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Descrizione della pesatura del cuore presso gli antichi Egizi

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MaestraIolanda

La pesatura del cuore è un'immagine contenuta nel Papiro dei morti risalente al 1275 circa. Quest'ultimo fa parte del libro dei morti, una raccolta di testi funerari di epoche diverse che consistevano in formule magico-religiose utili a proteggere e aiutare il defunto durante il suo viaggio nell'aldilà che si riteneva ricco di insidie e di difficoltà fino al cospetto di Osiride, Dio dei morti, e al quale spettava l'ultimo verdetto. Fu composto da vari sacerdoti nell'arco di un millennio circa. Questo frammento di papiro che raffigura il giudizio dello scriba Hennefer è conservato presso il British Museum Londra.

Quali erano le difficili prove che l'anima del defunto doveva superare per arrivare indenne davanti al tribunale del Dio Osiride? Scopriamole brevemente insieme. Dopo aver lasciato la tomba (il sarcofago) l'anima iniziava il suo peregrinaggio nel deserto occidentale.Qui giungeva ad un albero di sicomoro, dove le venivano offerti cibo e acqua. Successivamente incontrava dei demoni dalla testa di coccodrillo, dei serpenti, e il Dio Apophis che cercavano di divorarla. Doveva poi attraversare ed abbeverarsi in un fiume d'acqua bollente quindi giungeva nelle paludi dove delle scimmie, gettavano delle reti per catturarla. L'anima riusciva a salvarsi solo recitando incantesimi e formule magiche. Superate tutte le prove, giungeva finalmente nel regno di Osiride davanti al tribunale per subire il giudizio.

Una schiera di giudici, guidata dal Dio Ra, è posta davanti all'anima del defunto che recita la sua confessione. Ogni giudice preposto a castigare un determinato peccato contro la giustizia e la verità. Il defunto, giunto al loro cospetto doveva dichiarare la propria innocenza recitando questa confessione: Non ho commesso crimini Non ho sfruttato gli altri, Non sono stato ingiusto, Non ho fatto congiure, Non sono stato blasfemo. Non ho detto il falso, Non ho rubato, Non ho ucciso, Non ho sottratto cibo, Non ho giurato il falso, Non ho rubato pane, Non ho parlato male degli altri.

Il trono di Osiride Osiride che ascolta le confessioni del defunto prima che acconsenta al passaggio nell'aldilà. Davanti al suo trono è posta una gemma di fiore di loto (simbolo di vita eterna) in cima alla quale compaiono quattro piccoli Dei: sono i figli di Horus che rappresentano a loro volta i quattro punti cardinali. Essi avevano un ruolo importante, ovvero dovevano conservare e portare nell'aldilà gli organi interni del defunto che venivano custoditi in quattro canopi (vasi con teste figurate).

Il Dio Anubi prende per mano il defunto e lo accompagna adagio verso la bilancia.

La pesatura del cuore era affidata al Dio Anubi. Su un piatto vi si poneva il cuore del defunto, sull'altro una piuma (simbolo di Maat, dea della verità e della giustizia) Se il cuore risultava più leggero della piuma il defunto avrebbe avuto accesso al regno di Osiride e alla vita senza fine.Diversamente sarebbe stato cancellato per sempre.

Il mostro con la testa di coccodrillo e il corpo metà leone e metà ippopotamo. Ammit divorava il corpo del defunto condannandolo per l'eternità se il suo cuore pesava più della piuma.

Thot, Dio della sapienza, sorvegliava e prendeva nota dell'esito della pesatura.

Dio del cielo, con la testa di falco e figlio di Osiride di Iside. In questo caso la pesatura del cuore ha avuto un esito favorevole quindi Horus accompagna il defunto al cospetto del Dio Osiride per l'ultimo verdetto.

Questa divinità è Horus nella versione però dell'occhio sulle ali del falco e i cui artigli sorreggono una piuma di struzzo.

Le due donne poste dietro il trono di Osiride sono rispettivamente: Iside, la moglie di Osiride e sua sorella Nefti che era la guardiana dell'aldilà nonché la madre di Anubi.