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Transcript

Caterina Franciosi 3^A

Rita Levi Montalcini

Biografia

Rita Levi Montalcini nacque a Torino il 22 aprile 1909 da una famiglia ebrea.Nel 1930 si iscrisse alla facoltà di medicina all’Università di Torino, dove si laureò con il massimo dei voti. Si specializzò in seguito in neurologia e psichiatria, ma a seguito dell’emanazione delle leggi razziali nel 1938 fu costretta a emigrare in Belgio, dove fu ospite dell’Istituto di Neurologia dell’Università di Bruxelles: ebbe così la possibilità di continuare gli studi sul differenziamento del sistema nervoso.

Nell’inverno del 1940 tornò a Torino dove allestì un laboratorio domestico in camera da letto per proseguire le sue ricerche. Dopo il matrimonio del fratello Gino, l’intera famiglia intraprese un pericoloso viaggio che si concluse a Firenze, dove la Montalcini riuscì a scampare alle deportazioni finché nel 1944 entrò come medico nelle forze alleate. Solo dopo la fine della guerra, la scienziata poté far ritorno a Torino dove riprese gli studi accademici e allestì un laboratorio di fortuna casalingo in una collina vicino ad Asti.

Scoperte

- La coltivazione in vitro e le ricerche sugli embrioni dei pulcini- L’apoptosi- Le relazioni tra il neurosviluppo e la periferia organica- L’NGF (Acronimo di Nerve growth Factor o Fattore di crescita della cellula nervosa)

Proprio durante le ricerche nel suo laboratorio clandestino e domestico, la Montalcini scoprì il meccanismo di morte di intere popolazioni nervose nelle fasi iniziali del loro sviluppo, fenomeno che tre decenni più tardi fu ufficialmente riconosciuto e definito apoptosi. Si tratta di una forma di morte cellulare programmata, portata avanti in modo ordinato e regolato, che richiede consumo di energia (ATP) e generalmente porta a un vantaggio durante il ciclo vitale dell’organismo.Un esempio di apoptosi si ha nell’embrione, durante il suo sviluppo, quando mani e piedi sono palmati ed è necessario che le cellule che costituiscono le membrane interdigitali muoiano.

Rita Levi Montalcini cominciò a dedicarsi alla ricerca a vent’anni quando, con i futuri premi Nobel Salvador Luria e Renato Dulbecco, diventò studentessa di Giuseppe Levi, verso cui si sentì sempre in debito per la formazione in scienze biologiche e per averle insegnato come affrontare i problemi scientifici in maniera rigorosa. Levi ebbe inoltre di aver usato per primo in Italia la coltivazione in vitro.Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, la Montalcini utilizzò il suo laboratorio domestico per proseguire le sue ricerche, ispirate da un articolo di Victor Hamburger del 1934 che riferiva gli effetti dell’estirpazione degli arti negli embrioni di pulcini.Con Giuseppe Levi si pose come obiettivo la comprensione del ruolo dei fattori genetici e di quelli ambientali nella differenziazione dei centri nervosi.

Il Fattore di crescita della cellula nervosa fu scoperto l’11 giugno 1951 ed è attraverso le parole della Montalcini che può essere ripercorso il cammino che portò a tale scoperta: «Ci arrivai con la fortuna e l’istinto. Conoscevo in tutti i dettagli il sistema nervoso dell’embrione e ho capito che quello che stavo osservando al microscopio non rientrava nelle norme. Una vera rivoluzione: andava, infatti, contro l’ipotesi che il sistema nervoso fosse statico e rigidamente programmato dai geni. Per questo decisi di non mollare». Durante la sperimentazione di un trapianto di tumore di topo sul sistema nervoso dell’embrione di un pulcino, la Montalcini osservò l’NGF, una proteina che riveste un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche.

A partire dal 1947, la Montalcini proseguì alla Washington University le ricerche embrionali sulle galline per comprendere meglio il problema delle relazioni tra neurosviluppo e periferia organica. In particolar modo, innestando negli embrioni di pollo frammenti di speciali tumori, si poté osservare la produzione di un gomitolo di fibre nervose a carico delle cellule gangliari e quindi si dedusse anche l’ipotesi di un fattore chimico, liberato dal tessuto ospite e attivo sullo sviluppo dei neuroni.

PREMIO NOBEL PER LA MEDICINA1986

Frasi

Morte

Rita Levi Montalcini morì il 30 dicembre 2012, all’età di 103 anni, nella sua abitazione romana di Villa Massimo, nei pressi di Villa Torlonia. Il 2 gennaio 2013 si svolsero i funerali in forma pubblica. Le sue ceneri furono sepolte nella tomba di famiglia nel campo israelitico del Cimitero monumentale di Torino.