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Transcript

Temi

I PROMESSI SPOSI

I personaggi

Lucia

Vittima innocente

Lo stile dell'autore

Eugenia Belvedere

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Renzo

Ingenuo volenteroso

Don Abbondio

Codardo, aiuta l'antagonista

Agnese

Umiltà e dedizione

Don Cristoforo

Giusto, aiuta i protagonisti

Azzeccagarbugli

Avido e interessato

Innominto

Prima violento, poi si pente e si converte

Don Rodrigo

Antagonista, prepotente, vuole Lucia

Perpetua

Sincerità e genuinità

Monaca di Monza (Gertrude)

Frustata e rancorosa

Griso

Aiutante di Don Rodrigo, violento e opportunista

Cardinale Federico Borromeo

Puro, umile, aiuta i protagonisti

Riassunto

Connessioni

Citazioni

Opinioni personali

I Promessi Sposi sono formati da 38 capitoli e un'introduzione. Manzoni finge di aver trovato un manoscritto nel 600 virgola che merita di essere raccontato ma in una lingua che tutti possono comprendere. In un paese vicino Como, la sera del 7 novembre 1628, due bravi del signorotto locale, Don Rodrigo, ordina al prete Don Abbondio di non celebrare il matrimonio di due giovani, Renzo e Lucia, su cui il loro signore aveva messo gli occhi. Il giorno dopo il parroco in forma Renzo, che avendo saputo della minaccia di Rodrigo, grazie anche all' aiuto della governante del parroco, Perpetua, chiede spiegazione a Lucia, che gli dice di essere stata infastidita da Don Rodrigo. Allora Agnese, mamma della ragazza, gli consiglia di rivolgersi ad un avvocato di Lecco, Azzeccagarbugli, che però appena sente il nome di Don Rodrigo lo scaccia perché ha paura. Così i due fidanzati raccontano la loro storia a frate Cristoforo. Questo si reca da Don Rodrigo che poco dopo aver discusso con lui lo caccia. In seguito, su consiglio di Agnes, i due fidanzati si recano da Don Abbondio con due testimoni per fare un matrimonio a sorpresa. Ma nel momento in cui deve pronunciare la formula del matrimonio, Lucia si emoziona e il prete riesce a scappare. Intanto Don Rodrigo ordina ai bravi di rapire Lucia ma falliscono. Renzo, Lucia e Agnese si recano così da frate Cristoforo che dice loro di allontanarsi dal paesino e manda Renzo nel convento dei Cappuccini a Milano e Lucia e Agnese in un monastero a Monza. Qui incontrano Gertrude, un'influente monaca dalla vita tormentata. A Milano Renzo però viene distratto dalle proteste fatte dalla popolazione a causa della carestia. Scambiato per uno dei capi della rivolta, rischio di essere arrestato. Riesce però a fuggire a Bergamo dal cugino Bartolo. Intanto Don Rodrigo fa rapire Lucia dell'Innominato, un signore malvagio. La ragazza nel castello di quest'uomo fa voto di castità alla Madonna per salvarsi. L'innominato, sconvolto dalle suppliche di Lucia, ha una crisi di coscienza e si reca del Cardinale Borsomeo che lo convince a cambiare vita. Così lui si pente e affida Lucia ad una famiglia nobile di Milano. Qui arrivano i Lanzichenecchi, mercenari germani che portano la peste. Renzo guarito dall'epidemia si reca a Milano per cercare Lucia. Nel Lazzaretto incontra prima frate Cristoforo e Don Rodrigo che viene perdonato da lui e poi Lucia che sciolta della promessa fatta alla Madonna dal frate. I due giovani si ritrovano nel loro paese e si sposano, poi si trasferiscono con Agnese in un altro paesino e aprono un'attività di filatura. Renzo e Lucia hanno capito che bisogna avere fiducia nella provvidenza divina anche nelle difficoltà.

“Come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia, al passar della falce che pareggia tutte le erbe del prato.”

Bravi a Don Abbondio: “Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.”

Mi ha fatto molto riflettere l'evento della peste e le sue conseguenze e una delle scene più commoventi è quella che racconta di una mamma che è costretta a lasciare la propria figlia, Cecilia, morta per l'epidemia. Quello che mi ha colpito di più è il fatto che, nonostante le difficoltà e gli ostacoli della vita, Renzo e Lucia si ritrovano sempre riescono anche a sposarsi.

L’evento storico della peste si ricollega a quello che oggi sta vivendo tutto il mondo, cioè la pandemia causata dal Coronavirus che ha ucciso moltissime persone proprio come la peste. Un libro che si può collegare all'evento della peste è "Diario della peste" di Defoe: L'ultima grande epidemia di peste bubbonica, quella del '600, raccontata dall'autore di Robinson Crusoe, che l'aveva vissuta da bambino, ma soprattutto che ricostruisce quei mesi di delirio a Londra con il talento del giornalista e li narra con l'abilità del romanziere.

Manzoni si impegna a elaborare per il suo romanzo una lingua comprensibile a tutti gli italiani proprio in anni in cui il tema dell'unità nazionale sta diventando centrale nel dibattito politico. Rende il linguaggio realistico e scorrevole, questo nella convinzione che l'opera letteraria debba educare ed istruire e pertanto deve essere accessibile al maggior numero di persone.