Elaborato Di Ludovica De Giuseppe
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Created on June 3, 2020
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Transcript
Un virus che cambierà la Storia
dielaborato di
Ludovica De Giuseppe
Le pandemie negli ultimi secoli
Cina e Globalizzazione
virus ed RNA
What is Coronavirus?
règles igieniques
Work out
Appello di Papa Francesco
La maschera in Pirandello
Munch e la "Spagnola"
dClasse 3^ BB Scuola Secondaria di 1° grado "Materdona Moro" a-s- 2019-2020
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INTRODUZIONE
La storia dell’uomo, così come quella degli animali, è stata caratterizzata da decine di pandemie (dal greco pan-demos, letteralmente “tutto il popolo”) causate da virus ignoti e da altri che abbiamo imparato a conoscere molto bene. L’esperienza di questa pandemia non è nuova per l’umanità. Nel corso dei secoli se ne sono vissute di terribili con tassi di mortalità che arrivavano fino al 50% della popolazione e che potevano durare anche un intero secolo.
Le pandemie hanno contribuito pesantemente a plasmare la storia.La medicina non aveva né strumenti né conoscenze per combatterle: l’unica riposta efficace è stata allora, come oggi, di natura sociale e politica. Le pandemie in generale, non sono solo una catastrofe sanitaria ma possono essere viste anche come una metafora morale, un male che si insinua subdolo e che devasta le popolazioni.
Era così nell’antichità quando la peste veniva considerata come una punizione divina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il Covid-19 pandemia. Il termine si riferisce alle malattie infettive che si diffondono rapidamente fra popolazioni e Stati diversi, fino a raggiungere un’estensione vastissima, potenzialmente a livello mondiale.Se ci guardiamo alle spalle vedremo che le più grandi epidemie o pandemie della storia moderna, sono state più d’una con implicazioni sanitarie, culturali e socioeconomiche che possono far riflettere ancora oggi.
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Una delle motivazioni per cui ho scelto di affrontare il tema relativo all’emergenza che stiamo vivendo è dovuta al cambiamento repentino della quotidianità (scuole chiuse, lockdown, interruzione dello sport ecc.): praticamente un’improvvisa metamorfosi della vita di ogni giorno, alla quale obbligatoriamente ci si è dovuti adeguare, perdendo le solide certezze acquisite nel corso dei nostri anni, Mi sono interessata a questo tema perché vorrei provare a trasmettere tutte le emozioni, i pensieri e le paure affrontate in questo periodo di emergenza, inaspettato per noi ragazzi e non solo.
Le pandemie negli ultimi secoli
la peste nera del trecento
la peste manzoniana
LA SPAGNOLA
IL VIRUS DEL SECONDO DOPGUERRA
sars e "suina"
covid-19
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Il caso più recente di pandemia è quello del dicembre del 2019 quando, in Cina, compare un nuovo virus nella città di Wuhan: si tratta di un nuovo coronavirus, che provoca la malattia rinominata Covid-19 (dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease e "19" indica l'anno in cui si è manifestata). I sintomi sono problemi respiratori e febbre. Nei casi più gravi l’infezione può portare a polmonite, sindrome respiratoria acuta grave (SARS), insufficienza renale e persino alla morte. Il virus si trasmette da persona a persona. L'11 gennaio 2020 è confermata la prima vittima nel Paese asiatico e il 13 il primo decesso fuori dai confini, in Thailandia. Poi si iniziano a registrare casi in tutto il mondo, dalla Francia agli Usa, passando per la Corea del Sud, il Giappone e l'India. Fino ad arrivare all'Italia, dove a fine gennaio si registrano i primi due casi
Nel nuovo millennio il primo allarme mondiale è scattato nel 2003 per la Sars, acronimo di “Sindrome acuta respiratoria grave”, una forma atipica di polmonite apparsa per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong in Cina. In un anno la Sars uccise 800 persone, tra cui il medico italiano Carlo Urbani, il primo a identificare il virus che lo ha poi stroncato. Venne classificata come epidemia e non come pandemia. Risale invece al 2009 l’impropriamente detta “influenza suina”, causata da un virus A H1N1. Enorme l’allarme anche in Italia, dove furono oltre un milione e mezzo le persone contagiate. La paura rientrò quando fu chiaro che il tasso di mortalità era inferiore anche a quello della normale influenza.
Nel 1957 tornò la paura del contagio con la cosiddetta influenza Asiatica, un virus A H2N2 isolato per la prima volta in Cina. In questo caso, venne messo a punto in tempi record un vaccino che permise di frenare e poi di spegnere del tutto la pandemia, dichiarata conclusa nel 1960. Nel frattempo, però, erano morte due milioni di persone. Sempre dall’Asia, caratterizzata da aree densamente popolate, un’igiene non sempre appropriata e - almeno fino alla fine del secolo scorso - uno scarso livello di strutture sanitarie, nel 1968 arrivò l’influenza di Hong Kong, un tipo di influenza aviaria, abbastanza simile all’Asiatica che, in due anni, uccise dalle 750mila ai 2 milioni di persone, di cui 34mila solo negli Stati Uniti.
Negli anni del primo dopoguerra, la popolazione già duramente provata, subì un’altra pesante prova. Tra il 1913 e il 1924 si diffuse in Europa una terribile epidemia di influenza, la cosiddetta “Spagnola”. Uccise tra tra i 50 ed i 100 milioni di persone in tutto il mondo, mietendo più vittime della guerra stessa. Un importante fattore che favorì la propagazione della pandemia a livello globale fu l'incremento dei viaggi grazie alla diffusione dei nuovi mezzi di trasporto. Si chiamò “Spagnola” perché la Spagna fu l’unico paese a darne notizia. Nei paesi belligeranti, infatti, la notizia fu inizialmente censurata. I dati sull’influenza spagnola sono particolarmente incerti. La maggior parte dei decessi avvenne nell’autunno-inverno del 1918, un arco di tempo molto breve.
Nel XVII secolo la peste terrorizzò l’Italia: il morbo si diffuse, infatti, nel settentrione (e soprattutto nel Ducato di Milano), proprio come la pandemia vissuta oggi, partita dalla Lombardia, uccidendo circa un milione di persone fra il 1629 ed il 1633. Merita d’essere menzionata per la celebre descrizione che Alessandro Manzoni ne fa ne “I promessi sposi”. Si legge, infatti, nel XXXI capitolo de I promessi sposi “cominciarono, prima nel borgo di porta orientale, poi in ogni quartiere della città, a farsi frequenti le malattie, le morti, con accidenti strani di spasimi, di palpitazioni, di letargo, di delirio, con quelle insegne funeste di lividi e di bubboni; morti per lo più celeri, violente, non di rado repentine, senza alcun indizio antecedente di malattia”. Non è un caso, infatti, che la malattia sia passata alla storia col nome di “peste manzoniana”: pur non essendone, ovviamente, un testimone oculare (Manzoni infatti è nato nel 1785).
Questa pandemia fu la peggiore per la popolazione europea, che ne uscì decimata. Fu probabilmente importata dal Nord della Cina. Nei secoli successivi si sono succedute periodiche pandemie di colera e vaiolo. Quest'ultimo venne ribattezzato la “malattia democratica” perché uccideva tanto i poveri quanto i sovrani, come Luigi XV di Francia.
Autoritratto dopo la febbre spagnola (1919-19 20)
L'urlo (1893 - 1910)Ludovica De Giuseppe
e sull'immagine per visualizzare ulteriori elementi
Edvard Munch e la Spagnola
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Ai tempi della spagnola (1918 e il 1920) l’artista norvegese Edvard Munch realizzò non solo dipinti, ma anche schizzi e disegni, in cui descrisse le varie fasi della malattia e la sensazione angosciante dell’avvicinarsi della morte. Munch, che nonostante tutto sopravvisse alla malattia, ha raffigurato sé stesso in Autoritratto dopo l’influenza spagnola (1919). Nel suo “Autoritratto dopo l’ Influenza Spagnola”(Olio su tela 1919, The Munch Museum Oslo), Munch, in quarantena, indossa una vestaglia, sulle gambe una coperta, in lontananza possiamo intravedere il letto con la coltre scomposta. I colori vivi dell’opera acquisiscono una nota stridente data dall'isolamento di quel momento, il mondo è in piena pandemia, e Munch restituisce alla storia il triste dramma fatto non solo di malattia, ma anche di solitudine.
Questo è il mio elaborato grafico-pittorico rappresentante l’Urlo di Munch, una tra le opere più celebrate al mondo.
VIRUS E RNA
Poichè virus è la parola del momento, qual è la definizione esatta?
Struttura e classificazione
Come funzionano?
Come si trasmettono i virus?
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I virus sono agenti infettivi di piccole dimensioni (da 0.02 μm fino ad un massimo di 1 μm). Non sono dei veri e propri organismi in quanto non sono in grado di vivere e riprodursi autonomamente, ma possono farlo soltanto all’interno di una cellula ospite, di cui utilizzano i meccanismi funzionali. La cellula infettata dal virus può essere di origine batterica, vegetale o animale. Il genoma virale, costituito da DNA o RNA è racchiuso nel capside, cioè nell’involucro di proteine. I coronavirus, ad esempio, sono virus a RNA a singolo filamento. La sigla RNA sta per RiboNucleic Acid, cioè acido ribonucleico. Acido necessario per la sintesi delle proteine. L’RNA è formato da una catena di nucleotidi costiuiti da uno zucchero (Ribosio), un gruppo fosfato e 4 tipi di basi azotate: adenina, guanina, citosina e uracile.
Nei virus a RNA il materiale genetico può essere direttamente replicato e le proteine sintetizzate all’interno del citoplasma della cellula, senza passare dal nucleo.
Le vie di trasmissione dei virus nell’uomo sono diverse. Si può essere infatti infettati per: Inalazione, quando un individuo infetto starnutisce o tossisce. Le particelle virali presenti su gocce del respiro (droplets) possono infatti essere inalate da un altro individuo nelle vicinanze; è questo il caso del coronavirus.
WHAT IS CORONAVIRUS?
The SARS-CoV-2 Coronavirus
Entering a Vulnerable Cell
The symptoms may include:
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How Soap Works
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The virus that causes Covid-19 is currently spreading around the world. At least six other types of coronavirus infect humans... some of them cause a common cold. The coronavirus is named after the crownlike spikes that come out from its surface. The virus is surrounded by a bubble of oily lipid molecules, which falls apart on contact with soap.
The virus enters the body through the nose, mouth or eyes, then attaches to cells. Maybe it originated in bats. Most Covid-19 infections cause a fever as the immune system fights to clear the virus. People with Covid-19 must wear masks to reduce the release of viruses.
fever (Some patients can experience fevers that last for days, while others might see their temperature go up and down) dry cough headache Shortness of breath runny nose sore throat loss of smell or taste Muscle pain
Soap destroys the virus because the soap molecules wedge themselves into the lipid membrane and pry it apart.
PRÉVENTION du COVID-19
Partie de Chine, l’épidémie de coronavirus se répand très vite à travers le monde. Plusieurs mots et expressions sont utilisés quotidiennement pour désigner cette maladie, et les mesures prises pour lutter contre elle. Le coronavirus Covid-19 a contaminé plus de 6,8 millions personnes dans le monde et fait plus de 400 mille morts.
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LE MASCHERE IN PIRANDELLO
Andiamo in giro con mascherine chirurgiche per proteggerci dal pericolo di un possibile contagio, ma di maschere ne abbiamo molte che, con la pandemia, non c’entrano: la maschera del pregiudizio, la maschera del rancore, la maschera del disprezzo per il diverso.
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e
Pirandello, Premio Nobel per la letteratura del 1934, lo scriveva magistralmente: “c’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno”. Ci si sente spaventati da quella nudità che è la solitudine e si cerca una maschera nell’omologazione. Le maschere culturali e morali, a differenza di quelle protettive, coprono integralmente gli occhi, lasciando che le palpebre chiuse ripetano all’infinito le immagini codificate che non mettono a disagio o in discussione il proprio io, con il suo bagaglio di piccole e irremovibili certezze. Ognuno di noi quindi, indossa una maschera e continua a farlo fino a quando questa non diventa una “maschera di piombo” dalla quale il soggetto cercherà di liberarsi come se fosse una vera e propria trappola. Tuttavia quando l’uomo riesce a levarsi la maschera viene visto da coloro che lo circondano come un uomo diverso, rifiutato e talvolta definito pazzo. Una delle opere che rispecchia pienamente il pensiero di Pirandello sulla maschera è "Uno, nessuno, centomila", uno dei suoi romanzi più famosi, pubblicato nel 1926.
Maschere di ogni tipo sono visibili in tutto il mondo, si è chiaramente in una società ormai omologata, per effetto della Globalizzazione. Il fenomeno della Globalizzazione è stato uno dei fattori principali affinché il virus potesse espandersi in tutto il mondo. Per la prima volta il Coronavirus è apparso a Wuhan (Cina) nel dicembre del 2019.
Il virus e la globalizzazione
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Da qui si può comprendere come la pandemia sia un fenomeno globalizzato.
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La Cina ha da tantissimi anni un ruolo fondamentale per l’economia mondiale, con un’espansione in ogni settore Industriale. Per un inizio graduale di ripresa economica e sociale del nostro Paese, le attività italiane possono trarre alcuni importanti suggerimenti dall’operato delle realtà aziendali cinesi, impegnate nella gestione della ripartenza operativa già prima di noi. Infatti, pur essendo Italia e Cina due realtà socialmente ed economicamente molto differenti, sarebbe auspicabile per il nostro Paese, ancora in una fase critica, guardare alle imprese cinese come un obiettivo da raggiungere.
L'ECONOMIA DELLA CINA
Attività fisica in DAD
Questo periodo di lockdown ha creato oltre che un immobilismo sociale ed economico, anche una inattività fisica, affrontata e superata grazie al workout. Con senso di responsabilità e disciplina si è dovuto ricorrere autonomamente alla cura del proprio corpo all’interno delle mura domestiche tenendo il fisico e la mente allenati.
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Appello di Papa Francesco
Il rispetto del proprio corpo comporta anche un rispetto di carattere morale, cioè il rispetto delle regole. In questo contesto si inquadra anche l’appello di Papa Francesco che ha voluto conciliare l’esigenza del professare la fede con quella del rispetto delle regole imposte dal Governo, quindi trovando il giusto equilibrio tra prudenza e obbedienza. Proprio queste sono le parole utilizzate da Papa Francesco per esortare i vescovi al rispetto delle regole imposte dal lockdown. I fedeli nei momenti di difficoltà e isolamento devono essere sostenuti non necessariamente frequentando il luogo di culto ma spiritualmente unendosi nella fede anche a distanza.
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PRUDENZA E OBBEDIENZA
CORONAVIRUS E I FLASH MOB
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e su
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La regola di mantenere le distanze ha riguradato ovviamente anche la musica. Ritrovarsi barricati in casa mette tutti in una condizione di profondo stress, che in tanti in Italia hanno fronteggiato con dei flash mob dal balcone. Quest'espressione, sconosciuta a molti, è ora più che mai utilizzata. Parola di origine inglese, la prima è flash e sta a indicare la natura improvvisa dell’evento, quasi lampo; la seconda è mob, che indica folla, andando a evidenziare il gran numero di persone generalmente coinvolte in questi eventi. É un esperimento sociale che col tempo ha visto ampliati i propri confini, proponendo episodi di puro divertimento in strada. Il Flash Mob ha contribuito a far riemergere nei cittadini italiani il senso di appartenza alla Repubblica. Ogni Flash Mob, proposto spontaneamente e quotidianamente durante i primi periodi del lockdown, veniva spesso introdotto dall’Inno di Mameli.
CONSIDERAZIONI FINALI
E oggi? Quale lezione ci lascerà il coronavirus? Questa è la prima volta nella storia che prevale la fiducia nella scienza e nel valore della competenza e dell’esperienza, in un tempo che sembrava aver già decretato la “morte dell’esperto”. Questo virus si può definire “Democratico“, ci ha reso tutti più simili con un recupero della dignità popolare. Noi ragazzi, sono sicura, saremo gli ultimi a mollare. Conosciamo bene la tecnologia e, a differenza degli adulti, accettiamo che una relazione possa essere profonda anche se mediata da strumenti digitali. Noi ragazzi abbiamo bisogno degli adulti, della loro attenzione, ci aspettiamo un impegno serio nella costruzione del nostro futuro e soprattutto, comprensione e fiducia in noi. Nel periodo del lockdown ho manifestato la mia sofferenza con questa poesia in rima.
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La mia sofferenzain versi
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Grazie dell'attenzione