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IL LICEO AL TEMPO DEL COVID COME E’ INIZIATA LA SCUOLA? - OBBLIGO DI MASCHERINA NEGLI SPOSTAMENTI E IN SITUAZIONI IN CUI MANCA IL DISTANZIAMENTO - ENTRATA E USCITA DEGLI ALUNNI DA INGRESSI DIFFERENZIATI OBBLIGO DI SANIFICARE LE MANI - INTERVALLI SEPARATI PER EVITARE ASSEMBRAMENTI: UNO DOPO LA SECONDA ORA E UNO DOPO LA QUARTA ORA DI LEZIONE

  • PRIMO INTERVALLO: UN GRUPPO DI CLASSI IN GIARDINO E UNO IN CLASSE
  • SECONDO INTERVALLO: LE CLASSI CHE ERANO RIMASTE IN CLASSE NEL PRIMO INTERVALLO ESCONO IN GIARDINO E LE ALTRE CLASSI RIMANGONO IN CLASSE
- PANNELLI DI PLEXIGLAS SULLE CATTEDRE - DIDATTICA INTEGRATA CON LEZIONI POMERIDIANE PREVISTE PER IL TRIENNIO SVOLTE ON LINE - ACCESSO ORDINATO AI DISTRIBUTORI DI BEVANDE

ADELE (articolo pubblicato su EcoRisveglio il 5 novembre 2020) A volte, molto egoisticamente forse, penso che avrei preferito vivere la pandemia a qualsiasi altra età, ma non a questa. A maggio pensavo con rabbia e nostalgia alla gita scolastica persa, così come alle sciocche battute dei miei compagni che ti fanno ridere come solo a scuola si può ridere e poi alle discussioni nelle ore di filosofia, a tutti i momenti di panico prima delle verifiche in cui ci si interroga a vicenda, e al grido al suono della campanella, i passi nel cortile della scuola verso il cancello: tutto questo era perso per sempre, nessuno me lo avrebbe mai ridato indietro. Quest'estate, a inizio settembre, dopo sei mesi lontana dai miei compagni mi sono sinceramente domandata "saranno ancora gli stessi?" Era come se non li conoscessi più, dopo quattro anni di faticosa costruzione di un legame temevo che fosse andato tutto perduto. Comunque mi ero messa il cuore in pace, in fondo aveva un anno intero per recuperare il tempo perso e la dad a ottobre era ormai solo un lontano ricordo, la scuola in presenza (l'unica vera scuola a mio parere) aveva ripreso a farmi ridere, discutere, e crescere anche con plexiglass e banchi schierati, c'era qualche regola in più: ma nè la didattica, nè le relazioni umane sono state intaccate dalle misure di sicurezza: stavamo bene, abbiamo persino fatto qualche lezione fuori, al sole, cosa che forse non avremmo mai pensato di fare in altre condizioni. In quinta ogni giorno sembra un po' un ultimo giorno, tutto prende un vago senso di malinconia, e penso, complice anche il ricordo della dad, di non aver mai amato andare a scuola come quest'anno: Si dice così no? Capisci davvero il valore di qualcosa solo quando la perdi. Penso che con la scuola sia stato così per molti. Il ritorno alla dad è stato un colpo al cuore, è stato rabbia, tristezza e fatica. La dad, oltre a farmi perdere innumerevoli "ultimi giorni" di questo ultimo anno di liceo che nessuno mi potrà mai ridare indietro, prosciuga ogni mia energia e mi toglie la voglia di studiare e di impegnarmi al massimo che all'inizio di quest'anno sembrava avermi investito come mai prima. Dopo sei ore di lezione sono spesso scontrosa, sono esausta, come svuotata e l'ultima cosa che vorrei fare nel pomeriggio è mettermi sui libri, e così, dopo aver faticato per mantenere l'attenzione davanti al computer, eccomi ancora a faticare il doppio di quanto facessi prima per fare i compiti nel pomeriggio. La dad è un ripiego ed è peggiorativa su tutti i punti di vista: sociale, emotivo, didattico. La dad protegge la nostra salute certo e quella di chi ci sta attorno penso che questo sia l'unico lato davvero positivo (non mi parlate della comodità di fare lezione in pigiama o di altre sciocche considerazioni), ma a livello didattico è assolutamente inefficace: mantenere l'attenzione richiede, come dicevo, il doppio della fatica, ci si sente spesso soli: in casa davanti ad uno schermo ascoltando voci elettroniche, non si riesce a costruire un dialogo efficace che è stato spesso motivo di crescita e confronto a mio parere, e, in generale, non si conserva che un centesimo di tutto ciò che la scuola é in realtà, di tutto quello che alla fine di quest'anno, mi mancherà davvero della scuola, quella vera.