LEA GAROFALO
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Transcript
L'ultima passeggiata con la figlia Denise
sTORIA DI UNA VITTIMA DI MAFIA
3E
Marta Bogetti, Chiara Panero
Lea Garofalo vive nella memoria di Monza
24 Novembre 2009
Lea Garofalo
Testimone di giustizia: io vedo, io sento, io parlo.
QUOTIDIANOGIOLITTI-GANDINO
Lea Garofalo, nata il 24 aprile 1974 a Petilia Policastro, è stata una testimone di giustizia italiana, vittima della 'ndrangheta.
Figlia di Antonio Garofalo, Lea rimase orfana di padre all'età di 9 mesi, dopo la morte in una faida. A 14 anni si innamorò di Carlo Cosco e si stabilì con lui a Milano. Nel 1991 diede luce alla loro figlia Denise. Nel 2008 ad un incontro pubblico, Lea fece la conoscenza di Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera.
CHI ERA LEA GAROFALO?
Testimone di Giustizia, Lea è stata sottoposta a protezione dal 2002 poiché decise di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Cosco. Il fratello di Lea, Floriano Garofalo, era il boss di Petilia Policastro dedito al controllo delle attività malavitose. Egli sarà assassinato nel 2005 in un agguato. Lea dichiarò dell'attività di spaccio di stupefacenti condotta dai fratelli Cosco e accusò suo cognato per l'omicido di suo fratello.
"Milano è una grande città, non è come la Calabria"
Lea Garofalo decide di uscire definitivamente dal programma di protezione dei testimoni nella primavera del 2009. Il tempo non aveva cancellato il rancore di Carlo Cosco e per questo motivo organizza una trappola per attirare Lea e Denise a Milano. Dopo aver passato giorni insieme come una vera famiglia, Cosco fa in modo che Lea rimanga sola per compiere l'omicidio. Il corpo venne poi trasportato su un terreno e lì distrutto il 24 novembre 2009.
L'AGGUATO E L'OMICIDIO
IN QUALE CONTESTO STORICO-SOCIALE VIVEVA?
in cui la strada pareva definitivamente tracciata, Lea si ribellò, rifiutando di accettare la regola del silenzio omertoso.
Lea si ribellò alla cultura di mafia e scelse la via della legalità, pagando con la vita. Cresciuta da un ambiente dominato da uno scenario di ingiustizia, morte, vendetta,
Nel 2015 è andato in onda per la prima volta il film di Marco Tullio Giordano "Lea", basato sul materiale di inchiesta e sulle sentenze dei processi.
CHI MANTIENE VIVA LA SUA MEMORIA?
I funerali civili di Lea vennero seguiti in diretta da "Rainews 24" il 19 Ottobre 2013, in seguito al ritrovamento del corpo nel 2012. Lo stesso giorno dei funerali, nei giardini di fronte a via Montello 6, l'ex fortino dei Cosco, venne affissa una targa in memoria di Lea.
Che cosa spinge gli affiliati della mafia a mantenere il silenzio?
RIFLESSIONE PERSONALE
La mafia inghiotte coloro che, anche se passivamente, ne fanno parte. Con i suoi finti valori crea un ambiente apparentemente sano, basato sui principi della famiglia, dell'onore e della religione. Tutto questo ha lo scopo di creare identità, ma si rivela corrotto e marcio al suo interno.
Un mare di gentea flutti disordinatis'è riversato nelle piazze,nelle strade e nei sobborghi.è tutto un gran vociareche gela il sangue,come uno scricchiolio di ossa rotte.Non si può volere e pensare nel frastuono assordante;nell'odore di calcac'è aria di festa.- Peppino Impastato