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Liliana Segre

Senatrice a vita della Repubblica Italiana

Libri che ha scritto

Interviste

Biografia

Articoli di cronaca

“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.”

Cittadina onoraria

Sotto scorta

La sua vita

Senatrice a vita

Che cos'è l'indifferenza

La vita di Liliana

Gli anni felici

Gli anni del silenzio

1930 - 1938

1938 - 1945

I ricordi tragici

1990 - ...

1945 - 1990

Gli anni della testimonianza

Liliana nasce a Milano il 10 settembre del 1930. La madre muore di malattia quando lei è ancora molto piccola. Tuttavia Liliana cresce serenamente, accudita con amore dal padre Alberto e dai nonni.

Il 1943 è l'anno in cui Liliana tenta la fuga in Svizzera assieme al padre. In quell'occasione le guardie di frontiera mandano indietro padre e figlia e procedono al loro arresto a Varese. Liliana rimane nel carcere milanese di San Vittore per 40 giorni; successivamente, insieme al padre, viene condotta ad Auschwitz. Liliana ha solo 13 anni quando arriva nel campo di concentramento assieme ad altri 776 bambini. Entrata nella sezione femminile non rivedrà mai più il suo papà. Intanto anche i nonni paterni e i cugini di Liliana vengono arrestati, per essere portati al campo di Auschwitz; vengono uccisi lo stesso giorno del loro arrivo, il 18 maggio del 1944. Viene tatuata al braccio con il suo numero di matricola "75190" e costretta ai lavori forzati presso la fabbrica "Union" che produce munizioni.

Quando Liliana torna a casa tutto è cambiato. L'esperienza drammatica che ha vissuto l'ha profondamente segnata e fatica a tornare alla normalità: "Era molto difficile per i miei parenti convivere con un animale ferito come ero io: una ragazzina reduce dall'inferno, dalla quale si pretendeva docilità e rassegnazione. Imparai ben presto a tenere per me i miei ricordi tragici e la mia profonda tristezza. Nessuno mi capiva, ero io che dovevo adeguarmi ad un mondo che voleva dimenticare gli eventi dolorosi appena passati, che voleva ricominciare, avido di divertimenti e spensieratezza."

Per anni Liliana si chiude in un lungo silenzio, fino a quando, durante i primi anni '90, decide di raccontare la sua drammatica esperienza da prigioniera al mondo e agli alunni delle scuole. La sua testimonianza è molto preziosa: è importante ricordare gli orrori passati, affinché ciò che è accaduto non si ripeta.

E' il 1938 quando Liliana, di origini ebraiche, subisce l'espulsione dalla scuola all'età di 8 anni, a causa dell'entrata in vigore delle leggi razziali in Italia.

Viene liberata il 1° maggio del 1945. Torna in Italia, a Milano, nel 1946: è fra i 25 sopravvissuti di età inferiore ai 14 anni.

Liliana e sua madre

1938 Entrano in vigore le leggi razziali in Italia

Il ritorno alla normalità è difficile, fino a quando Liliana non si innamora...

Liliana porta avanti la sua testimonianza per combattere l'indifferenza ed evitare che la storia di ripeta.

Liliana e suo padre Alberto

Liliana a sei anni

Liliana al parco

Gli ebrei vengono esclusi dalle scuole

Il binario 21 a Milano, punto di partenza del drammatico viaggio verso Auschwitz.

Il campo di concentramento di Auschwitz