapere. La bambina è in Siberia ed è nata con una malattia rara. Le sue gambe dovranno essere amputate. So che è difficile sentirlo, ma la sua vita non sarà facile”. Mentre la voce parla, l’acqua avvolge tutto, entra nell’ufficio e nel dormitorio dove Jessica ,neonata, aspetta insieme ad altri bambini. Altre scene la mostrano mentre impara a camminare con le stampelle e poi poco più grande, quando indossa il costume da bagno che diventerà la sua tuta da supereroe. Jessica intanto nuota e nuota, con la forza e la determinazione che la porteranno a vincere una gara dopo l’altra. Dall’altro capo del telefono arriva la voce emozionata della signora Long: “Potrebbe non essere facile, ma sarà fantastico. Non vedo l’ora di incontrarla”, dice, prima di sedersi a tavola prendendo la mano del marito. Jessica, a bordo vasca, si gode la scena del sì dei propri genitori e del proprio viaggio che l’ha portata a diventare una delle nuotatrici più premiate al mondo. Dopo aver debuttato per la prima volta alle Paralimpiadi nel 2014, all’età di 12 anni, è diventata la seconda paralimpica più medagliata nel 2016, quando ha lasciato le Paralimpiadi di Rio con 23 medaglie. Lo spot si conclude con il messaggio: “Crediamo che ci sia speranza e forza in tutti noi”. Il video è una pubblicità della Toyota.

uno spot per riflettere

YES,I CAN...

Al grido di “Yes I can” gli “atleti musicisti” cantano e mostrano che i loro handicap non sono affatto ostacoli, ma solo un modo alternativo di vivere il mondo. La loro determinazione, la loro voglia di farcela e di partecipare è e sarà più forte di qualsiasi difficoltà o pregiudizio.In questo spot delle Paralimpiadi del 2016 il messaggio è chiaro!

we are the superhumans

Rispondi alle domande e scopri la frase

PRENDI LE FORBICI E FAI GINNASTICA PER LE MANI ED IL CERVELLO!

TABELLINE OLIMPIONICHE

https://view.genial.ly/5ff76999bf5ddc3bd7450e26/game-il-gioco-delloca-dei-verbi

COPIA QUESTO LINK NEL TUO MOTORE DI RICERCA E TROVERAI UN GIOCO

W lo sportcanto e ballo

Faccio sport

We are the champions

Notti magiche