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La Basilicata

Il territorio Il territorio è per quasi il 70% montuoso (Appennino Lucano), collinare per il 22% e pianeggiante per solo l’8%. Nella parte occidentale, si trovano elevati massicci calcarei, con fenomeni carsici. A Nord e al centro, i rilievi non superano i 2000 m (Monte Volturino 1836 m); a Sud più imponente è il Sirino (2005 m), il Pollino (2248 m), che segna il confine tra Basilicata e Calabria. La zona orientale è formata zone collinari alte non più di 600 m, verso le Murge pugliesi e la cimosa metapontina, vi sono estese terre alluvionali e una spiaggia rettilinea. Nella parte settentrionale isolato è il Vulture (1326 m), vulcano spento, l’unico situato sul versante orientale dell’arco appenninico peninsulare, con i laghetti craterici di Monticchio. I bacini della regione sono limitati e di scarsa estensione; i fiumi (Bradano, Basento, Agri, Sinni e Ofanto, che segna i confini verso NE) hanno carattere torrentizio con piene impetuose, mentre l’Agri e il Sinni hanno portate più costanti; sono stati costruiti diversi invasi sul Bradano (Lago di S. Giuliano), sul Sinni e sull’Agri (Lago del Petrusillo), specie a fini irrigui.

Il clima Il clima varia dalla Basilicata tirrenica, battuta dalle piogge, a quella interna e quella ionica, caratterizzate da estati assai calde e da forte escursione annua. Le temperature medie vanno dai 7 ai 10 °C nel mese più freddo (gennaio) e dai 25 ai 29 °C in quello più caldo (luglio); le precipitazioni, dai 600 mm annui della fascia murgiana, arrivano a superare i 2500 nel retroterra di Maratea. Nella vegetazione, modificata dall’uomo, si possono distinguere quattro diverse zone: la macchia mediterranea (fino a 400 m: specie lentisco, mortella ecc.), il bosco submontano di querce e di castagni (400-1000 m), il bosco montano di faggi e di conifere (queste ultime specie nel Pollino: 1000-2000 m), e il pascolo alpestre

La popolazione L’inversione della tendenza migratoria legata all’intenso flusso dei rientri, iniziata fin dagli anni 1970, è proseguita negli anni 1980, pur bilanciata dal contrarsi della natalità causato dall’invecchiamento della popolazione residente. A partire dagli anni 1990 si è presentata una moderata ripresa della tendenza negativa. Delle due provincie, Potenza e Matera, la prima ha mantenuto fino a oggi una netta preminenza in termini assoluti. Il calo demografico interessa soprattutto i comuni minori dell’interno, le cui risorse dipendono spesso esclusivamente dalle rimesse degli emigrati. A tali dinamiche è seguito l’abbandono di vaste aree del territorio, e il progressivo indebolimento di tipiche comunità locali, come i gruppi albanesi del Vulture e del Monte Pollino.

Tradizione e cultura...