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Lo sfruttamento minorile

Lo sfruttamento minorile è definito come una qualsiasi attività lavorativa svolta da ragazzi di età inferiore ai sedici anni.

Questo fenomeno si verifica soprattutto nei Paesi più poveri del mondo come Africa, Asia e America Latina.

I bambini che vengono sfruttati per lavorare non hanno tempo nè di studiare nè di dedicarsi al gioco e quindi non vivono a pieno la loro infanzia.

In base a un'indagine fatta dall'Unicef (l'organizzazzione dell'Onu che si occupa dei problemi dell'infanzia), è stato scoperto che nel mondo sono oltre 150 milioni i minori costretti a lavorare.

Il lavoro minorile ha diverse forme:- lavori pesanti e pericolosi;- bambini che lavorano per molte ore al giorno;- lavori di strada;- attività illegali;- sfruttamento sessuale dei minori.

I bambini e i ragazzi che svolgono lavori pesanti e pericolosi lavorano o nelle miniere oppure nei cantieri edili.

Quando i bambini vengono sfruttati per molte ore al giorno, il lavoro non è pericoloso ma è molto stancante. In questo caso i bambini e i ragazzi raccolgono tè, tessono tappeti o fabbricano bracciali di vetro.

Molti ragazzi si dedicano al lavoro di strada chiedendo l'elemosina, raccogliendo rifiuti da riciclare o vendendo piccoli oggetti, cibo e bevande.

Infine ci sono i ragazzi coinvoilti in attività illegali come spaccio di droga e furti.

Poi ci sono i minori sfruttati sessualmente: si tratta di ragazzi e ragazze costretti a prostituirsi.

In Italia sono migliaia i ragazzi di età inferiore ai sedici anni costretti a lavorare: secondo una recente indagine sono circa 260 mila.

Nel nostro Paese sono molte le organizzazioni che denunciano lo sfruttamento di almeno 30 mila minori.

Francesco Simone-Denisa Iordache

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