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Transcript

(Industria Piemontese Lavorazione Oli Minerali) Lavoro di:Dario D'Ascoli, Marco Perri,Angelo Genovese

DISATRO IPLOM

Dal mare l’emergenza si trasferisce ai torrenti inquinati dal petrolio. Dai quali bisognerà rimuovere almeno 500 metri cubi di terre e ghiaia, tutto materiale classificato rifiuto pericoloso e da trasferire in discariche controllate. Finora ne sono stati tolti 225. Già da ieri, dopo il cessato allarme emanato dalla Capitaneria di Porto nel Golfo Ligure, la macchina adatta alla pulizia dei letti e degli argini del rio Pianego e del torrente Fegino. Dal punto di rottura del tubo che porta l’olio (petrolio) della Iplom (da monte) fino alla foce del Polcevera si contano 13 “dighe sifonate”, punti di raccolta del percolato di petrolio presidiati da 49 autospurgo; più quattro file di panne assorbenti posizionate di traverso poco prima che il torrente sfoci nel canale di calma. Si conta che negli ultimi due giorni i mezzi impiegati hanno lavorato 821 tonnellate di materia.

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La Capitaneria di porto ha revocato lo stato di emergenza locale disposto subito dopo la perdita di petrolio dato dalla rottura della pipeline gestita dalla Iplom. L'incidente era avvenuto una settimana fa.

disastro a Genova

Aprile 2016

Ci sono forti timori per un disastro ambientale incombente al largo delle coste, anche se dalla capiteria di porto non si dovrebbe temere il peggio (Chiusura della spiaggia).

L’emergenza ambientale vera, dunque, rimane sulla terraferma: nei due rivi minori e nel Polcevera. Dove gli esperti dicono che per almeno un paio d’anni non vi sarà presenza di vita animale e vegetale. Da ieri le ruspe e gli escavatori rimuovono uno strato spesso 20 centimetri di terra e pietrisco inquinati, presenti nel letto del Fegino, per una lunghezza di 500 metri, tra la confluenza con il Pianego e prima che sfoci nel Polcevera. Ne sono stati rimossi 225 metri cubi. Più 15 metri cubi di panne e materiale assorbente; più 8 metri cubi di vegetazione contaminata. Materiale chiuso nei sacconi sigillati, i bags, da inviare alla “Ricupoil” di Milano. Da oggi si dovrebbe iniziare con il Pianego, altrettanto lungo, che dovrebbe portare alla rimozione di altri 100 metri cubi di materiale.

Chiusa quella che Gianfranco Peiretti (responsabile sicurezza per Iplom) chiama prima fase, si passerà alla seconda: la pulizia più dettagliata e il lavaggio delle anse, delle caditoie. Tempo stimato sei settimane. Con un costo calcolato in non meno di 5 milioni di euro. Tutto a carico di Iplom.