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VENDITORE DI CRATERI
Sempre ho avuto a che fare con voi, 
che fuorviate i mattini dai giusti binari. 
Già stavate impercettibili dentro 
gli autunni infantili 
di anni miei, lontani e amari. 
Già allora, 
per il vostro futuro proliferare 
io arrendevole, a far da concime... 

Di un campo che avevo di dolci avene 
- un campo da farci correre cavalle brade
nelle chiare mattine 
ecco ciò che rimane: 
disseminato com’è d’ombra e garitte, 
un confine invernale d’indecifrabili scritte.

Sareste cresciuti comunque sul mio reclinare. 
Negati agli imprendibili argenti che tesse la notte, 
al succedersi e spegnersi d’ore sugli aurei portali, 
che altro potevate 
se non le sorde rapine, 
i grigi ammazzamenti della luce e dei voli? 

Ora che l’esproprio è totale, 
nasce un nero di rivolta dai campi 
quando ai bordi delle biade 
apparite con ruspe e trattori 
a tracciare le tristi agrimensure. 

E di me, 
stanco e riluttante venditore dei vostri crateri, 
di me perso in pensieri 
di rivalsa e impotenza, 
di me 
che ve ne fate ormai?
Dalla voce dell'autore Piero Carrer 


(tratto da "L'Uomo al volante")