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Sulle tracce di Leonardo

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1474-1477 Dal 1474 al 1477 Leonardo Da Vinci si trovava nella città toscana di Firenze dove ora si trovano i dipinti: ”Annunciazione” , ”Adorazione dei magi” , ”Battaglia di Anghiari” e “Battesimo di Cristo”. Nel 1474 Leonardo iniziò a dipingere il ritratto di Ginevra De Benci, poi nel 1475 dipinse il “Profilo di capitano antico”: il disegno mostra un impettito capitano di profilo girato verso sinistra, che indossa una fastosa armatura all'antica. Il disegno è attualmente conservato nel British Museum a Londra. 1478-1481 Nel 1478 Leonardo da Vinci stabilì il suo studio (bottega) a Firenze. Fu in quel periodo che Leonardo decise di dedicarsi anche allo studio della matematica e delle scienze naturali. I monaci agostiniani di San Donato a Scoperto, (un monastero fiorentino) chiesero a Leonardo di realizzare una pala da collocare sul'altare maggiore, raffigurante il tema dell’adorazione dei magi. Leonardo si mise subito al lavoro. Realizzò prima alcuni disegni preparatori e poi cominciò l’opera vera e propria. Nel 1482 Leonardo lasciò Firenze per Milano, La tavola così rimase incompiuta, e viene conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze."

1504-1506 Nel 1504 Leonardo da Vinci si trovava a Firenze. Il 9 luglio 1504 morì il padre Piero; Leonardo annotò più volte la circostanza, in apparente agitazione. Il padre non lo fece erede e, contro i fratelli che gli opponevano l'illegittimità della sua nascita, Leonardo chiese invano il riconoscimento delle sue ragioni: dopo la causa giudiziale da lui promossa, solo il 30 aprile 1506 avvenne la liquidazione dell'eredità, dalla quale Leonardo fu escluso.

1504-1506 Nei primi anni del Cinquecento Leonardo dedicò particolare attenzione allo studio del volo e al progetto di una nuova macchina volante. Riuscire a realizzare l'impresa del volo umano rappresentava la sfida più ambiziosa e Leonardo coltivava l'idea di scrivere un trattato sul volo diviso in quattro capitoli. Leonardo non completerà mai la stesura del trattato sul volo, ma nel 1505 compilò il Codice sul volo degli uccelli, oggi custodito presso la Biblioteca Reale di Torino. Il Codice del volo è la raccolta del pensiero più maturo di Leonardo inerente allo studio del volo, ed è nelle pagine di questo prezioso manoscritto che Leonardo progetta la sua macchina volante più evoluta: il Grande Nibbio.

1516 – 1519 Nel 1516 Leonardo si trovava a Milano. Il patrono di Leonardo, Giuliano de Medici, morì nel febbraio del 1516. Leonardo si trasferì in Francia accettando un invito di Francesco I. Il viaggio di Leonardo probabilmente durò circa tre mesi. Portò con sé la Gioconda sapendo che non sarebbe più tornato a casa.

1516-1519 Leonardo arrivò alla corte di Francesco I ad Amboise nell'autunno del 1516 e si stabilì in un maniero a Cloux. Il re lo trattò con grande onore anche se il braccio di Leonardo era paralizzato. Nel 1518 completò la stesura di importanti manoscritti, come il Codice Arundel, conservato a Londra, il Codice Atlantico, custodito nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, e i Fogli di Windsor, custoditi, appunto, nel castello di Windsor in Inghilterra. I manoscritti contengono studi di meccanica, ottica, geometria, architettura, astronomia, geografia, botanica, anatomia, zoologia e arti militari. Nei fogli di Windsor, inoltre, vi sono caricature, disegni e alcune carte geografiche. Nell'aprile del 1519, Leonardo compose la sua volontà. Il 2 maggio, Leonardo morì.

1513-1515 Con Giuliano e il papa fece un viaggio a Bologna, dove ebbe modo di conoscere direttamente Francesco I di Francia.

1513-1515 Nell'incertezza della situazione, il 24 settembre 1514 Leonardo partì per Roma, portandosi gli allievi più vicini, il Melzi e il Salai. Qui Giuliano de’ Medici, fratello del Papa Leone X, gli accordò il suo favore, ottenendo per lui un alloggio negli appartamenti del Belvedere Vaticano. Qui l'artista si dedicò ai suoi studi scientifici, meccanici, di ottica e geometria e cercò fossili sul vicino Monte Mario. Ma si lamentò con Giuliano che gli venissero impediti i suoi studi di anatomia dell’ospedale di Santo Spirito. Non ottenne commissioni pubbliche, ma ebbe modo di rivedere Giuliano da Sangallo, che si stava occupando della fabbrica di San Pietro, e Raffaello Sanzio, che affrescava gli appartamenti papali, e forse anche Michelangelo, dal quale lo divideva l'antica inimicizia.

1513-1515 Si occupò del prosciugamento delle Paludi Pontine, i cui lavori erano stati appaltati da Giuliano de' Medici – il progetto venne approvato da papa Leone X il 14 dicembre 1514, ma non fu eseguito per la morte sia di Giuliano che del papa di lì a pochi anni – e della sistemazione del porto di Civitavecchia.

Dopo aver visitato Roma e Tivoli, nell'aprile 1501 Leonardo tornò a Firenze, dopo vent'anni. Trovò accoglienza presso il canonico Amadori a Fiesole. Durante la sua assenza, Firenze era cambiata sia sul piano politico sia sulla scena artistica. Morto il Magnifico e cacciato suo figlio Piero nel 1494, si era restaurata la piena Repubblica, con a capo dal 1502 il Gonfaloniere a vita Pier Soderini. Nuove "stelle" erano salite alla ribalta, tra cui quella di Michelangelo, di oltre vent'anni più giovane di Leonardo, con il quale non corse mai buon sangue. Leonardo era tormentato da problemi economici e bisognoso di lavorare. Fu così che l'amico Filippino Lippi, che in passato aveva ricevuto commissioni lasciate incompiute da Leonardo, rinunciò in suo favore all'incarico di dipingere per i frati Serviti una pala per l'altare maggiore della Santissima Annunziata. Leonardo, si trasferì allora nel convento, dove realizzò un cartone con una Sant'Anna che godette di una straordinaria fama tra i contemporanei: ancora una volta non riuscì a completare l'opera affidatagli.

1507 -1509 Nel 1507 Leonardo Da Vinci si trovava a Milano. Dal settembre 1507 al settembre 1508, fu un periodo molto intenso: dipinse la Sant’Anna, la Vergine e il bambino con l’agnellino, e completò, in collaborazione con De Predis (pittore e miniaturista italiano), la seconda versione della Vergine delle Rocce (dipinta a olio su tavola, databile dal 1494 al 1508). Si occupò anche di problemi geologici, idrografici e urbanistici. Studiò fra l'altro un progetto per una statua equestre in onore di Gian Giacomo Trivulzio, come artefice della conquista francese della città. Il 28 aprile 1509 scrisse di aver risolto il problema della quadratura dell’angolo curvilineo.

1452-1473 Leonardo nacque il 23 aprile 1452 a Vinci, da una relazione illegittima tra il notaio ventiquattrenne Piero da Vinci e Caterina, una donna di estrazione sociale modesta. Ser Piero si trasferì a Firenze nel 1462 con la famiglia, ma si pensa che Leonardo sia rimasto in campagna nella casa dei nonni, dove avvenne la sua educazione, piuttosto disordinata e discontinua: il fanciullo imparò a scrivere con la sinistra e a rovescia, in maniera del tutto speculare alla scrittura normale. Il ragazzo nello studio cominciava molte cose e poi le abbandonava, nell'impossibilità di avviarlo alla carriera giuridica il padre decise di introdurlo alla conoscenza dell'abaco. Diventando ormai sempre più evidente l'interesse del giovane Leonardo nel disegnare e scolpire, ser Piero mandò il figlio, dal 1469 o 1470, nella bottega di Andrea del Verrocchio, che in quegli anni era una delle più importanti di Firenze, nonché una vera e propria fucina di nuovi talenti: gli allievi apprendevano nozioni di carpenteria, meccanica, ingegneria e architettura. Il 5 agosto 1473 Leonardo dipinse il Paesaggio con fiume, un disegno con una veduta a volo d'uccello della valle dell'Arno, oggi al Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi. L'attenzione verso una descrizione autentica del mondo naturale fu una caratteristica costante di Leonardo, soprattutto evidente nella fase giovanile.

1495-1497 Durante questi anni Leonardo si trovava a Milano, dove dipinse L’ultima cena. Il Cenacolo è un affresco parietale ottenuto con una tecnica mista a secco su intonaco conservato nell'ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. Si tratta della più famosa rappresentazione dell'Ultima Cena, ma l'opera - a causa della singolare tecnica sperimentale utilizzata da Leonardo incompatibile con l'umidità dell'ambiente - versa da secoli in un cattivo stato di conservazione, che è stato, per quanto possibile, migliorato nel corso di uno dei più lunghi restauri della storia, durato dal 1978 al 1999 con le tecniche più all'avanguardia del settore. Nel gennaio 1496, Leonardo aveva lavorato alla messa in scena della Danae: sul verso di un folio leonardesco, conservato al Metropolitan Museum of Art, si trova uno studio preparatorio per l'impianto scenico: al centro di una nicchia si trovava un personaggio, forse Giove, fiammeggiante e in una mandorla, circondato da un palcoscenico con ali ricurve, forse riservate ai musici. Altre fonti ricordano come gli dei dell'Olimpo calassero dall'alto, rimanendo sospesi nel vuoto tra effetti luminosi che simulavano un cielo stellato; un sistema di argani e carrucole dava agli attori la capacità di muoversi con disinvoltura. In quel periodo Leonardo lavorò anche ad attività decorative in alcune stanze del Castello Sforzesco. Non si sa con esattezza quando la decorazione fu completata. La concezione era grandiosa: una foresta di alberi dalla parete proietta rami e fogliame sul soffitto. Il frutto del gelso (detto anche “morone”), allude chiaramente a Ludovico il Moro.

1510-1512 In questi anni Leonardo era a Milano. Nel 1510 studiò anatomia con Marcantonio della Torre, giovanissimo professore dell'università di Pavia; allo scopo, scrisse, di rappresentare la figura umana direttamente con disegni. Durante i suoi brevi viaggi visitò Como, poi si avventurò verso le pendici del Monte Rosa, poi con il Salaì e il matematico Luca Pacioli soggiornò a Vaprio d'Adda, in provincia di Milano, dove gli venne affidato dal padre il giovane Francesco Melzi, l'ultimo e il più caro dei suoi allievi che lo seguì fino alla morte. Nel 1511 morì il suo mecenate Charles d'Amboise. L'anno seguente la nuova guerra della Lega Santa scacciò i Francesi da Milano, che tornò agli Sforza.

1486 - 1488 Tra il 1486 e il 1488 Leonardo da Vinci si trovava a Milano. Lavorò per Francesco Sforza e per Ludovico il Moro. Nel 1486 circa ha completato la prima versione della Vergine delle Rocce a Milano, un dipinto a olio su tavola trasportato su tela e che ora si trova nel Musée du Louvre a Parigi. A Milano egli svolse un’intensa attività di pittore, lavorò a un monumento per Francesco Sforza, allestì apparati per feste e fu scenografo, ingegnere militare, consultato per problemi di architettura. Questo periodo fu il più fecondo di opere compiutamente realizzate e di altre riprese in seguito. In particolare Leonardo poté approfondire i propri studi scientifici e intraprenderne di nuovi, nel campo sia della fisica sia delle scienze naturali.

1482-1485 Fra la primavera e l'estate del 1482 Leonardo si trovava già a Milano, inviato da Lorenzo il Magnifico nell'ambito delle sue politiche diplomatiche con le signorie italiane, in cui i maestri fiorentini erano inviati come "ambasciatori" del predominio artistico e culturale di Firenze. Leonardo ebbe la missione di portare al duca Ludovico il Moro un omaggio: una lira in argento; Leonardo partecipò ad una gara musicale con quello strumento alla corte sforzesca. In quell'occasione Leonardo scrisse una famosa "lettera d'impiego" di nove paragrafi in cui descriveva innanzitutto i suoi progetti di ingegneristica, di apparati militari, di opere idrauliche, di architettura, e solo alla fine, di pittura e scultura, di cui occuparsi in tempo di pace, tra cui il progetto di un cavallo di bronzo per un monumento a Francesco Sforza Appare chiaro che Leonardo fosse intenzionato a restare a Milano, città che doveva affascinarlo per la sua apertura alle novità scientifiche e tecnologiche così imbevuta di ascendenze filosofiche e letterarie. Il 25 aprile 1483, il priore della Confraternita milanese dell'Immacolata Concezione, stipulò il contratto per una pala da collocare sull'altare della cappella della Confraternita nella chiesa di San Francesco Grande. Si tratta della pala della Vergine delle Rocce che, stando al dettagliatissimo contratto, doveva essere lo scomparto centrale di un trittico.

1498-1500 Leonardo da Vinci nel 1498 era a Milano e stava completando l’opera “L’ultima cena” ma il 14 dicembre Leonardo abbandonò Milano. La partenza da Milano, occupata dai francesi, segnò l'inizio di un periodo di viaggi e peregrinazioni, che lo condussero a visitare più corti e città, tornando per brevi periodi a Firenze. Nel dicembre 1499 riparò a Mantova, ospite di Isabella d'Este, la quale aveva visto la Dama con l'ermellino restandone colpita. Essa commissionò a Leonardo un ritratto mai completato, del quale si conserva il cartone preparatorio, oggi al Museo del Louvre. Nonostante le lusinghe di Isabella, che voleva farlo diventare pittore di corte, Leonardo ripartì presto, trovando l'ambiente mantovano forse troppo soffocante e tutto sommato con limitate prospettive di guadagno per i continui problemi economici del piccolo marchesato. Giunse così a Venezia nel marzo 1500 dove venne incaricato di progettare alcuni sistemi difensivi contro la continua minaccia turca. Leonardo iniziò il progetto di una diga mobile, da collocare sull'Isonzo, in grado di provocare inondazioni sui presidi in terraferma del nemico, però per via del costo elevato dell'opera ingegneristica il progetto fu accantonato, al suo posto Leonardo iniziò a progettare il rafforzamento delle mura di cinta di Gradisca d'Isonzo. In ogni caso anche da Venezia ripartì presto. Forse a Venezia fece o comunque lasciò alcuni dei suoi innovativi studi sulle caricature e volti grotteschi, la cui influenza si legge in alcune opere successive prodotte a Venezia, come La Vecchia di Giorgione o il Cristo dodicenne tra i dottori del soggiorno veneziano di Albrecht Dürer. Leonardo aveva inoltre con sé il cartone per il Ritratto di Isabella d'Este, che potrebbe essere stato un esempio per spingere gli artisti locali all'approfondimento psicologico nel ritratto e a una maggiore sensibilità verso gli effetti luminosi.

1489-1494 Leonardo negli anni tra il 1489 e il 1494 stava preparando le decorazioni del Castello Sforzesco di Milano per le nozze di Gian Galeazzo Sforza con Isabella d'Aragona mentre, in veste di ingegnere idraulico si occupava della bonifica nella bassa lombarda. Cominciò inoltre a lavorare al monumento equestre voluto da Ludovico per celebrare Francesco Sforza, suo padre. La statua, che doveva essere alta più di 7 metri per un peso di circa 650 quintali, non fu mai portata a termine. Nel 1490 Leonardo probabilmente dipinse la Dama con l’ermellino: è un celebre ritratto che ben rappresenta l’eccezionale livello artistico raggiunto dal genio toscano intorno ai quarant’anni. Leonardo nel 1491-92 si dedicò a varie attività, tra cui i festeggiamenti per le nozze di Anna Maria Sforza e Alfonso I d'Este. Portò avanti il progetto di un monumento equestre a Francesco Sforza che Ludovico il Moro voleva dedicare alla memoria del padre. La statua, che doveva essere alta più di 7 metri per un peso di circa 650 quintali, non fu mai portata a termine, ma nel 1491, Leonardo era alla fase finale della messa in opera del modello definitivo (in cera e poi in terracotta). Nel 1493, fu per un tratto al seguito del corteo che accompagnava in Germania Bianca Maria Sforza, sposa dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo; si recò sul Lago di Como (dove studiò la celebre fonte intermittente presso la villa Pliniana, a Torno), visitò la Valsassina, la Valtellina e la Valchiavenna. Rientrato a Milano, alla fine del 1493 tutto era pronto per la fusione del "Colosso" nell'officina di Leonardo (sul luogo dell'attuale Palazzo Reale), ma una notizia improvvisa bloccò la disponibilità del metallo: l'imminente calata di Carlo VIII di Francia in Italia, per la guerra contro il Regno di Napoli degli Aragonesi (1494). Il modello in creta sarà poi distrutto dai balestrieri francesi durante l’occupazione di Milano nel 1499.

La camera da letto di Leonardo nel maniero di Amboise. Lo studio di Leonardo

Nel 1502 Leonardo trascorse ad Imola due mesi, chiamato da Cesare Borgia come ingegnere militare ad ispezionare le difese della Rocca Sforzesca. Una delle tracce più preziose del suo soggiorno è la pianta della città, conservata in Gran Bretagna, nelle collezioni reali del castello di Windsor. La mappa disegnata allora da Leonardo è la prima pianta zenitale, una veduta “aerea” della città, elaborata con intuizioni tecniche moderne e gusto pittorico.