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Transcript

1922

1929

Per ottenere l’appoggio del mondo cattolico, Mussolini stabilì un accordo (Concordato) con la Chiesa che poneva fine alla “Questione Romana”: l’11 febbraio 1929 vennero firmati i Patti Lateranensi. Dal 1870, da quando cioè l'Italia aveva occupato Roma e aveva posto fine al potere temporale del papa, la Chiesa si era dichiarata "prigioniera" dello Stato Italiano, col quale non aveva alcun rapporto. Con il Concordato il fascismo pose fine a questo lungo contrasto:

  • il cattolicesimo diventava religione di Stato;
  • Città del Vaticano diventava uno Stato autonomo, pienamente sovrano e indipendente;
  • il Vaticano riceveva una ingente somma di denaro come indennizzo per la perdita dello Stato pontificio;
  • la Chiesa riconosceva lo Stato Italiano e si impegnava a nominare vescovi soltanto persone gradite al fascismo.

1938

Definizione

L'antisemitismo

Le accuse

Le origini

A cura di V. Sciacca

Fonti testuali

Nel 1922 Mussolini decide di prendere il potere e organizza la Marcia su Roma. Da varie parti d'Italia, bande armate di fascisti puntano sulla capitale. Il re Vittorio Emanuele non reagì; l'esercito, che avrebbe dovuto difendere la capitale e lo Stato, non si mosse dalle caserme. Mussolini insomma non fu fermato e ottenne l'incarico di formare un nuovo governo, arrivando illegalmente al potere. Un falso storicoQuesto quadro di Giacomo Balla che rappresenta Benito Mussolini alla Marcia su Roma insieme ai "quadriumviri", ossia ai suoi principali collaboratori, è un falso storico: il 28 ottobre 1922 il futuro duce non marciava assieme ai suoi camerati in camincia nera. Era invece rifugiato al sicuro a Cavallasca, in provincia di Como, nella villa della sua amante, l’ebrea veneziana Margherita Sarfatti; l’auto dei Sarfatti era pronta a portarlo nella vicina Svizzera, qualora la marcia fosse andata male e qualcuno avesse dato l'ordine di arrestarlo. La sera dopo Margherita lo accompagna alla Stazione centrale di Milano a prendere il vagone letto delle 20.30 per Roma. Una volta indossata la camicia nera, Mussolini si presenta al re atteggiandosi a reduce dalla marcia, ossia "facendo finta" di avervi preso parte.

Per dimostrare la sua vicinanza alla Germania nazista, anche Mussolini comincia a perseguitare gli ebrei: nel 1938 vengono approvate le leggi razziali, cioè delle leggi che limitano la libertà e i diritti degli ebrei italiani. Le nuove leggi vietavano agli studenti ebrei di frequentare le scuole pubbliche e private insieme ai loro coetanei italiani. Gli ebrei inoltre:

  • non potevano insegnare nelle scuole e nelle università,
  • non potevano lavorare nell'amministrazione statale, nelle banche e nelle assicurazioni;
  • non potevano prestare servizio militare.

Assassini di Cristo e "perfidi"- Il cristianesimo ha visto negli ebrei gli “assassini di Cristo”, rimuovendo completamente il ruolo svolto dai romani nel processo contro Gesù e nella crocifissione. Cristo attorniato dagli ebrei dopo la flagellazione, in una scena del film "La passione di Cristo" (2004) diretto da Mel Gibson. Il film è stato accusato di antisemitismo, perché rappresenta gli ebrei come invasati da una sorta di furia assassina nei confronti di Cristo, non riconosciuto come Messia. In quanto assassini di Cristo, agli ebrei spetta l'inferno. Nell'immagine, un dettaglio di una delle miniature dell'Ortus Deliciarum, enciclopedia risalente al XII secolo: i diavoli afferrano gli ebrei e li mettono ad arrostire in un pentolone. Gli ebrei, non avendo riconosciuto in Cristo il Messia e avendolo condannato a morte, sono stati tradizionalmente considerati “perfidi” dai cattolici. Dal VI secolo fino al XX secolo i cattolici hanno infatti recitato nel corso delle cerimonie pasquali una preghiera che diceva Oremus et pro perfidis Judaeis (Preghiamo anche per i perfidi giudei). Originariamente il termine "perfidi" significava "privi di fede", ma presto assunse il significato più pesante di "perversi", "diabolici". La parola fu abolita solo nel 1959, per iniziativa di Papa Giovanni XXIII. Quella di un popolo "perfido" e "deicida" (che ha ucciso Cristo, ossia Dio) è una irragionevole credenza, tramandata a milioni di fedeli della cristianità, che ha costituito, per l’intero ebraismo, il pregiudizio che più di ogni altro gli ha procurato sciagure e persecuzioni. Ed è, ancora oggi, il più difficile da estirpare. Lo scrittore e poeta americano Richard Wright (1908-1960) nel suo libro più conosciuto, intitolato Black boy, racconta che “Tutti i negri del quartiere detestavano gli Ebrei, non perché ci sfruttavano, ma perché ci avevano insegnato a casa e a scuola che gli Ebrei erano gli assassini di Cristo”. Oltre che il cattolicesimo, un violento antisemitismo ha caratterizzato anche la religione protestante, come testimonia uno scritto di Martin Lutero, intitolato Degli ebrei e delle loro menzogne, pubblicato nel 1543. Nel libro Lutero definisce gli ebrei “serpi velenose e piccoli demoni”, e afferma che “in primo luogo bisogna dare fuoco alle loro sinagoghe o scuole", poi che “bisogna allo stesso modo distruggere e smantellare anche le loro case, perché essi vi praticano le stesse cose che fanno nelle loro sinagoghe".

Antisemitismo: pregiudizi, odio e atteggiamenti persecutori nei confronti degli ebrei. Il termine fu usato per la prima volta nel 1879, in uno scritto del nazionalista tedesco Wilhelm Marr: nonostante l'etimologia, esso non si riferisce all'odio nei confronti di tutti i "popoli semiti" (cioè di tutti quei popoli che parlano lingue appartenenti al gruppo semitico come l'arabo, l'ebraico e l'aramaico) ma unicamente all'odio e alla discriminazione nei confronti degli ebrei. L'antisemitismo è un fenomeno antico e persistente, come risulterà evidente dai documenti iconografici che trovi di seguito. Ebrei al rogo in una miniatura del 1353, tratta dalla Cronaca di Tournai di Gilles Li Muisis. La persecuzione degli ebrei trasse alimento dalla convinzione popolare che essi avessero deliberatamente diffuso l’epidemia di peste. Un'incisione su legno del 1470 circa che mostra una Judensau (scrofa degli ebrei). Gli ebrei (identificati dal copricapo) stanno uscendo da un maiale e ne mangiano gli escrementi. Il filatterio che circonda la rappresentazione contiene rime che mettono in guardia dal pericolo costituito dagli ebrei. L'utilizzo dell'immagine del maiale nelle Judensau aveva lo scopo di umiliare gli ebrei, dato che il suino è considerato un animale impuro nella religione ebraica ed il consumo della sua carne è espressamente vietato. 1934, propaganda antisemita nella Germania nazista: una bella giovane di razza ariana confrontata con il brutto e cattivo ebreo. 2018: tombe ebraiche in Francia, profanate e imbrattate con i simboli del nazismo e scritte antisemite.

Pasque di sangue - Secondo una radicata e antica diceria, gli ebrei praticherebbero rituali sanguinosi nel periodo di pasqua (pasque di sangue). Tali rituali implicherebbero il rapimento e l’uccisione di bambini cristiani, allo scopo di mescolare il loro sangue al pane azzimo (non lievitato). L'ultimo processo per una presunta pasqua di sangue fu celebrato a Kiev nel 1913 contro l'ebreo Menachem Mendel Teviev Beilis. In seguito la diceria delle pasque di sangue fu ampiamente sfruttata dalla propaganda nazista. Cronache di Norimberga (1493): gli ebrei uccidono un bambino e ne raccolgono il sangue. L'illustrazione si riferisce a "San" Simonino , un bambino trovato morto a Trento nel 1495, nei pressi della casa di alcuni ebrei. Il clero locale sostenne con forza che il bambino fosse stato vittima di un omicidio rituale (ossia di una pasqua di sangue) perpetrato dalla locale comunità ebraica. I quindici ebrei presenti a Trento furono quindi arrestati, costretti a confessare l'omicidio con la tortura e messi a morte. Simonino non è mai stato effettivamente proclamato "santo", ma a Trento ancora oggi in tanti lo considerano tale. La vicenda legata al suo nome è una testimonianza delle false accuse contro gli ebrei e delle persecuzioni che ne derivarono. Questa incisione è un altro documento relativo alle "pasque di sangue": ebrei crocifiggono un bambino, ne espiantano il cuore e ne raccolgono il sangue. L'immagine è relativa alla vicenda del Santo niño de la Guardia, presunta vittima di un omicidio rituale avvenuto a Toledo (Spagna) nel 1489. Opuscolo antisemita distribuito a Kiev prima del processo contro Menahem Mendel Beilis, che sollecita i genitori cristiani a sorvegliare i propri figli durante la Pasqua, per evitarne il rapimento da parte degli ebrei

Accusa di avidità e di speculazione - Gli ebrei sono stati tradizionalmente considerati avidi perché praticavano l’usura, vietata ai cristiani. Spesso sono stati identificati con il capitalismo sfruttatore, basato sulla speculazione e sul prestito, e in quanto tale responsabile della povertà del proletariato, della disoccupazione e della crisi economica. Usura = prestito in denaro con un interesse notevolmente superiore rispetto a quello usuale. Un avido ebreo e il suo denaroCartolina postale russa, 1915Gli spietati e perfidi speculatori ebrei che succhiano il sangue del povero americano medio crocifisso (1896).

Il complotto per il dominio del mondo - Sono ancora vive varie teorie, indimostrate (e indimostrabili), che descrivono gli ebrei come autori di un complotto per dominare il mondo. In quest'ottica distorta, il comunismo, la massoneria e le idee liberali vengono visti come "invenzioni" degli ebrei finalizzate alla lotta contro i valori della tradizione e del cristianesimo. Teorie simili, riguardanti un complotto ebraico, si trovano già nel Medioevo europeo, quando le comunità ebraiche venivano demonizzate e usate come capro espiatorio per fenomeni del tutto immaginari, quali l’ avvelenamento dei pozzi per diffondere la peste, e per fenomeni sociali più generali, come la povertà e la disoccupazione. Un notevole contributo alla diffusione delle teorie del presunto complotto ebraico si deve alla divulgazione dei Protocolli dei Savi di Sion, uno scritto, uscito nel 1903 e smascherato come un falso già nel 1921 (ma tuttora circolante e considerato attendibile dagli antisemiti di vari Paesi), che descrive appunto i piani segreti degli ebrei per arrivare al dominio del mondo. I Protocolli si presentano come il verbale di un incontro, avvenuto in una località imprecisata, di alcuni rappresentanti del popolo ebraico (i "savi" di Sion) che illustrano i sistemi per conquistare il potere su scala globale: gli ebrei convinceranno e sottometteranno con l'inganno i non ebrei, chiamati goyim, tramite il controllo dei media e della finanza. Complottando nell'ombra, gli ebrei orientano da sempre la storia a loro piacimento, in modo da ottenere una posizione di vantaggio. in questo disegno satirico realizzato nel 1898 in Francia, si vede un contadino francese prima della rivoluzione, sopraffatto dalla nobiltà, e dopo la rivoluzione, sfruttato da ebrei, massoni e capitalisti. Vignetta propagandistica nazista che raffigura Churchill come una piovra ebraica e mette in guardia contro un ipotetico complotto mondiale da parte degli ebreiL'idea che gli ebrei complottino nell'ombra e agiscano come "burattinai" è viva anche ai nostri giorni. La vignetta, raccolta da internet e proposta solo come documento dell'antisemitismo dilagante nella rete, mostra i leader della politica italiana (Grillo, Salvini, Renzi e Berlusconi) manovrati da un ebreo. Il popolo italiano avrebbe quindi una libertà di scelta solo apparente.

L'inferiorità razziale - Questo nuovo elemento antisemita fu diffuso e portato alle estreme conseguenze dal nazismo. I nazisti consideravano gli ebrei razzialmente e biologicamente inferiori agli ariani. In quanto inferiori, gli ebrei erano visti come una minaccia per la stabilità della nazione, che si doveva liberare da tutti gli esseri impuri che contaminavano la perfezione del popolo di razza ariana. Questa tematica non è nata con Hitler, ma era già presente nell'Ottocento, quando si diffuse il mito di una stirpe originaria da cui sarebbero derivate le civiltà ariane della storia: da quella persiana, alla greca, alla latina, a quella del Medioevo germanico. Nell’ideologia hitleriana, l’ebreo viene considerato come il principio del male, in perenne lotta contro la razza ariana e la sua civiltà; è accusato, come abbiamo visto, di essere l’animatore della rivoluzione comunista e, al tempo stesso, responsabile di quasi tutti i mali del popolo tedesco. Alla lotta di classe dei marxisti, Hitler contrappone una lotta di razza, fondata sull’odio del proletario ariano nei confronti dell’ebreo ricco, comunista e biologicamente inferiore. Una vignetta apparsa sulla rivista nazista "Der Sturmer": a destra gli ebrei ripugnanti e cattivi, a sinistra, in piena luce, due esponenti biondi della "razza superiore".

La patria degli ebrei era la Palestina. Nel 63 d.C. la Palestina viene conquistata dai Romani. Le rivolte degli ebrei contro la presenza romana portano, nel 70 d.C., all'assedio e alla distruzione di Gerusalemme e del principale tempio dell'ebraismo, da parte di Tito, figlio dell'imperatore Vespasiano. La distruzione del tempio di Gerusalemme in un quadro di Francesco Hayez (1867) Molti ebrei fuggono allora dalla loro terra, dando origine alla Diaspora (emigrazione in altre regioni, soprattutto in Europa). I romani guarderanno sempre con sospetto, e a volte con disgusto, alle usanze degli ebrei (ad esempio la circoncisione, ossia l'asportazione di una parte della pelle che ricopre la parte superiore del pene) che andranno a stabilirsi nel loro territorio, perché sembreranno "strane" e incompatibili con la loro tradizione. La Diaspora degli ebrei dopo la conquista romana della Palestina Quando ovunque si diffonderà la religione cristiana (cattolica, protestante o ortodossa), l'ebreo continuerà sempre a rappresentare un elemento estraneo o diverso per i suoi costumi, la sua lingua e la sua religione. In situazioni di difficoltà o di crisi (come per esempio la Germania dopo la prima guerra mondiale o la Russia prima della rivoluzione comunista) gli ebrei potranno pertanto diventare dei comodi capri espiatori a cui attribuire ogni possibile male o disgrazia: sono "diversi", sono "strani", quindi devono anche essere colpevoli. Capro espiatorio = Chiunque o qualunque cosa (individuo, gruppo, organizzazione, ecc.) venga considerato responsabile di colpe collettive delle quali è totalmente o parzialmente innocente.

Io voglio dare il mio sincero consiglio. In primo luogo bisogna dare fuoco alle loro sinagoghe o scuole; e ciò che non vuole bruciare deve essere ricoperto di terra e sepolto, in modo che nessuno possa mai più vederne un sasso o un resto. E questo lo si deve fare in onore di nostro Signore e della Cristianità, in modo che Dio veda che noi siamo cristiani e che non abbiamo tollerato né permesso – consapevolmente – queste palesi menzogne, maledizioni e ingiurie verso Suo figlio e i Suoi cristiani. Perché ciò che noi fino a ora abbiamo tollerato per ignoranza (io stesso non ne ero a conoscenza) ci verrà perdonato da Dio. Ma se noi, ora che sappiamo, dovessimo proteggere e difendere per gli ebrei una casa siffatta, nella quale essi – proprio sotto il nostro naso – mentono, ingiuriano, maledicono, coprono di sputi e di disprezzo Cristo e noi (come sopra abbiamo sentito), ebbene, sarebbe come se lo facessimo noi stessi, e molto peggio, come ben sappiamo. In nome di Mosè le loro sinagoghe non possono essere tollerate, perché diffamano loro tanto quanto noi, e non è necessario che essi abbiano per una simile idolatria le loro proprie, libere chiese. Bisogna allo stesso modo distruggere e smantellare anche le loro case, perché essi vi praticano le stesse cose che fanno nelle loro sinagoghe. Perciò li si metta sotto una tettoia o una stalla, come gli zingari, perché sappiano che non sono signori nel nostro Paese, come invece si vantano di essere, ma sono in esilio e prigionieri, come essi dicono incessantemente davanti a Dio strillando e lamentandosi di noi. Bisogna portare via a loro tutti i libri di preghiere e i testi talmudici, nei quali vengono insegnate siffatte idolatrie, menzogne, maledizioni e bestemmie. Bisogna proibire ai loro rabbini – pena la morte – di continuare a insegnare, perché essi hanno perduto il diritto di esercitare questo ufficio, in quanto tengono prigionieri i poveri ebrei per mezzo del passo di Mosè, al XVII capitolo del Deuteronomio, nel quale egli ordina a quelli di obbedire ai loro maestri, pena la perdita del corpo e dell’anima; mentre invece Mosè aggiunge con chiarezza: in «ciò che ti insegnano secondo la legge del Signore». Bisogna proibire loro l’usura, confiscare tutto ciò che possiedono in contante e in gioielli d’argento e d’oro, e tenerlo da parte in custodia. E il motivo è questo: tutto quello che hanno (come sopra si è detto), lo hanno rubato e rapinato a noi attraverso l’usura, perché, diversamente, non hanno altri mezzi di sostentamento. A ebrei ed ebree giovani e forti, si diano in mano trebbia, ascia, zappa, vanga, canocchia, fuso, in modo che si guadagnino il loro pane col sudore della fronte, come fu imposto ai figli di Adamo, al III capitolo della Genesi. Perché non è giusto che essi vogliano far lavorare noi, maledetti goijm, nel sudore della nostra fronte, e che essi, la santa gente, vogliano consumare pigre giornate dietro la stufa, a ingrassare e scorreggiare, vantandosi per questo in modo blasfemo di essere signori dei cristiani, grazie al nostro sudore. A loro bisognerebbe invece scacciare l’osso marcio da furfanti dalla schiena! Passi tratti da Martin Lutero, Degli Ebrei e delle loro menzogne, Einaudi, 2008.

Introduzione. "La difesa della razza” era una rivista razzista ed antisemita, voluta e promossa dal fascismo, che proponeva rimedi di tipo eugenetico (sterilizzazione, soppressione, castità, divieto dei matrimoni misti) e segregazionista (isolamento, discriminazione) per impedire la contaminazione o l’indebolimento della “razza italica”, e forniva una giustificazione pseudoscientifica alle leggi razziali. La rivista, diretta da Telesio Interlandi, vide il suo primo numero il 5 agosto 1938 e venne stampata, con cadenza quindicinale, fino al 1943 dalla casa editrice Tumminelli di Roma. La rivista contribuì a creare (o a consolidare) un clima di intensa diffidenza e di avversione nei confronti degli ebrei (ma anche degli africani, degli zingari, dei meticci, dei malati di mente, di tutti coloro che venivano presentati come una minaccia per la razza italiana). Parlare di stagione balneare al momento attuale può parere una stonatura; ma siccome è ben certo che molte famiglie si recheranno anche quest'anno ai bagni, e il Ministero delle Comunicazioni ha recentemente annunciato forti riduzioni ferroviarie per le località balneari, spero che non vi dorrete se affronto – dal punto di vista razziale – un argomento di questo genere. Fra i villeggianti, si può starne sicuri, gli ebrei saranno in percentuale molto notevole: esenti dal servizio militare; esenti anche dai pensieri della guerra, poiché nessun loro parente si trova alle armi; esenti persino dalle preoccupazioni d'indole generale che sono causate dal conflitto, (...) non c'è dubbio che i giudei d'Italia avranno una gran voglia di spendere e di divertirsi, e si riverseranno sulle nostre spiagge. Si ripeterà così l'avvilente spettacolo degli scorsi anni: tutte le spiagge italiane infestate da un gran numero di ebrei. Se nelle normali manifestazioni della vita la promiscuità con gli ebrei è degradante e dolorosa, sulle spiagge, ove le conoscenze, le amicizie e i cosiddetti "flirts" sono facilissimi, la presenza dei giudei, che sanno mescolarsi agli ariani con somma abilità, costituisce uno sconcio deplorevole. Non si vuole impedire alle famiglie ebree di godere il mare e il sole dell'Italia (...); si vuole soltanto operare anche qui una netta discriminazione, che eviti il pericolo di nuovi contagi. Si istituiscano dunque stabilimenti balneari riservati agli ebrei; si destinino agli ebrei – nei grandi stabilimenti – dei reparti speciali. Chi vorrà vedere i figli di Giuda saprà dove trovarli; e chi vorrà godersi la pace marina senza un così triste spettacolo, potrà farne a meno. Da “La difesa della razza”, agosto 1941

Durante il Medioevo in Europa si affermò l'idea che gli ebrei rubassero le ostie consacrate e che le profanassero bruciandole o bucandole. La prima accusa di profanazione delle ostie venne rivolta agli ebrei nel 1243 a Berlitz, nei pressi di Berlino; come conseguenza di ciò tutti gli ebrei della cittadina vennero condannati alla morte sul rogo. L'accusa è stata talvolta riproposta anche in epoca più recente, nei secoli XVIII e XIX. Una pittura del XVI secolo che mostra la presunta profanazione delle ostie da parte degli ebrei a Passavia (Germania)